Anief-Cisal chiede di recuperare i 1.500 euro sottratti dalla liquidazione tra il 2011 e il 2012
Si tratta dell’applicazione illegittima di una trattenuta, pari al 2,69%, derivante dalla passaggio coatto che ha prodotto un importo ridotto.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): giurisprudenza e Consulta ci danno ragione. Presto indicheremo al personale come far partire i decreti ingiuntive e recuperare con celerità le somme sottratte indebitamente.
Il nodo sono gli spostamenti fuori provincia: l’amministrazione potrebbe avanzare qualche piccola apertura, ma non intende procedere come nelle prime due fasi (comunale e provinciale) per le quali dovrebbe essere garantito il trasferimento secondo le vecchie regole. Del resto, la Legge 107/15 non può essere elusa del tutto. Ma è anche vero che non si può dividere il personale in categorie beneficiarie di diritti diversi perché gli insegnanti all’atto dell’assunzione hanno sottoscritto un contratto a tempo indeterminato che comporta diritti e doveri uguali per tutti che non possono cambiare in base all’anno di assunzione, a seconda della provincia o regione cui si chiede di essere trasferiti.
Il giovane sindacato ritiene che si potrebbe partecipare alla mobilità sui posti in organico di diritto chiedendo la titolarità sulla scuola; mentre chi chiederà di andare sui posti del “potenziamento” sarà consapevole di finire negli ambiti territoriali. In tal modo, si potrebbe decidere liberamente se vincolare la domanda solo all'organico di diritto o scegliere liberamente la titolarità su ambito: con la consapevolezza, in quest’ultimo caso, di rischiare di cambiare sede scolastica al rinnovo triennale del Piano dell’offerta formativa.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, potrebbe essere la risposta più semplice per salvaguardare, anche se non integralmente, i diritti dei docenti di ruolo, e nello stesso tempo applicare la legge 107. In caso contrario, i docenti verrebbero trattati diversamente, in base all'anno, alla sede, alla fase o alla fortuna. Con l’imperversare di nuovi ricorsi che noi patrocineremo di sicuro.
Pubblichiamo di seguito alcuni articoli sugli ultimi comunicati stampa Anief.
Per la prima volta, viene proibito l’uso del dizionario nel corso delle verifiche scritte, ma non per i candidati di arabo, cinese, giapponese e portoghese;
Difformità sul livello “di padronanza delle discipline stesse, nonché la relativa capacità di trasmissione e di progettazione didattica”, oltre che “di comprensione e conversazione”: per inglese francese, tedesco, spagnolo e portoghese è richiesto il C1 del QCER; per Arabo il livello indicato si ferma al B1; mentre per cinese e giapponese non è nemmeno indicato (potrebbe bastare il livello A1?);
La bozza generale del concorso riporta che “per le classi di concorso di lingua straniera la prova orale si svolge interamente nella lingua stessa”, ma questa regola varrà solo per la lingua inglese, francese, spagnolo, tedesco e portoghese, perché l’allegato A del bando riporta che la prova orale di arabo alle superiori (ambito disciplinare n. 5, a24) “si svolge in parte in lingua araba”, con eccezioni previste pure per cinese e giapponese.
Marcello Pacifico (presidente Anief): il Miur verifichi queste incongruenze, perchè un eventuale trattamento diversificato degli aspiranti docenti di lingue straniere, durante le prove scritte e orali, non sarebbe ammissibile. In caso contrario, se il testo del bando e degli allegati rimanessero immutati, l’amministrazione scolastica si renderebbe artefice di un’organizzazione del concorso con prove troppo diverse l’una dall’altra. Una circostanza che potrebbe dare vita a richieste ufficiali di chiarimento, anche in sede giudiziaria.
Scorrendo la bozza di regolamento, rimangono esclusi tutti i precari che per vari motivi, spesso per ritardi organizzativi, non hanno ancora concluso il loro percorso abilitante per le discipline d’insegnamento che frequentano. Ad iniziare dal Tfa Sostegno secondo ciclo: non potranno partecipare al concorso e verranno messi in stand by fino alla prossima selezione, che sarà bandita, nella migliore delle ipotesi, solo nel 2019.
Marcello Pacifico (presidente Anief): il Miur li accantona per un altro triennio, come se non bastassero gli anni di lavoro sul campo. Bastava invece prevedere la loro accettazione con riserva, come è sempre stato fatto in occasione di tutte le precedenti selezioni concorsuali. E’ un loro diritto partecipare al concorso e noi non ci stiamo: siamo pronti sin d’ora ad impugnare l’esclusione illegittima presso la magistratura amministrativa.
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Lasciati senza stipendio, sindacato: partono decreti ingiuntivi.
Marcello Pacifico, presidente Anief, commenta l’annuncio da parte delle istituzioni dell’imminente pubblicazione dei bandi della selezione pubblica nazionale: non promettono nulla di buono, perché lasciano irrisolta la mancanza di prospettive per 100mila supplenti delle graduatorie d’istituto; come rimangono inalterati i problemi cronici di sostegno e scuola dell’infanzia, i cui docenti abilitati inseriti nelle GaE sono stati ‘congelati’ in attesa delle riforma del settore ancora in alto mare; continuando a mancare l’anagrafe dei posti effettivamente vacanti, rimangono in vita 50mila cattedre mascherate al 30 giugno ed invece pienamente libere. La prossima estate la situazione diverrà ancora più caotica, con la chiamata diretta dei presidi che produrrà nuovi rimescolamenti nell’assegnazione delle cattedre. Rimangono poi immotivate le esclusioni dal concorso dei giovani laureati, dei precari con 36 mesi di servizio e del personale già di ruolo. Come è da dimostrare che l’aggregazione delle classi di concorso porterà benefici: siamo convinti del contrario.
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