L’amministrazione scolastica intende dare seguito a quanto previsto dal decreto Milleproroghe sul posticipo non solo della “finestra” di aggiornamento delle GaE, ma anche della prima fascia delle graduatorie d’Istituto. Mentre, l’aggiornamento della seconda e terza fascia di quest’ultime si effettuerà nella primavera 2017. Si conferma il disallineamento insensato che porterà paradossalmente parte dei precari ad avere un trattamento diversificato rispetto a quelli che hanno maggiore anzianità di servizio. Anief ricorrerà in tribunale.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è una decisione irragionevole, perché a seguito della mobilità straordinaria, oggi è tutto modificato rispetto alle scelte fatte dai precari nel 2014, sulla base degli organici preesistenti. Se un docente abilitato, magari da oltre 10 anni, si trova in una provincia dove oggi non c’è più posto, anzi sono anche in sovrannumero i colleghi di ruolo, è evidente che da quella sede il precario ha desiderio di andarsene. Non si può farlo stare lì ad attendere il nulla. Ora però questo suo diritto, perché va ribadito che l’aggiornamento naturale era previsto nel 2017, gli viene negato, sulla base di supposte ragioni di continuità didattica che non hanno alcun fondamento. Oltre al fatto che, in questo modo, le GaE non si esauriranno mai.
L’amministrazione scolastica condannata, con il massimo risarcimento consentito, anche recuperando gli scatti di anzianità, per non avere disapplicato la normativa che reitera i contratti a termine: sulla decisione hanno pesato le recenti sentenze della Corte di Cassazione (ex plurimis nn. 22556 e 22558), che hanno accertato il diritto dei precari a ricevere la stessa retribuzione del personale di ruolo e un risarcimento da due a dodici mensilità per l’abuso dei contratti a termine, dopo 36 mesi di servizio svolti su posti annuali. È la dimostrazione che la strada del ricorso in tribunale rimane al momento l’unica percorribile.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): sul tetto delle 12 mensilità per abuso dei contratti a termine siamo in attesa del parere della Corte di Giustizia Europea su ricorso sollevato dal tribunale di Trapani. Noi è dal 2008 che denunciamo la disparità di trattamento tra personale precario e di ruolo. Una condizione, tra l’altro, sempre perpetrata dal legislatore e dal sindacato rappresentativo. Ora, finalmente, il vento sta cambiando.
La delegazione sindacale ha ricordato al Ministro che la Corte europea si è già espressa sull’abuso da parte dell’amministrazione italiana circa l’utilizzo improprio dei contratti a termine. Il sindacato ha poi evidenziato il problema di garantire un risarcimento per chi ha maturato il 'tetto' dei 36 mesi di servizio: la misura fissata dalla Cassazione (da 2 a 12 mensilità) non appare congrua. Servono poi lo sblocco del turn over e un piano straordinario di assunzioni. Sul fronte stipendiale e il 'merito' professionale, si contesta un rinnovo di contratto che porterà cifre ridicole nelle tasche dei dipendenti pubblici. Ecco perché il sindacato rilancia il ricorso per ottenere l'allineamento dell'indennità di vacanza contrattuale in tutto il pubblico impiego, con l’aumento in busta paga mensile del 10% da settembre 2015: per aderire vai al seguente link.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): le stabilizzazioni riguardano dei lavoratori più volte utilizzati con contratti a termine e che hanno già dimostrato di saper lavorare ed essere utile nella PA. Non si tratta di una concessione, perché già esistono una decina di esposti al Consiglio d'Europa proprio sull'abuso dei contratti a termine nella PA italiana, mentre con la sentenza Mascolo del 26 novembre 2014 è stata dichiarata illegittima la normativa italiana che derogava al dlgs 368/01 e che introduce nel pubblico impiego anche la direttiva 70/99 sull'abuso dei contratti a termine e sul principio di non discriminazione da esso scaturito. È prioritario prevedere l’adeguamento stipendiale a partire da settembre 2015, come già previsto dalla legge ai valori dell'inflazione, nella misura del 50% rispetto al 14% dell'aumento del costo della vita tra il 2008 e il 2015.
La polemica arriva in Parlamento, con un gruppo di deputati che chiede lumi sulla consistenza dei fondi previsti dalla Legge di Bilancio 2017: la verità è che i 400 milioni a regime per il passaggio dall’organico di fatto all’organico di diritto serviranno a stabilizzare solo 13.300 nuovi docenti. Solo che, anche dopo il piano straordinario d’immissioni in ruolo della L. 107/15, oggi ci sono ancora 100mila cattedre libere, quasi la metà delle quali su sostegno, mentre per gli Ata sono 35mila. Inoltre, urgono modifiche normative per gestire la fase transitoria.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): se il Mef non paga, si blocca tutto; ma per lo Stato non finisce lì, perché deve comunque assegnare il risarcimento. Tanto è vero che con la Buona Scuola è stato istituito un fondo ad hoc, seppure inadeguato, proprio per sopperire alle mancate assunzioni, come stabilito anche dalla Consulta.
Ancora una volta l'Anief ribalta in Consiglio di Stato l'ingiusto provvedimento del TAR del Lazio che negava il diritto dei docenti cancellati per mancato aggiornamento a essere reinseriti nelle Graduatorie a Esaurimento. Gli Avvocati Sergio Galleano, Vincenzo De Michele e Francesca Lideo – da sempre impegnati nella tutela dei diritti dei docenti cancellati dalle Graduatorie per non aver confermato la volontà di permanervi - ottengono una nuova importante vittoria per il nostro sindacato con un provvedimento emanato dal Consiglio di Stato che dispone l'immediato reinserimento in GaE di altri 550 docenti specificando che lo stesso “costituisce titolo per la stipula di contratti a tempo determinato ed indeterminato”.
I docenti precari hanno gli stessi diritti degli insegnanti di ruolo, grande vittoria riportata dall'Anief.
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