Gli Uffici Scolastici Regionali stanno correndo ai ripari, riformulando nuovi elenchi, in base stavolta all’ordine alfabetico dei cognomi dei candidati, dopo aver utilizzato quello anagrafico. L’amministrazione pensa di cavarsela con dei semplici avvisi, con i quali comunica “che per mero errore tecnico la distribuzione dei candidati in ordine alfabetico tra le aule non è risultata sempre corretta. Pertanto si pubblicano nuovamente gli elenchi contenenti la suindicata distribuzione per le prove scritte” d’un lungo elenco di classi di concorso.
Marcello Pacifico (presidente Anief): andavano spostate anche le prove scritte con un nuovo calendario in Gazzetta Ufficiale. A questo punto dopo quelle Invalsi, non prima del 12 maggio. Perché migliaia di candidati al concorso hanno ricevuto un bel danno: si sono visti spostati le sedi d’esame, anche di 200 chilometri, e gli orari di svolgimento della prova, pure di 10 ore, rispetto alla prima comunicazione. Solo che nel frattempo avevano già chiesto permessi di lavoro, prenotato mezzi di trasporto e alberghi. Si dice loro che c’è stato un errore. Ma nel farlo se ne commette un altro: si disapplica il comma 1 dell’articolo 7 dei bandi, nella parte in cui obbligano a comunicare la corretta suddivisione dei partecipanti alle prove scritte da svolgere con non meno di quindici giorni di anticipo. E questo andava fatto, perché abbiamo assistito ad una ridefinizione ex novo delle prove. Parlare di mera rettifica, lasciando immutate le date, è un grave errore.