Rispetto ai licenziamenti delle ultime ore in diverse scuole del nord e che potrebbe riguardare 24 mila maestre in servizio in attesa di sentenza lasciando le aule scoperte, Miur e sindacati rappresentativi firmatari di contratto si accordano per prorogare le supplenze al 30 giugno, come richiesto dall’Anief, ma senza confermare nei ruoli chi ha superato l’anno di prova o estendere il concorso riservato anche ai docenti dell’infanzia e della primaria. Leggi le proposte di Anief per affrontare il tema
L’accordo di venerdì scorso Miur-sindacati sui 40 mila maestri diplomati prima del 2002 è l’ennesima occasione mancata. “Per i diplomati magistrale la soluzione è quella di estendere il concorso riservato anche al personale di infanzia e primaria per potere assumere questi docenti nei posti residuali delle Gae dove per noi avrebbero dovuto esserci”, dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, intervistato da Orizzonte Scuola. Il sindacalista non comprende l’estromissione dal ruolo anche di chi ha svolto l’anno di straordinariato: “Se io ho fatto e superato l’anno di prova e poi il collegio docenti ha ratificato la valutazione, vuol dire che per la scuola so insegnare. Se sono degno di insegnare, devo insegnare, altrimenti l’anno di prova non ha motivo di essere, non ha alcun valore”. Si parla anche del nodo da sciogliere dell’ammissione ai tavoli del giovane sindacato autonomo che a seguito delle ultime elezioni Rsu è diventato rappresentativo ma non viene convocato: “Allora – dice il presidente – questo diventa un problema grosso perché non vuoi confrontarti con una delle parti”. E non una qualsiasi, perché l’Anief tutela 20 mila maestre con diploma magistrale, ovvero la metà di quelle danneggiate dalla politica disastrosa che ha condannato la categoria al precariato a vita.
L’INTESA INUTILE
Anche l’intesa sottoscritta dai sindacati firmatari di CCNL al Miur non va oltre un generico impegno dell’amministrazione “ad individuare, in tempi brevi, l’idoneo vincolo normativo per consentire l’estensione dei contratti che andrebbero sciolti al 30 giugno 2020”, al fine di garantire “la continuità didattica dopo l’applicazione delle sentenze di merito negative e il depennamento dalle graduatorie ad esaurimento” degli oltre 40 mila maestri diplomatisi fino al 2002. La norma, si legge nell’intesa, dovrà anche salvaguardare i diritti dei docenti utilmente collocati, per l’anno scolastico in corso per l’immissione in ruolo, ovvero quei docenti che sarebbero stati immessi in ruolo se non ci fosse stata l’assunzione con riserva del collega.
LE RICHIESTE DI ANIEF
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, bisognava “confermare nei ruoli chi ha superato l’anno di prova perché sottoposti a valutazione collegiale” e nel contempo “confermare i contratti in essere a tempo determinato come lo scorso anno al 30 giugno”. Inoltre, “quelli licenziati che erano di ruolo vanno riassunti a tempo indeterminato, gli altri a tempo determinato fino al prossimo 30 giugno. Il Decreto dignità diceva questo”. Poi, chiede che “senso abbia fare, a seguito del decreto legge salva scuola approvato il 10 ottobre dal Consiglio dei ministri, un concorso per le superiori e non per i docenti diplomati magistrali, per gli educatori e per i laureati in Scienza della formazione primaria”.
Per il leader dell’Anief, è l’anno di prova svolto “che fa fede sul mio ruolo. Diversa sarebbe la circostanza che l’amministrazione non mi avesse fatto fare l’anno di prova perché il contratto di individuazione era sub iudice. L’amministrazione in quel caso avrebbe dovuto non farmi fare l’anno di prova e attendere il giudizio. Quindi chi è di ruolo deve essere confermato e se licenziato deve essere riassunto”. Ma non solo: “Chi era su cattedra a tempo determinato deve stare al 30 giugno, anche per continuità didattica, in linea con il decreto dello scorso anno, che non era sbagliato, ma rispondeva all’esigenza della continuità didattica. Ma non è che si possa applicare per un anno e non per gli anni successivi”.
Rimane il problema del mancato inserimento nelle GaE. Anche su questo, il sindacalista ha le idee chiare: “Il titolo del diploma magistrale vale per insegnare nelle supplenze ma non per le Gae. Vale per partecipare nei concorsi, per entrare nelle graduatorie d’istituto di seconda fascia, ma non per inserirsi nelle Gae. Questa cosa a un bambino di cinque anni appare illogica lo renderebbe frastornato. Come si fa a dire che la sentenza del Consiglio di Stato sia giusta? Le sentenze vanno rispettate ma possono essere commentate. Per l’ordinamento è giusto? Beh, ora vedremo se è giusta per la Ue”.
Pacifico ribadisce che “I titoli rilasciati dallo Stato non scadono come lo yogurt perché se no si annulla la concezione dello Stato di diritto, cioè la condizione dello Stato democratico e a quel punto non ha più senso la scuola che ha il compito di coltivare la democrazia. Se violi le regole nella scuola non ha più senso pensare di crescere dei cittadini”. Poi ricorda che “al tavolo politico sui diplomati magistrale il ministro Fioramonti non ci ha chiamati. Lì non c’entra la rappresentatività, poteva invitare chiunque”. Eppure “il 50 per cento dei diplomati magistrale è iscritto all’Anief. Se non mi riconosci il problema comincia a diventare importante. Se l’Anief continua a non esser convocato – conclude il leader sindacale - allora questo significa che dovremo ricorrere allo sciopero, previsto per il 12 novembre,”.
Per leggere l’intervista integrale “Pacifico ANIEF: 24mila assunzioni precari storici sono poche. Bisogna riaprire le Graduatorie ad Esurimento”, clicca qui.
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