Il giovane sindacato pronto a ricorrere al garante della privacy e a stoppare il provvedimento per violazione della normativa sui dati personali. Per il presidente nazionale, Marcello Pacifico, è ora di dire basta a questo perenne clima di odio e di sfiducia verso il mondo della scuola. Il personale Ata, come i dirigenti scolastici, non è annoverabile di certo tra i “furbetti” del cartellino, così come le maestre degli asili non sono delle malfattrici. Bisogna saper distinguere le scuole dalle carceri: fermo restando l'applicazione di tutte le sanzioni previste dal nostro ordinamento giudiziario verso chiunque delinque, il personale scolastico merita rispetto.
L’incremento salariale va dai 3,90 euro del collaboratore scolastico ai 5,60 euro di un docente delle superiori: il calcolo è giusto se rapportato al tasso di inflazione programmata, ma per Anief è errato perché non tiene conto dell'aumento di dieci punti percentuali del costo della vita dal 2008 in poi, non coperto né assorbito dagli incrementi applicati con gli ultimi contratti. Ecco perché il sindacato propone ricorso al giudice del lavoro per adeguare l'indice al tasso IPCA reale e non aggiornato dal settembre 2015. Marcello Pacifico (Anief): La verità è che servono cifre di ben altro spessore, allineate finalmente ai compensi europei, con incrementi di almeno 200 euro al mese da coprire con 2 miliardi e mezzo l’anno. In questa situazione, pensare di danneggiare ulteriormente il corpo docente ed il personale Ata, sottraendo loro pure il dovuto per legge, rappresenta un’operazione inaccettabile: per questi motivi rivendichiamo il conferimento dell’indennità di vacanza contrattuale mai applicata nell’ultimo decennio.
Lo scorso 5 aprile si sono definitivamente chiusi i termini di presentazione delle domande di mobilità volontaria, territoriale e professionale, del personale docente. Già in questi giorni stanno iniziando ad arrivare le prime notifiche da parte degli USP di titolarità che, a seguito della verifica della domanda e dei relativi allegati, provvedono a confermare o meno punteggi e precedenze.
Ha fatto bene Anief a decidere di ricorrere, per chiedere di far partecipare ai corsi tutti i docenti non ammessi pur avendo superato la soglia della sufficienza (18/30). Cresce la rabbia per le prove di accesso ai corsi di sostegno, sulla base dei risultati dei test svolti il 15 e 16 aprile scorsi: “è tanta la delusione per le modalità di svolgimento, a partire dai mancati controlli e dalla possibilità che i risultati non corrispondano a reale preparazione”, scrive oggi la rivista Orizzonte Scuola: ai posti distribuiti in malo modo, all’annullamento delle prove svolte in tre atenei e la sequela di inefficienza denunciate dalla stampa nazionale, nella giornata di oggi si è concretizzata la beffa sulle ammissioni casuali denunciata subito dall’Anief, fatta di candidati bocciati con 27/30 e altri invece ammessi con 0/30. Ma nella stessa giornata, il Tribunale Amministrativo del Lazio ha dato ragione al sindacato,
Marcello Pacifico (Anief): “A seguito di questa decisione del Tar – continua Pacifico - il Miur avrà 60 giorni di tempo per giustificare l'ingiustificabile e dare conto in tribunale al nostro sindacato delle scelte illogiche e non parametrate all'effettivo fabbisogno di docenti di sostegno specializzato nelle nostre scuole. Siamo certi che otterremo definitiva ragione e il Miur sarà costretto a rivedere in modo consistente il numero dei posti attivati per il prossimo TFA Sostegno. Nel frattempo, continua ancora con più vigore la raccolta di adesioni da parte dei candidati esclusi al ricorso contro l’ingiusta esclusione dai corsi: hanno facoltà di aderirvi tutti i candidati al Tfa Sostegno che in occasione delle prove di metà aprile hanno conseguito almeno la sufficienza, pari ad almeno 18/30, e si sono ritrovati però estromessi”.
L'Anief ha impugnato presso il TAR Lazio il Decreto del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca del 21 febbraio 2019 n. 118 di autorizzazione all’avvio dei corsi di Tirocinio Formativo Attivo propedeutici all’acquisizione della specializzazione per le attività di sostegno didattico degli alunni con disabilità, denunciando l’insufficienza dei posti complessivamente autorizzati rispetto al fabbisogno di personale docente specializzato nonché l’irragionevolezza della loro ripartizione tra gli atenei rispetto al fabbisogno territoriale. Il Tribunale Amministrativo, con un provvedimento cautelare d'urgenza emanato oggi, ha condiviso le ragioni patrocinate dai nostri legali e ha ordinato al Miur l'immediato riesame della situazione producendo, inoltre, una relazione circostanziata in cui vengano chiariti, tra l’altro, i presupposti e le ragioni posti a fondamento delle scelte espresse
Anief, in attesa dell'imminente pubblicazione del decreto di aggiornamento delle Graduatorie a Esaurimento, affila le armi contro il Miur e annuncia nuovi ricorsi per la tutela di tutti gli abilitati illegittimamente esclusi dalle GaE. Marcello Pacifico (Anief): “Obiettivo della nuova azione giudiziaria è tutelare i diritti dei tanti docenti già inseriti con riserva in GaE e degli abilitati da sempre esclusi dal “doppio canale” di reclutamento. Chiederemo al TAR di rimettere gli atti alla Corte di Giustizia Europea in modo da ottenere una sentenza che dichiari l’inserimento nelle Graduatorie a Esaurimento unico vero strumento di prevenzione dell’abusiva reiterazione dei contratti a termine”
In tre atenei annullati i test d’accesso. Prove da rifare a dispetto del bisogno di insegnanti specializzati, mentre per il concorso ordinario il governo abbandona la formazione iniziale universitaria, lasciando però la tassa di 500 euro per conseguire i CFU. Anief continua a raccogliere alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. segnalazioni su anomalie delle prove nelle altre Universita e ha già deciso di ricorrere per chi ha superato il test con la sufficienza.
L’ammissione ai maldistribuiti corsi di specializzazione di sostegno si è trasformata in un affare da 50 milioni di euro, senza contare i soldi pagati dai candidati per effettuare i test tra inefficienze, ritardi, ripetizioni delle prove: si tratta dello stesso sistema formativo nella didattica “speciale” che ha abolito il sistema universitario iniziale di formazione degli insegnanti, introducendo un’ulteriore “tassa” da 500 euro per conseguire i 24 CFU che con la laurea consentono di presentarsi alla preselezione anche in mancanza di abilitazione. Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, ribadisce che non c’era alcuna ragione per attivare, come fatto dal Miur, un numero chiuso che esclude proprio chi insegna da anni senza specializzazione o chi è di ruolo o abilitato in assenza di docenti specializzati. Ecco perché Anief ha deciso di ricorrere a favore dei docenti non ammessi pur ottenuta la sufficienza (18/30), dando mandato al proprio ufficio legale di valutare le altre anomalie segnalate sulla gestione delle prove d’accesso messe pure in evidenza dalla carta stampata, come da La Repubblica, che parla di “caos per i test irregolari”.
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