Il regolamento, che riduce di un terzo le classi concorsuali e colloca quel che rimane all’interno di otto enormi “contenitori”, dovrà ora essere registrato alla Corte dei Conti e arriverà in Gazzetta Ufficiale probabilmente entro martedì 23 febbraio. Troppi gli accorpamenti forzati, che purtroppo avranno inevitabili ripercussioni negative sulla didattica. Ad iniziare dalla nuova classe di tecnologie e tecniche della comunicazione, che assorbe addirittura sei delle classi di concorso attualmente in vigore.
Anief, inoltre, mantiene diversi dubbi sullo svolgimento dello stesso concorso, diversi dei quali ravvisati anche dal Consiglio superiore della pubblica istruzione. Perché alle immotivate esclusioni dei giovani laureati, dei precari non abilitati con 36 mesi di servizio, dei docenti di ruolo, oltre che degli specializzandi nel sostegno e abilitandi nelle discipline, vanno aggiunte delle incongruenze nello svolgimento delle prove. Soprattutto in lingua straniera.
Marcello Pacifico (presidente Anief): dopo sette anni di attesa e diverse bozze di revisione andate a vuoto, ci viene ora proposto un modello organizzativo delle discipline da insegnare che svaluta il personale docente, perché in molti casi d’ora in poi verranno messi in cattedra degli insegnanti pur se sprovvisti delle specifiche competenze e conoscenze della disciplina. Così, il tanto agognato “merito” si allontana sempre più, perché i candidati dovranno confrontarsi con programmi iper-allargati. Questi accorpamenti, inoltre, potevano avere un senso per il futuro. Ma non per questa tornata concorsuale, visto che tutti i laureati che vi parteciperanno si sono formati su piani di studio ed argomenti tarati sui programmi di studio precedenti.