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LA NOTIZIA - L'incertezza sale in cattedra. Anno scolastico già nel caos
LIBERTA' - Un primo giorno di scuola tra le proteste
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Secondo Anief, se si somma l’annuncio di Giannini alle garanzie già fornite dal PD sul mantenimento dello status professionale dei maestri, senza alcun declassamento, a seguito della riforma in atto, c’è da ritenersi soddisfatti. Tuttavia, il nuovo sistema formativo destinato agli alunni più piccoli verrà finanziato con un meccanismo che prevede la copertura del 50% a carico dello Stato e dell’altro 50 % da dividere tra Regioni, Comuni e famiglie (sulla base dell'Isee). Cosa accadrà se gli enti locali non copriranno la loro parte? Il giovane sindacato chiede, poi, l’introduzione a regime delle sezioni primavera, garantendo in tal modo una risposta alla domanda delle famiglie per i servizi della prima infanzia e eliminando le liste d'attesa nei nidi.
Marcello Pacifico (presidente Anief): è soprattutto con l’introduzione di classi ‘ponte’ affidate a docenti dell’infanzia e primaria, in compresenza, anticipando l’obbligo scolastico a 5 anni, che si sarebbe potuto ottimizzare il delicato passaggio tra la scuola materna e l’ex elementare. Tutto questo comporterebbe l’incremento di almeno 25mila nuovi maestri: non solo dei docenti dell'infanzia delle GaE, incredibilmente dimenticati dalla Legge 107/15, ma anche dei precari abilitati non inseriti nelle GaE, a patto che abbiano svolto almeno 36 mesi di servizio, nonché di tutti i vincitori dei passati concorsi e di quello del 2016. In un colpo solo, si sarebbe garantito un servizio migliore e veramente eliminato un bel ‘pezzo’ di supplentite.
Sul testo definitivo si potrebbe chiudere domani: per i nati tra il 1951 e il 1954 che aderiranno, si prospetta un assegno di quiescenza lontanissimo rispetto a quello percepito dagli attuali pensionati che hanno versato persino meno contributi. La riforma Fornero, infatti, introducendo il contributivo, ne ha già ridotto la consistenza di oltre il 20%. La restituzione dei tre anni e 7 mesi di “scivolo” farà ‘dimagrire’ la pensione di un’altra percentuale simile: per ogni anno d’anticipo pagherà il 5% o il 6% dell'assegno, da restituire in 20 anni. Se si utilizza appieno lo strumento, andando via 3 anni e 7 mesi prima, la quota oscillerà tra il 15% e il 18%. Vi è, poi, l'interesse alla banca e il premio assicurativo anti-premorienza; si arriva a togliere, quindi, un altro 20-25%.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è immorale e ingiusto privare un pensionato del diritto di vivere la terza età su livelli proporzionali con i contributi versati. Non comprendiamo perché non abbiano inserito l’insegnamento tra le attività usuranti. Se va bene, sarà concesso solo ai maestri d'asilo. Certamente, le docenti della scuola dell’infanzia svolgono tra le professioni più a rischio burnout, quindi, tra coloro che non debbono restituire nulla in cambio dell’anticipo. Ma è l’insegnamento intero a comportare patologie e stress, quindi, anche per chi insegna nella primaria e secondaria. Se, invece, a decidere per la vita delle persone devono continuare a essere le coperture indicate dal Mef, allora è meglio che lo dicano subito.
Da un lato i vincitori del concorso, chissà quando in cattedra; dall’altro, TFA e Concorso per presidi e Dsga di cui si sono perse le tracce. Lo stesso vale per le leggi delega della Buona Scuola. Riprendono, intanto, le lezioni con le classi ‘orfane’ di almeno un docente e tanti di essi con la valigia in mano. Bisognerà attendere non poche settimane, poi, prima di vedere i consigli di classe al completo, visto che il 70-80 per cento delle 100mila supplenze annuali sono decretate da graduatoria d’Istituto e che i contratti potranno essere sottoscritti solo dopo il via libera degli uffici scolastici periferici del Ministero. Meno Ata, anche, all’interno degli uffici scolastici e nei corridoi a sorvegliare. Non va meglio per il sostegno. Gli alunni di una scuola su tre si dovranno accontentare di un preside a metà con un altro istituto, viste le 200 assunzioni.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): a 14 mesi dall’approvazione della Legge 107/2015 non abbiamo visto approvata neanche una delle undici leggi delega. Dai vertici del Governo e del Ministero ci continuano a dire che i testi delle deleghe attuative della Legge 107/2015 sono pronti e che le coperture finanziarie ci sono, ribadendo che tutto è sul punto di essere approvato. Il tempo, però, passa e la supplentite non arretra, così come le “classi pollaio” e, ora, anche il personale di ruolo è diventato precario. Per non parlare del contratto fermo da quasi sette anni: l’aumento di qualche euro che non coprirà nemmeno l’inflazione riguarderà solo un docente su tre.
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