Sono cattedre “nascoste” negli organici di fatto, che da decenni il Miur continua ad assegnare ai supplenti sino al 30 giugno, ma che nella realtà risultano in gran numero privi di un docente titolare. Per questo motivo, sono posti trasformabili in unità di insegnamento utili per i trasferimenti. Tra l’altro, il tutto non comporterebbe particolari oneri per lo Stato, visto che per dieci mesi l’anno vengono affidate a supplenza.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è emblematico quanto è avvenuto in questi giorni in Sicilia, dove pur essendovi 4mila posti liberi, su organico di fatto, sono state respinte le 5mila domande di trasferimento formulate dai docenti inseriti negli ambiti territoriali. Solo che facendo prevalere la burocrazia, non solo si procrastina la supplentite, ma si condannano tanti docenti di ruolo a rimanere lontani da casa. Peraltro, continuando a violare le indicazioni della Corte di Giustizia Europea e della Corte Costituzionale.
La stampa nazionale si sofferma sul dato che il 55,2% dei candidati al ruolo non è stato ritenuto all’altezza. Tanto basta per parlare di selezione dagli “esiti agghiaccianti”, di “somari in cattedra” e “insegnanti scadenti”. Si dà per scontato che decine di migliaia di docenti già abilitati all’insegnamento siano regrediti al punto da non meritare nemmeno l’idoneità col minimo.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): siamo al qualunquismo. Tanti di quei docenti, oggi bocciati, hanno acquisito la loro abilitazione con le Ssis universitarie. Per accedervi, hanno superato dure selezioni, tenute da accademici anche sulla base del loro voto di laurea. Sono stati scelti da supervisori, docenti di lungo corso - almeno 10 anni di ruolo, certificazioni di competenze di primo livello ed esperienze pregresse – che sono stati a loro volta selezionati attraverso un vero e proprio concorso per formatori, vivendo sulla loro pelle un percorso di accesso che non ha precedenti. Gli abilitandi hanno dovuto frequentare corsi teorici, laboratoriali ed esperienze docimologiche, svolgere decine di esami universitari, sottoporsi ad un lungo tirocinio nelle scuole, sviluppato una tesi finale davanti ad una commissione analoga a quelle dei concorsi pubblici. Ora, però, si prende per oro colato il giudizio espresso nel 2016 da commissioni, spesso improvvisate, su risposte a discutibilissimi quesiti.
Sempre più colloqui previsti con un modus operandi discutibile e che indaga nella vita privata dei candidati, andando oltre le già discriminatorie indicazioni ministeriali: in Calabria, un istituto superiore chiede di svolgere “una lezione frontale da parte dell’aspirante"; in un liceo Scientifico, il "Francesco Vercelli" di Asti, si chiede l’esposizione di un modulo estratto a sorte tra quelli proposti. C’è il caso di un Liceo di Romano di Lombardia, che chiede tra i titoli per la A019 un corso specifico di aggiornamento gestito dall'UST Bergamo su alternanza scuola-lavoro con certificazione, facendo, così, “fuori” tutti i professori che arrivano da Sud. Per non parlare di coloro che stanno chiedendo il CV corredato da un video di presentazione a mezzo o busto intero o di aver già svolto proficuamente nel loro istituto una “fertile attività didattica” oppure "senza demerito".
Anief ricorda che le linee guida emanate dal Miur, confortate dalle Faq ministeriali, avevano ampiamente chiarito come il colloquio, in presenza o via internet, debba servire ai docenti candidati esclusivamente per "illustrare il proprio CV e acquisire informazioni utili per scegliere tra le diverse scuole". E non avrebbe dovuto avere alcun valore "concorsuale", perché i docenti non devono dimostrare di avere competenze.
Marcello Pacifico (presidente Anief): la personalizzazione delle selezioni dei docenti collocati negli ambiti territoriali in chiave aziendalista, sta superando la fantasia e, per quanto ci riguarda, non possiamo che ribadire la nostra intenzione di coinvolgere il Tar in tutti quei casi in cui non sia stata rispettata la legittimità costituzionale e quanto indicato nel Ptof. C’è il precedente, su questo tema, della Consulta, che ha stroncato il tentativo maldestro della Lombardia di procedere a selezioni non molto diverse da quelle che ora si stanno svolgendo nelle nostre scuole, con l’aggravante che stavolta è lo Stato italiano a selezionare dei docenti con modalità diverse in base all’anno di assunzione, al tipo di provincia e ora pure al dirigente scolastico.
Intervista al presidente Anief, prof. Marcello Pacifico sugli organici di sostegno.
21 agosto - dal minuto 1:52
Accolti presso il Tribunale del Lavoro di Roma altri due ricorsi Anief che riconoscono il diritto dei docenti di ruolo al corretto computo degli anni di servizio svolti durante il precariato al fine del passaggio da posto sostegno a posto comune durante le operazioni di mobilità. Dopo gli errori sulle procedure di mobilità rilevati a livello nazionale, il nostro sindacato ha ottenuto - grazie al prezioso intervento degli Avvocati Salvatore Russo, Ida Mendicino, Fabio Fanci e Walter Miceli - piena ragione in favore di due nostri iscritti, con la condanna dell'Amministrazione a concedere il trasferimento su posto comune computando correttamente il servizio a tempo determinato svolto dai docenti.
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