Non assegnare il bonus docente da 500 euro annui ai precari “collide con i precetti costituzionali degli artt. 3, 35 e 97 Cost., sia per la discriminazione che introduce a danno dei docenti non di ruolo (resa palese dalla mancata erogazione di uno strumento che possa supportare le attività volte alla loro formazione e dargli pari chances rispetto agli altri docenti di aggiornare la loro preparazione), sia, ancor di più, per la lesione del principio di buon andamento della P.A.”. A scriverlo è stata la Sezione VII del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 1842, che ha dato il via libera per “far sì che sia tutto il personale docente (e non certo esclusivamente quello di ruolo) a poter conseguire un livello adeguato di aggiornamento professionale e di formazione, affinché sia garantita la qualità dell’insegnamento complessivo fornito agli studenti”. La tesi dei giudici amministrativi, in linea con quella della Corte di giustizia europea, è ormai fatta propria dai tribunali del lavoro di mezza Italia. Anche quello di Venezia ha accolto tale orientamento condannando il ministero dell’Istruzione e del Merito, l’altro ieri, a dare 2.500 euro ad un insegnante che ha svolto 5 anni di supplenze formandosi a proprie spese. Il ricorso era stato depositato lo scorso mese di agosto dai legali Anief: in tre mesi, dunque, è arrivata la sentenza e anche pienamente favorevole al docente.
Dopo la decisione della Cassazione di estenderne la Carta del docenti anche ai supplenti con scadenza del contratto al 30 giugno, secondo il sindacato Anief sono non meno di 150 mila i potenziali supplenti o ex precari pronti a fare altrettanto. “Allo Stato alla lunga costerà caro, considerando le spese dei processi persi quasi sempre a totale carico dell’amministrazione pubblica perdente, non aver messo una ‘toppa’ alla Legge 107/15 che ha introdotto il bonus annuale da 500 euro limitandolo solo ai docenti di ruolo”, ha commentato Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief.
Tra i temi da definire con il nuovo contratto collettivo nazionale, per il periodo 2022-24 ci sono anche la carriera e i compensi per il personale Ata della scuola (il meno pagato di tutta l’amministrazione pubblica): alcune importati conquiste sono state fatte con l’accordo del Ccnl sottoscritto lo scorso 14 luglio, altre dovranno essere prodotte con la contrattazione che si avvierà nel prossimo anno solare. A ricordalo è il sindacato rappresentativo Anief.
Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha appena concluso gli incontri con i sindacati rappresentativi sullo schema di decreto di adozione dei modelli di certificazione delle competenze e sul personale docente utilizzato o comandato presso il MIM. Per Anief hanno partecipato i Segretari Generali Stefano Cavallini e Andrea Messina.
La norma sull’esclusione dei supplenti dalla Carta del docente è stata superata dai tribunali: lo dice, senza mezzi termini, il giudice del lavoro di Trieste che ha assegnato 3.000 euro ad un insegnante per i sei anni di precariato svolti senza ricevere il bonus per l’aggiornamento e che aveva presentato ricorso attraverso i legali del sindacato Anief. Nella sentenza viene scritto che “il Consiglio di Stato ha annullato il d.P.C.M. n. 32313 del 25 settembre 2015, la nota applicativa del M.I.U.R. n. 15219 del 15 ottobre 2015, stante il contrasto di tali atti impugnati con il dettato degli artt. 3, 35 e 97 Cost., nella parte in cui si escludono i docenti non di ruolo dal beneficio per cui è causa”. Inoltre, viene ribadito quanto espresso il 27 ottobre scorso dalla Cassazione, che ha esteso la Carta per l’aggiornamento professionale anche a chi ha svolto o svolgerà una supplenza annuale fino al 30 giugno, perché non vi è “alcuna distinzione fra personale di ruolo e personale non di ruolo”.
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