Il comma 95 della Legge 107/201 parla chiaro: “Per il solo anno scolastico 2015/2016, detti posti non possono essere destinati alle supplenze di cui all'articolo 40, comma 9, della legge 27 dicembre 1997, n. 449, e non sono disponibili per le operazioni di mobilità, utilizzazione o assegnazione provvisoria”. Eppure, al Miur si sostiene che quei posti verranno conferiti ai precari attraverso supplenza annuale. Si tratta, evidentemente, di qualcuno che emette notizie e numeri in libertà, non essendo nemmeno a conoscenza delle novità legislative che il Parlamento ha voluto attuare sulla scuola.
Da un Focus dell’organizzazione internazionale, risulta che nel decennio 2003-2012 una ventina di minuti in più alla settimana della fondamentale disciplina scientifica sono bastati per migliorare l'apprendimento dei nostri 15enni. Per aver effetti ancora migliori, servono però anche insegnanti validi e metodi adatti ai ragazzi di oggi. L’assurdo è che in Italia abbiamo molte graduatorie esaurite, senza più candidati, e si continuano a mantenere supplenti coloro che hanno tutti i requisiti per prendere quei posti.
Marcello Pacifico (presidente Anief): Governo e maggioranza, che tanto si vantano di aver migliorato il sistema scolastico italiano grazie alla riforma, hanno perso un’occasione d’oro per assegnare l’insegnamento della matematica a migliaia di giovani laureati, abilitati e selezionati all’uopo delle università.
Pubblichiamo alcuni articoli su nuovo anno con 1.700 istituti acefali, sull’organico potenziato nasce zoppo: tra i 5 e i 10mila posti rimarranno scoperti e su Roma il Comune anticipa l’epurazione dei precari storici decisa dal Governo.
La novità non è che siano venuti meno i posti da educatrice o maestra, ma è nelle recenti sentenze della curia europea, le quali impongono in modo inequivocabile l’assunzione di tutto il personale in possesso dei titoli di studio e abilitanti che ha svolto almeno 36 mesi di servizio su unità di lavoro prive del rispettivo titolare. Ora, anziché stabilizzare quel personale, il Comune capitolino decide di metterlo alla porta: troppo forte è il timore di incorrere nelle richieste di assunzione attraverso i tribunali. Che però in questo modo saranno numericamente maggiori, perché i precari messi alla porta non rimarranno di certo con le mani in mano.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): a Roma come a Montecitorio si sta ribaltando quanto espresso dalla Corte di Giustizia europea. Creare artificialmente delle norme per togliere del lavoro a del personale precario, anziché assicurarglielo, è palesemente incostituzionale e ci allontana sempre di più dal diritto europeo: siamo pronti a inondare il Comune di Roma di ricorsi seriali per favorire la loro stabilizzazione e per permettergli, anche nel breve periodo, di mantenere il loro posto di lavoro come supplenti.
La stima della rivista Tuttoscuola conferma la denuncia dell’Anief, che nei giorni scorsi aveva calcolato circa 15mila mancate assunzioni per via della mancata inclusione nel piano straordinario della riforma degli abilitati Tfa, Pas, Scienze della formazione primaria e all’estero. Brucia soprattutto l’assenza degli specializzati sul sostegno. E la beffa sarà doppia, perché “quei posti, per quest’anno come prevede la legge (comma 95), non potranno essere coperti con supplenza annuale”. Per il Ministero dell'Economia il risparmio potrebbe toccare i 340 milioni.
Marcello Pacifico (presidente Anief): è la conferma che c’era la necessità, non solo giuridica ma anche pratica, di includere gli oltre 60mila abilitati e specializzati nel sostegno fuori della GaE e dalle graduatorie di merito. Abbiamo chiesto il loro inserimento in tutti i modi e le sedi possibili. E ora che i nodi vengono al pettine, la questione non può che diventare di competenza del Tar.
In Friuli Venezia Giulia solo uno su tre accetta di trasferirsi fuori regione per la sospirata cattedra di ruolo. Mentre un esercito di più di dodicimila "insegnanti-trolley" è in partenza da Sicilia, Campania. Si annuncia il caos nelle prossime settimane tra graduatorie incomplete e supplenti da nominare.
La vertenza riguarderà bidelli e amministrativi: il ministro Giannini aveva annunciato contratti a tempo indeterminato ma il Dipartimento della Funzione Pubblica li ha bloccati a favore degli ex dipendenti delle Province.
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