Il Consiglio di Stato, in sede cautelare, chiede al MIUR chiarimenti sull'esclusione dei docenti laureati dalla possibilità di partecipare al concorso a cattedra 2016 per tutte le nuove classi di concorso per cui non sono stati mai attivati i Tirocini Formativi Attivi. “Stiamo parlando – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – di tutte quelle classi di concorso di nuova istituzione, prima fra tutte la A-23, Lingua italiana per discenti di lingua straniera, per cui mai nessun docente ha potuto conseguire specifica abilitazione, proprio perché istituite ex novo con il DPR n. 19/2016 emanato pochi mesi prima del concorso. Per questi docenti, in possesso di titoli di accesso utili all'insegnamento per queste classi di concorso di nuova istituzione, abbiamo chiesto che il Consiglio di Stato concedesse tutela cautelare e, se ci darà ragione, otterremo per centinaia di ricorrenti, per lo più docenti precari da molti anni, l'accesso al concorso 2016 anche tramite l'attivazione di prove suppletive. Adesso è il MIUR a doversi “giustificare” e a spiegare in tribunale come sia possibile escludere i laureati dalla partecipazione a un concorso per cui nessuno poteva possedere specifica abilitazione per classi di concorso istituite solo poco prima del bando”.
Presso gli Uffici Scolastici Regionali, stanno avendo seguito le ordinanze emesse dal TAR del Lazio che impongono all'amministrazione l'immediato inserimento ex novo di centinaia di docenti in possesso di abilitazione nelle GaE d'interesse. Il presidente del Tribunale amministrativo del Lazio ha infatti accolto “la domanda disponendo l’inserimento nella graduatoria di pertinenza a ogni effetto, compresa la eventuale stipula di contratto con riserva”. Quelli che non danno seguito alla pronuncia del giudice richiedono, invece, una notifica di ottemperanza. Ne consegue un’odissea per i precari ricorrenti, lavoro in più per i dipendenti degli Uffici Scolastici, caos nelle nomine; il tutto resta in attesa delle udienze di Camera di Consiglio che si svolgeranno a partire dal 6 ottobre fino al mese di dicembre.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): basta con lo sterile ostruzionismo. È giunto il momento di inserire nelle GaE tutti gli abilitati, in modo da prevederne la graduale immissione in ruolo su tutti i posti vacanti e disponibili. Al Miur sanno bene che almeno il 70 per cento delle supplenze annuali si realizza tramite graduatorie d’Istituto, visto che molte GaE sono sprovviste dei candidati. Non si comprende il motivo per cui si continuino a trattare questi insegnanti - diplomati magistrale, abilitati con Pas, Tfa, in Scienze della formazione primaria e all’estero e altri ancora - come se fossero ‘figli di un dio minore’. Il ricorso in tribunale non fa bene a nessuno, a iniziare dal Miur che, sempre più spesso, si ritrova pure condannato a risarcimenti consistenti.
Il Consiglio di Stato, con l'Ordinanza n. 4171/2016 ribadisce la necessità di reinserire i docenti cancellati dalle graduatorie a esaurimento per non aver prodotto domanda di aggiornamento/permanenza e specifica sin da subito il loro pieno diritto alla stipula di contratti di lavoro a tempo determinato e indeterminato in attesa della definizione nel merito del contenzioso davanti al TAR Lazio. “La vittoria – commenta il presidente nazionale Anief Marcello Pacifico – è frutto del lavoro di tutto il team Anief, formato dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Francesca Lideo, Sergio Galleano e Vincenzo De Michele e dai tanti collaboratori del settore contenzioso nazionale che hanno seguito con estrema perizia il ricorso nei due gradi di giudizio. Sono questi risultati che, ogni giorno, ci danno la carica giusta per continuare sulla nostra strada e combattere al fianco dei docenti precari illegittimamente esclusi dalle Graduatorie a Esaurimento. Ora il MIUR esegua immediatamente gli ordini del tribunale”.
Proprio nell’anno della chiamata diretta dei docenti, degli ambiti territoriali e della patata bollente del “potenziamento”, scoppia la grana delle reggenze per un numero davvero troppo alto di sedi scolastiche spesso distanti decine di chilometri l’una dall’altra. Un esempio lampante è quanto sta vivendo la preside 45enne che in Lombardia deve passare la giornata ad organizzare il lavoro di 21 scuole distribuite su sei Comuni diversi. Sono gli effetti perversi del dimensionamento, che ha avuto l’apice con la riforma Gelmini, a seguito del quale sono stati tagliati 2.676 istituti, dopo gli accorpamenti avvenuti in precedenza. Sulla situazione pesa anche la decisione del Governo Monti, di risparmiare pure sui vicari dei dirigenti, a cui è stato tagliato il compenso del ruolo aggiuntivo, tanto da costringere il sindacato a presentare ricorso per far recuperare l'indennità di reggenza e sostituzione.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): se si è arrivati a questa situazione, i motivi vanno cercati tra i nostri governanti e a Viale Trastevere. Perché è da due anni che si attende il nuovo concorso per dirigenti scolastici, ma si continua a rimandare. Così ci troviamo con nemmeno 7mila presidi, mentre ne servirebbero 8.200. Intanto, con la scuola dell’autonomia e l’approvazione della Legge 107, per loro le responsabilità e gli impegni sono triplicati. Il tutto in cambio di compensi che costituiscono la metà di quelli di altri dirigenti pubblici.
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