Il Ministro Giannini annuncia 32mila assunzioni di docenti. Anief: coprono solo il turn over.
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Panorama: Nuovi insegnanti a ruolo: le loro proteste e le ragioni del Ministro Giannini
Il Foglio: Scuola, cortei dei docenti contro l' "esodo"
Il Giorno: L'incubo di presidi e genitori. "Assenze boom, valzer di supplenti"
Il Mattino: Prof, solo il 10% si trasferirà da Sud a Nord
Roma: Docenti in piazza con il lutto al braccio
Radio Vaticana: Scuola. Manifestazioni contro l'esodo dei docenti del Sud
Il giovane sindacato reputa positive le immissioni in ruolo, ma non comprende quale sia la straordinarietà dell’impegno di questo governo, visto che si tratta di numeri che lasciano, nello stato di precarietà, almeno 80mila insegnanti già selezionati e abilitati. Bisogna effettuare un monitoraggio per verificare l’effettiva presenza di posti vacanti: si scoprirebbe che la gran parte dei 115.823 contratti conferiti quest’anno sino al 30 giugno sono in realtà privi di docente titolare e sarebbero, quindi, utili ai fini della stabilizzazione. Basterebbe chiedere ai presidi la consistenza effettiva delle cattedre. Perché non si attui questo passaggio rimane un mistero. Nello stesso modo, non si comprende perché il titolare del Miur confermi appena 10mila immissioni in ruolo Ata se ne occorrono 40mila, di cui una parte per il potenziamento.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): si voleva debellare la supplentite, ma decine e decine di migliaia di posti liberi si continuano ad affidare a supplenti specializzati nel sostegno, oppure abilitati su discipline con i corsi Tfa, Pas, scienze della formazione primaria. Per loro non rimane che la strada del ricorso.
I docenti chiedono l'annullamento delle operazioni di mobilità e la creazione di una graduatoria unica per ambito provinciale. L'accusa: il "cervellone" del ministero ha sbagliato
Il Messaggero - Esodo degli insegnanti sit-in da Palermo a Bari
Il Giornale - Ocse: Italiani popolo di ignoranti. Insegnanti già sul piede di guerra
Ad un anno di distanza dall’approvazione della riforma, si scopre che il legislatore ha prima illuso (lasciandoli a svolgere l’anno di prova quasi sempre nella propria provincia) e poi costretto tanti insegnanti, immessi in ruolo come “potenziatori”, a spostarsi anche a mille e oltre chilometri da casa. In caso di sovrannumero, poi, potrebbero essere trasferiti anche gli altri che oggi sono stati collocati vicino casa. Ora, giustamente, i docenti protestano anche in piazza e qualche illustre intellettuale si diverte pure ad apostrofarli come fossero degli incolti.
Marcello Pacifico (presidente Anief): sono in prevalenza ultra quarantenni e cinquantenni, che rischiano fortemente da questa estate di essere ‘nominati’ per andare ad insegnare in una delle cento province italiane, anche lontana centinaia di chilometri dai propri cari. I “potenziatori”, inoltre, sono destinati ad essere trasferiti di sede ogni triennio o anche prima, senza mai poter avere certezze o stabilità: è un trattamento assurdo, che non viene riservato nemmeno ai militari. È accaduto anche nel 2011 con la negazione del primo gradone stipendiale ai neo-assunti, ma si dimentica che esiste un principio, garantito costituzionalmente, di equo trattamento dei tutti i pubblici dipendenti: non si può decidere, di punto in bianco, che i diritti vanno garantiti solo a coloro che sono stati assunti fino ad una certa data, dopo la quale si diventa paria.
Beffati dalla mobilità strordinaria. E' la sorte toccata a tanti docenti, quasi un migliaio in Sicilia, tra quelli immessi fuori sede nella fae 0 e A. Per intenderci, gli assunti con le regole antecedenti alla "Buona Scuola", ovvero senza l'ormai famigerato algoritmo.
Il sindacato ritiene fuori luogo le dichiarazioni rilasciate dal Ministro dell’Istruzione Stefania Giannini in base alle quali “il sistema è regolare e non ci sono errori”: perché le sedi territoriali continuano ad essere tartassate dalle domande dei docenti, che chiedono spiegazioni sulla loro collocazione a centinaia di chilometri di distanza, mentre colleghi con punteggi minori sono stati trasferiti su ambiti territoriali decisamente più vicini. Nella stessa giornata, Orizzonte Scuola ha realizzato un approfondimento, con cui spiega che “certamente qualcosa non ha funzionato, ma guai ad ammetterlo”, riferendosi all’atteggiamento pilatesco del Miur.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): se non si provvede in fretta ad ammettere la realtà, a Viale Trastevere arriveranno migliaia di tentativi di conciliazione che paralizzeranno amministrazione e istituzioni scolastiche. I docenti neoimmessi non possono far dipendere la propria vita da una variabile indefinita, introdotta arbitrariamente dal Miur, peraltro non prevista dal contratto. I neoassunti si sentono traditi due volte: quando hanno dovuto scegliere una provincia non loro e oggi, perché vengono trasferiti d’ufficio in un ambito territoriale lontanissimo, senza possibilità di tornare a casa, si dice loro, prima di tre anni.
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