Negare la Carta del docente ai precari significa compromettere il buon andamento dell’amministrazione pubblica: lo ha ribadito il tribunale del lavoro, stavolta di Treviso, che ha accordato il ricorso di un docente che ha presentato il ricorso, assistito dai legali Anief, perché non ha potuto aggiornarsi professionalmente alla pari dei colleghi di ruolo. Il giudice gli ha dato piena ragione, assegnandogli i 1.000 euro negati dall’amministrazione scolastica, e ricordando quanto espresso dal Consiglio di Stato in merito con la pronuncia 1842/22: “ha affermato che tale sistema collide –anche- con il principio di buon andamento della PA in quanto “è evidente la non conformità ai canoni di buona amministrazione di un sistema che, ponendo un obbligo di formazione a carico di una sola parte del personale docente (e dandogli gli strumenti per ottemperarvi), continua nondimeno a servirsi, per la fornitura del servizio scolastico, anche di un’altra aliquota di personale docente, la quale è tuttavia programmaticamente esclusa dalla formazione e dagli strumenti di ausilio per conseguirla”. Nella sentenza, inoltre, si fa rifermento alla posizione favorevole anche della Corte di Cassazione con sentenza 29961/23 e dell’Ordinanza della Corte di Giustizia europea del 2022.