Per allineare le buste paga di 3 milioni e 300mila dipendenti del pubblico impiego servirebbero 170 euro e non gli 85 che i Confederali si apprestano a sottoscrivere mercoledì prossimo, quando incontreranno il ministro della Funzione Pubblica: da corrispondere dal 1° settembre 2015, esattamente il doppio di quanto propongono ora amministrazione e sindacati, peraltro con finanziamenti di cui non c’è traccia nella legge di bilancio.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è stato recentemente l’Istat a calcolare che nel 2016 gli stipendi dei lavoratori statali hanno raggiunto il punto più basso dal 1982. E sul ritardo clamoroso dei compensi che ricevono i dipendenti pubblici si è espressa di recente anche la Corte dei Conti; per non parlare della Consulta che, con una doppia espressione, ha reputato illegittimo mancati aumenti e stop contrattuale. Sono anni che diciamo, inascoltati, che i rinnovi di contratto si fanno rispetto all’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione e che gli scatti di anzianità non si toccano: ancor di più nella scuola, dove rappresentano l’unica modalità di carriera professionale.
Il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici 2016-2019, sottoscritto dai sindacati di settore con Confindustria, rende ancora più modesto l’accordo che si sta producendo sul comparto pubblico ed il personale della scuola: per i metalmeccanici, infatti, è previsto il “recupero del 100% dell'inflazione per tutta la durata del contratto e riconoscimento pieno degli scatti di anzianità”. Questo significa che a tutti i lavoratori di comparto “verrà riconosciuta l'inflazione con gli aumenti del contratto nazionale. Verrà calcolata expost, ovvero dopo che a maggio sarà reso noto dall'Istat il valore dell'Ipca (indice dei prezzi al consumo armonizzato a livello europeo), nella busta paga di giugno sarà erogato l'aumento dell'anno precedente”.