Il provvedimento legislativo è molto atteso anche dal mondo della scuola, soprattutto per gli emendamenti approvati nei giorni scorsi nelle Commissioni, i quali rappresentano un guazzabuglio che non risolve il problema del precariato. Il problema è che per il mondo della scuola le modifiche al Decreto dovevano essere ben altre: l’emendamento promosso dal governo e approvato dalle commissioni della Camera non mette al riparo le decine di migliaia di diplomati magistrale, di cui una fetta addirittura già immessi in ruolo, a seguito della sorprendente decisione dell’Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato che, tagliandoli fuori dalle GeE, li costringe di fatto a ripartire da un concorso straordinario che rimescola tutto, andando anche a minare quella continuità didattica che Miur e governo continuano a citare senza rendersi conto che la stanno calpestando.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): La situazione è ancora riparabile, se solo il Governo decidesse di assumersi la responsabilità, anche all’ultimo momento direttamente in Aula, di dire quale strada prendere per evitare il licenziamento di 50 mila insegnanti. Perché la proroga dei contratti di un anno o l'abolizione del limite di 36 mesi ai contratti stessi sono dei provvedimenti tampone che non risolvono affatto il problema di chi è di ruolo e di chi si apprestava a diventarlo. E nemmeno si salverà chi ha superato un anno di prova, seppur con riserva: questi maestri, che avevano programmato la loro vita professionale e personale, forti dall’assunzione a tempo indeterminato e di otto sentenze favorevoli emesse dallo stesso Consiglio di Stato che all’ultimo momento ha cambiato idea, fra meno di un anno verranno infatti licenziati. Lo stesso accadrà a chi, da diversi anni, a settembre accetta una supplenza annuale e garantisce la formazione dei nostri alunni. Per evitare tutto ciò e che si apra un’altra stagione di ricorsi, il Parlamento non ha scelta: deve riaprire le GaE a tutti gli insegnanti abilitati, dalla primaria alla secondaria, sbloccando le immissioni in ruolo su tutti i posti vacanti, anche quelli nascosti in organico di fatto, oltre a quelli degli educatori che come per il personale Ata risultano ancora una volta danneggiati da un numero di assunzioni dimezzate rispetto a quelle che si dovevano attuare.