Il Fatto Quotidiano - Scuola, concorso-caos. I prof: sarà sciopero
Il Giornale - Scuola, concorso bocciato sul web
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ROMA, 29 APR - Il Consiglio di Stato ammette con riserva i laureati e diplomati magistrali a indirizzo linguistico alle prove del concorso a cattedra. Lo rende noto l'Anief che ha patrocinato ricorsi per l'ammissione di più di 25mila esclusi "dopo aver ottenuto dal Tar Trento decreti monocratici favorevoli e dallo stesso Tar Lazio la remissione in corte costituzionale della legge 107/15 laddove esclude i docenti di ruolo". Il Consiglio di Stato con ordinanze numero 1598/16 e 1600/16 "riforma rispettivamente - spiega il sindacato - l'ordinanza di rigetto (laureati) e sospende la sentenza negativa (diplomati magistrali), alla luce del danno irreparabile e dei precedenti della sezione, concedendo l'ammissione con riserva alle prove concorsuali, che laddove svolte dovranno essere rinnovate". La "vittoria" avviene il giorno dopo l'inizio delle prove scritte. "I laureati, quindi, hanno diritto a partecipare a tutte le prove ma a vedersi riconosciuto l'inserimento nelle finali graduatorie di merito soltanto dopo il definitivo pronunciamento, se favorevole, del giudice amministrativo" aggiunge l'Anief. "E' l'ennesima prova - commenta il presidente Marcello Pacifico - che l'azione legale intrapresa per migliaia di candidati esclusi ha e aveva le sue ragione giuridiche. Finalmente ora deve essere dato spazio al merito, alla valutazione delle prove e dei curricula in un concorso che è stato definito da molti una truffa. Nei prossimi giorni, renderemo note tutte le iniziative ulteriori legali per consentire a tutti i ricorrenti di partecipare alle prove dopo i ripetuti dinieghi del Tar Lazio". (ANSA).
Nuova vittoria del sindacato che ha patrocinato ricorsi per l’ammissione di più di 25mila esclusi, dopo aver ottenuto dal Tar Trento decreti monocratici favorevoli e dallo stesso Tar Lazio la remissione in corte costituzionale della legge 107/15 laddove esclude i docenti di ruolo. Su ricorso patrocinato dagli avv. S. Galleano ed E. De Michele, il Consiglio di Stato con ordinanze nn. 1598/16 e 1600/16 riforma rispettivamente l’ordinanza di rigetto (laureati) e sospende la sentenza negativa (diplomati magistrali), alla luce del danno irreparabile e dei precedenti della sezione, concedendo l’ammissione con riserva alle prove concorsuali, che laddove svolte dovranno essere rinnovate.
La vittoria avviene il giorno dopo l’inizio delle prove scritte e intorno alla polemica sulle azioni giudiziarie scoppiata nel web. I laureati, quindi, hanno diritto a partecipare a tutte le prove ma a vedersi riconosciuto l’inserimento nelle finali graduatorie di merito soltanto dopo il definitivo pronunciamento, se favorevole, del giudice amministrativo.
Per Marcello Pacifico, è l’ennesima prova che l’azione legale intrapresa con il patrocinio degli avv. F. Ganci e W. Miceli, per migliaia di candidati esclusi, ha e aveva le sue ragione giuridiche. Finalmente ora deve essere dato spazio al merito, alla valutazione delle prove e dei curricula in un concorso che è stato definito da molti una truffa. Nei prossimi giorni, renderemo note tutte le iniziative ulteriori legali per consentire a tutti i ricorrenti di partecipare alle prove dopo i ripetuti dinieghi del Tar Lazio.
Estratto:
Ordinanza n. 1598
“Considerato che l’appello non appare sprovvisto di possibili elementi di fondatezza, alla luce dei precedenti della Sezione sulla questione sollevata;
Ritenuto che al danno prospettato può essere posto rimedio consentendo la sola ammissione con riserva dell’appellante alla procedura concorsuale in questione.”
Ordinanza n. 1600
“Considerato che l’interesse delle ricorrenti può essere tutelato con l’ammissione delle appellanti al concorso, ai soli fini dell’espletamento delle prove, restando esclusa nell’eventuale prosieguo anche l’immissione con riserva nella relativa graduatoria.”
L’Anief travolge il Ministero dell’Istruzione presso la Corte d’Appello di Torino che respinge in toto l’appello proposto dal MIUR, già soccombente in primo grado, e conferma il pieno diritto dei precari a percepire la medesima retribuzione, comprensiva delle progressioni stipendiali, riconosciuta ai lavoratori a tempo indeterminato. Gli avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Giovanni Rinaldi ottengono un nuovo successo per il nostro sindacato e la conferma di quanto già ottenuto presso il Tribunale del Lavoro di Torino in favore dei lavoratori precari della scuola, con relativa condanna del Ministero al pagamento delle spese di lite.
Con l’Ordinanza n. 2154/2016, la sezione III-bis del TAR Lazio ha accolto il ricorso ritenendo rilevante la circostanza per cui per gli ITP non risultano essere stati mai attivati percorsi formativi volti a conseguire, in via ordinaria, il titolo abilitativo richiesto e che i ricorrenti “non rivestivano la qualità di soggetti destinatari dei cosiddetti PAS, in quanto al momento dell’attivazione della procedura speciale di abilitazione non avevano ancora mai prestato servizio in qualità di docenti”.
Marcello Pacifico (presidente Anief): aveva ragione ancora una volta il nostro sindacato. I docenti Tecnico Pratici hanno le loro ragioni per aver presentato ricorso e per partecipare al concorso a cattedra. A questo punto, è chiaro che il nostro studio legale predisporrà apposite richieste di decreti monocratici in primo grado e in sede di appello per tutti i suoi ricorrenti. Ora si aspetta il parere del Consiglio di Stato sui laureati.
Il responsabile nazionale Anief e segretario confederale Cisal risponde alle accuse lanciate in data odierna dal responsabile Scuola, Università e Ricerca del Pd sull’operato del giovane sindacato a proposito dei ricorsi presentati in tribunale per far partecipare anche i precari esclusi pur possedendo i titoli d’accesso.
Marcello Pacifico (presidente Anief): anziché avventurarsi in dichiarazioni sommarie sull’esclusione dei precari ricorrenti, il Partito Democratico farebbe bene ad attendere l’espressione della Consulta. Perché i processi si celebrano nei tribunali fino all'ultimo grado di giudizio con sentenza definitiva. Eppure, solo ieri il Consiglio di Stato ha dato torto all’amministrazione scolastica sull’estromissione dalle GaE di decine di migliaia di precari con diploma magistrale. Evidentemente, per ottenere rispetto dalle istituzioni, bisognerà attendere che paghino, sulla propria carriera politica, gli errori commessi nell'ignoranza della Costituzione.
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