Mentre sembra risolta la lotta intestina che ha visto protagonisti i 5 Stelle e la Lega di Salvini sulla scelta del Premier di Governo, i problemi della scuola restano irrisolti: uno di questi è rappresentato dall’annosa questione degli stipendi non pagati al personale precario che, al pari di quello di ruolo, garantisce i servizi quotidiani del sistema scolastico italiano. Ad essere coinvolti solitamente sono i precari che durante l’ultimo mese hanno coperto delle supplenze brevi e che devono aspettare diversi mesi per ottenere quanto gli spetta di diritto. In caso di mancato pagamento delle supplenze brevi, i precari della scuola possono ricorrere alla diffida o alla messa in mora.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Questi supplenti che attendono l’accreditamento dello stipendio molto spesso sono costretti a spostarsi di centinaia di chilometri dalla loro residenza per raggiungere il posto di lavoro: anticipano, per lavorare, spese vive per i viaggi, il pernotto, sottoscrivono affitti e si sobbarcano spese aggiuntive non indifferenti. Chi pensa, in seno all’amministrazione, che trattandosi di supplenti possono permettersi di attendere sbaglia quindi due volte: in assoluto e perché si infierisce su chi ha estremo bisogno dei soldi guadagnati per andare avanti.