Da quest’anno un docente non entrerà più in classe per anzianità di servizio, ma sarà scelto sulla base delle sue competenze dalle singole scuole.
Da quest’anno un docente non entrerà più in classe per anzianità di servizio, ma sarà scelto sulla base delle sue competenze dalle singole scuole.
Il decalogo Anief su dodici mesi di problemi, norme inapplicabili, proteste ad oltranza, bonus professionali e incentivi assegnati solo ad una parte del personale, lavoratori messi uno contro l’altro, organi collegiali operanti nell’incertezza e comitati di valutazione lasciati al loro destino. Per non parlare del boom di supplenze annuali, anche dopo il piano straordinario di reclutamento, e di mancate stabilizzazioni, malgrado vi siano 80mila docenti abilitati che chiedono solo di essere inseriti nelle GaE e di essere immessi in ruolo. Preoccupa lo stallo degli stipendi, sempre più divorati dall’inflazione, e privati pure dell’indennità che per legge avrebbe dovuto tenere il passo. Intanto, tutto il personale Ata continua ed essere dimenticato, compresi i Dsga. E il concorso per dirigenti ancora rimandato.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): chi vive la scuola tutti i giorni ha trascorso un anno in perenne disagio. In questi mesi abbiamo girato tantissime scuole, riscontrando discriminazioni, sia nell’assegnazione del bonus da 500 euro, sia per le nomine tra personale docente e Ata, da GaE e graduatoria d’Istituto. Come enormi restano gli interrogativi sull’organico potenziato impazzito, sulle tante deleghe ancora in alto mare, sui posti su sostegno bloccati, sulle migliaia di scuole senza dirigenti e Dsga, sui tanti precari mortificati, sull’avvio della chiamata diretta. Ecco perché sono state raccolte tante firme per il referendum.
Accolti senza riserve i ricorsi ANIEF per l'immediato reinserimento di due docenti nelle Graduatorie ad Esaurimento d'interesse, cancellati per non aver prodotto domanda di aggiornamento/permanenza. I Tribunali del Lavoro di Crotone e Lamezia Terme riconoscono le ragioni patrocinate con estrema perizia dagli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Francesca Lideo e Maria Schipani e impongono al MIUR l’inserimento dei ricorrenti nelle Graduatorie utili per l’intero triennio 2014/2017, disapplicando i decreti ministeriali nella parte in cui non permettono il loro reinserimento e riconoscendo, di conseguenza, il loro pieno diritto anche alla partecipazione al piano straordinario di immissioni in ruolo dello scorso anno.
L’Agenzia che rappresenta il governo nei tavoli con i sindacati stavolta intende giungere in breve tempo alla sottoscrizione definitiva dell'accordo attraverso il quale si intende ridurre da 11 a 4 i comparti del pubblico impiego. Per luglio è anche atteso l'incontro tra il ministro della P.A, Marianna Madia, e i sindacati, per una panoramica a 360 gradi sulla pubblica amministrazione. Si continua, invece, ad evadere il discorso sul fatto che le buste paga dei dipendenti pubblici, ferme dal 2009, hanno raggiunto il punto più basso mai registrato in 34 anni di serie storiche, dal 1982, come anche di recente certificato dalla Corte dei Conti per il periodo 2008-2014. Come si fa a sedersi al tavolo se la parte pubblica rimane ferma a meno di 10 euro lordi di incremento stipendiale e senza sanare i mancati adeguamenti degli anni passati?
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): non reputiamo importante il numero dei nuovi ‘compartoni’, ma che la loro formazione garantisca comunque in toto i diritti dei lavoratori. Ad iniziare da una celere certificazione delle ultime elezioni Rsu, svolte nella Pubblica Amministrazione nel marzo del 2015: è importante realizzare una fotografia immediata della rappresentanza, in ogni settore dalla PA, in modo da rispettare il rinnovo triennale del 2018. In caso contrario, saremmo al paradosso: si chiede ai sindacati di svecchiarsi, ma alla resa dei conti la cronica burocrazia statale continua a prevalere.
Stanotte è stato raggiunto l'accordo: si va verso una meno arbitraria scelta del dirigente scolastico, ma la scelta dei docenti inseriti negli ambiti territoriali sarà vincolata ad una graduatoria di istituto sulla base di indicatori nazionali, basati presumibilmente su conoscenza delle lingue, BES e disabilità, informatica. Non dovrebbe più essere centrale il colloquio.
Secondo Anief c’è poco da esultare. Perché i docenti che si ritroveranno negli ambiti territoriali, perderanno in ogni caso la titolarità su scuola. Perché se è vero che non verranno più scelti, come sembra, in modo del tutto arbitrario dal dirigente scolastico, questo comunque avrà sempre facoltà di convocarli. E, a seconda dell’esito del colloquio, potrà capovolgere il punteggio derivante dai titoli presentati dagli stessi docenti attraverso il sistema” Istanze on line”; rimane, dunque, ancora in piedi la pericolosissima perdita di titolarità.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): gli accordi sindacali non possono sovvertire le leggi, quindi il grado di incertezza professionale che ha introdotto la riforma rimane nella sua totalità. Rimaniamo convinti che i docenti italiani avranno sempre più difficoltà a mantenere la titolarità su materia curricolare, anche nella singola scuola. Da settembre, pure chi è di ruolo da 40 anni potrà scivolare, per volontà del proprio dirigente scolastico, su un posto di potenziamento e uscire dalle classi; impugnare in tribunale la chiamata diretta rimane l’unica arma per opporsi a questo orribile modello di collocazione professionale dei nostri insegnanti.
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