È una generazione destinata a lavorare tanto di più e avere molto meno, sia in termini di stipendi che di assegno di quiescenza. Prendiamo uno degli 86mila docenti della scuola immesso in ruolo la scorsa estate: rispetto a chi lascia oggi, andrà a percepire un assegno mensile ridotto tra il 38% ed il 45%. Ciò significa che l’insegnante che oggi percepiva una pensione di 1.500 euro, lascerà il servizio (dopo oltre quattro decenni di lavoro nel Paese dei docenti più vecchi dell’area Ocse) per avere un assegno di 825 euro. Però l’attenzione di Inps e Governo rimane concentrata sulla flessibilità in uscita, che anche in questo caso rischia di tradursi in un bluff che danneggerà i lavoratori, a cui si vuole dare la possibilità di lasciare qualche anno prima rispetto ai nuovi parametri dell’assurda legge Fornero solo in cambio di riduzioni che vanno dal 2 all’8%.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): tutta colpa degli aggiornamenti biennali relativi all’aggiornamento periodico biennale della speranza di vita degli italiani, che verranno applicati a partire dal 2019 fino al 2049: col risultato che i lavoratori lasceranno il servizio anche con 47 anni di contributi. È una prospettiva che noi però non accettiamo e che abbiamo deciso di impugnare in tribunale.
Con decreto n. 1352, il Consiglio di Stato respinge la richiesta urgente di sospensione dell’ordinanza cautelare n. 1685/16 concessa dal Tar Lazio, in occasione della remissione alla Corte costituzionale dell’Art. 1 comma 110 della Legge 107/15 e del D.D.G. n. 106 del 26 febbraio 2012 all’art.3 comma 2, ritenendo comunque che non venga meno la funzionalità nel regolare svolgimento delle prove.
Di contro, Anief rende noto che durante il mese di calendarizzazione delle stesse sarà discussa in Camera di consiglio presso il Giudice di appello la questione relativa all’esclusione dei docenti laureati, ITP, o con diploma magistrale linguistico. In caso di accoglimento, lo stesso Tar Lazio dovrà mutare il precedente orientamento negativo e ordinare all’Amministrazione la partecipazione di tutti gli esclusi, indipendentemente dalle future pronunce in merito ai ricorsi depositati dallo studio legale del sindacato.
Pertanto, tutti gli esclusi dovranno attendere queste pronunce, se positive, indipendentemente dalla data già calendarizzata dall’Usr per gli ammessi.
La giunta provinciale ha dato il via libera alla chiamata diretta e alla valutazione degli insegnanti da parte dei presidi: riguarderà il nuovo reclutamento dei supplenti e dei docenti di ruolo, che dall'anno scolastico 2017/18 saranno assegnati a un ambito territoriale. Sono provvedimenti peggiorativi rispetto al pasticcio registrato a livello nazionale. Perché dietro a slogan e parole d’ordine pronunciate dai rappresentanti delle istituzioni, si cela l’intento di consegnare letteralmente gli istituti scolastici nelle mani dei capi d’istituto.
Marcello Pacifico (presidente Anief): tutto questo accade in un contesto dove l’istruzione professionale statale è già stata eliminata dal 2010, gli istituti tecnici subiranno presto un severo ridimensionamento, mentre i finanziamenti all’istruzione e alla formazione privata persistono nonostante i tagli orizzontali generalizzati in tutti i settori. Anief, rispetto alla riforma proposta a livello locale e nazionale, si avvarrà pertanto di tutti gli strumenti giuridici in suo possesso per contrastare questa devastante, nefasta e involutiva riforma.
SCUOLA: ANIEF, MIUR CONDANNATO A RISARCIRE 8 PRECARI DI ROMA
Roma, 19 apr. (AdnKronos) - "Il Miur è stato condannato a pagare 100mila euro per risarcimento danni e mancati scatti di anzianità a 8 docenti precari di Roma". Lo comunica in una nota l'Anief. "Il giudice del tribunale del lavoro capitolino ha quantificato un risarcimento complessivo per otto ricorrenti pari a 37 mensilità dell'ultima retribuzione globale di fatto percepita da ognuno di loro, cui aggiungono gli interessi previsti dalla legge - spiega il sindacato - A beneficiarne sono stati dei supplenti di lungo corso, alcuni in servizio da oltre dieci anni, che hanno compreso come l'azione dell'amministrazione scolastica nei loro confronti sia stata quella di discriminare e sfruttare il loro operato attraverso una serie infinita di contratti di lavoro a tempo determinato". "Questa ulteriore sentenza rappresenta la conferma dell'inadeguatezza della Legge 107/2015 sul fronte del reclutamento del personale precario - dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief - perché, pur prevedendo 100mila nuove immissioni in ruolo, poi ridotte a circa 86mila, è riuscita a non stabilizzare tanti docenti precari la cui unica colpa è stata quella di essersi abilitati dopo il 2011, riuscendo anche a discriminare una parte dei candidati risultati idonei ai concorsi pubblici. Calpestando, in questo modo, le indicazioni della Corte di Giustizia europea, oltre che i pareri della Consulta italiana e del Tribunale di Napoli, che affermano l'applicazione del decreto legislativo n. 368/2001 anche alla Scuola".
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