Stanotte è stato raggiunto l'accordo: si va verso una meno arbitraria scelta del dirigente scolastico, ma la scelta dei docenti inseriti negli ambiti territoriali sarà vincolata ad una graduatoria di istituto sulla base di indicatori nazionali, basati presumibilmente su conoscenza delle lingue, BES e disabilità, informatica. Non dovrebbe più essere centrale il colloquio.
Secondo Anief c’è poco da esultare. Perché i docenti che si ritroveranno negli ambiti territoriali, perderanno in ogni caso la titolarità su scuola. Perché se è vero che non verranno più scelti, come sembra, in modo del tutto arbitrario dal dirigente scolastico, questo comunque avrà sempre facoltà di convocarli. E, a seconda dell’esito del colloquio, potrà capovolgere il punteggio derivante dai titoli presentati dagli stessi docenti attraverso il sistema” Istanze on line”; rimane, dunque, ancora in piedi la pericolosissima perdita di titolarità.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): gli accordi sindacali non possono sovvertire le leggi, quindi il grado di incertezza professionale che ha introdotto la riforma rimane nella sua totalità. Rimaniamo convinti che i docenti italiani avranno sempre più difficoltà a mantenere la titolarità su materia curricolare, anche nella singola scuola. Da settembre, pure chi è di ruolo da 40 anni potrà scivolare, per volontà del proprio dirigente scolastico, su un posto di potenziamento e uscire dalle classi; impugnare in tribunale la chiamata diretta rimane l’unica arma per opporsi a questo orribile modello di collocazione professionale dei nostri insegnanti.
Sentenza storica quella ottenuta dai legali Anief presso il Tribunale del Lavoro di Arezzo: i docenti in possesso di diploma magistrale conseguito entro il 2001/2002, e destinatari di favorevole sentenza per l’inserimento in Graduatoria ad Esaurimento, dovevano partecipare di diritto a tutte le fasi del piano straordinario di immissioni in ruolo decretato dalla Legge 107/2015. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Tiziana Sponga e Simona Fabbrini ottengono piena ragione in favore di una nostra iscritta illegittimamente esclusa dal MIUR dalla partecipazione alle immissioni in ruolo dello scorso mese di agosto, nonostante l’inserimento in GaE fosse stato correttamente retrodatato dal Giudice alla data di prima pubblicazione delle Graduatorie d’interesse, valide per il triennio 2014/2017. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): “Siamo fieri di accompagnare un’altra precaria storica a firmare il suo giusto contratto a tempo indeterminato”.
Le nuove modalità di combattere la “falsa attestazione della presenza in servizio”, introdotta con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legislativo n. 116/2016, non può trovare applicazione tra il corpo insegnante: per i quali non esiste alcuna norma specifica che possa legittimare l'utilizzo di strumenti di rilevazione aggiuntivi, ad iniziare dalle telecamere. Un concetto espresso pure dal Garante della privacy.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): fermo restando l’indifendibilità dei casi di falsa presenza del personale saliti alla ribalta nazionale, nella scuola quello dell’assenza ingiustificata dal servizio è un fenomeno fortemente marginale. Gli insegnanti sono controllatissimi, per ovvi motivi legati alla loro presenza associata agli alunni. Anche le statistiche indicano che il numero di sanzioni attuate verso i docenti è davvero limitato. Stiamo alla finestra: non vorremmo ora assistere ad una compressione dei diritti di chi svolge la professione docente, già alle prese con responsabilità enormi ed una burocrazia crescente. In ogni caso, l’ultima parola dovrebbe spettare all’Usr.
La Corte dei Conti sul periodo 2008-2014 : insegnanti diminuiti del 9% e stipendi da 1.300 euro al mese. Con la riforma l'inversione di rotta.
Il sindacato replica al premier, secondo il quale il malcontento generale di un anno fa, che portò in piazza oltre 600mila docenti, è stato comunque gestito dal Pd: non è vero, perché la Legge 107/2015 è stata approvata contro il volere della stragrande maggioranza del popolo della scuola. Lo avevamo detto in sede di discussione alla Camera, al Senato e pure nella sede del Partito Democratico.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): eppure ci eravamo espressi contro il “merito”, che si sarebbe potuto adottare a patto di incrementare a tutti lo stipendio del 20 per cento, e contro le assunzioni rivolte a frange di precari. Avevamo messo in guardia l’Esecutivo pure sulla cattiva gestione del “potenziamento”, sulla mancata considerazione del personale Ata, sulla chiamata diretta, già reputata incostituzionale, sull’aggiornamento, che ha inspiegabilmente escluso precari, amministrativi, tecnici e ausiliari. Nulla di quanto abbiamo detto ha avuto seguito. Perché?
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