Per il presidente nazionale dell’Anief che ha organizzato l'evento la scuola è già autonoma, anche se deve avere più sostegno dallo Stato e dalle Regioni per rispondere alle esigenze del territorio: si potrebbe pensare a risorse umane e finanziarie messe in campo dalle Regioni per aumentare stipendi e offerta formativa. Poi, bisogna maggiormente integrare i corsi professionalizzanti nel percorso nazionale di istruzione, riconoscendo anche la qualifica dei suoi formatori. Occorre anche aprire le porte, piuttosto che mettere dei muri, alla mobilità degli insegnanti. E sulle maestre con diploma magistrale – ha continuato Pacifico - bisogna confermarle nei ruoli, perché è stato riconosciuto loro il diritto ad insegnare e perché senza di esse gli alunni fino ad 11 anni non entrerebbero in classe. Piuttosto, il Governo pensi a introdurre l'insegnamento modulare nell'infanzia e nella primaria per recuperare anche quelle competenze perse dai bambini e garantire una più puntuale sorveglianza. Elena Donazzan: Bisogna pensare alla regionalizzazione seguendo il modello del Trentino per la programmazione degli organici; si può già da ora programmare il flusso del personale in base agli studenti che entreranno alla scuola primaria. Sul piano dell’autonomia, le regioni devono gestire i concorsi dei docenti e dirigenti con l'obbligo dei cinque anni per garantire stabilità nelle scuole del Veneto. Camilla Sgambato: Necessario verificare i costi regione per regione. La politica deve fare una seria riflessione per non creare diseguaglianze ulteriori, in particolare nelle zone svantaggiate. La scuola deve tenere unita l’Italia. La 107 ha avuto il pregio di investire notevoli risorse, ma sono stati commessi molti errori a cui, come Pd, stiamo cercando di rimediare.