ROMA, 27 AGO - Tra una quindicina di giorni riprendono le lezioni ma il problema delle supplenze torna implacabile, soprattutto al Nord: a denunciarlo è l'Anief. Citando il portale Orizzonte Scuola, l'Anief denuncia che solo a Milano mancano 1.400 docenti di sostegno, quasi tutti alla primaria e alle medie. A Mantova sono assenti tra i 250 e i 300 docenti, appartenenti in prevalenza a matematica, italiano e sostegno. In Veneto scarseggiano i professori di Matematica e Scienze alle medie: in realtà ci sarebbero, ma sono quelli che hanno superato le prove suppletive del concorso a cattedra e ancora attendono di essere collocati in graduatoria. Anche in Liguria dopo le nomine in ruolo restano vuote 603 cattedre di sostegno su 1.320. Ma sul sostegno ci sono realtà difficili anche al Sud: in Sicilia quasi 5mila posti in deroga che andranno in larghissima parte ai precari. Per il sindacato, largamente insufficiente è stata la trasformazione di 16mila cattedre dall'organico di fatto a quello di diritto. Inoltre, tanti docenti supplenti assegnati alle classi a inizio anno dovranno cambiare sede, perché gli Uffici Scolastici hanno pubblicato le liste provvisorie per l'aggiornamento delle graduatorie d'istituto a ridosso dell'inizio del nuovo anno. "A ben poco è servita la riforma della Buona Scuola - commenta il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - come male organizzate sono state le 52mila immissioni in ruolo, visto che tra le 15mila e le 20mila sono andate perse perché gli abilitati della seconda fascia d'istituto sono stati lasciati fuori dalle GaE, peraltro nemmeno colpevolmente aggiornate. Eppure, rispetto al passato delle novità importanti ci sono: sono quelle che arrivano dai tribunali, nazionali e non. Le quali pongono sullo stesso piano i diritti del personale precario con quello di ruolo: va ricordato, soprattutto, il diritto al risarcimento per i supplenti con tre anni di servizio svolto. E anche quello stipendiale, emesso di recente dalla Cassazione. Sono principi rilevanti, che aprono la strada a molti altri ricorsi orientati all'effettiva parità tra personale precario e di ruolo, ancora diviso da norme che il nuovo contratto dovrà necessariamente rivedere". (ANSA).
A seguito dei recenti successi delle tesi sostenute dal nostro sindacato e delle numerose richieste d’intervento ricevute negli ultimi giorni, l'Anief ha deciso di attivare uno specifico ricorso al Presidente della Repubblica per consentire l'accesso alla II fascia delle Graduatorie d'Istituto dei docenti in possesso di diploma ITP già inseriti nella relativa III fascia G.I. Il ricorso è rivolto a tutti i docenti in possesso di diploma ITP che non avevano già aderito al precedente ricorso al TAR Lazio e che vogliono rivendicare il diritto all'inserimento nelle graduatorie d'istituto degli abilitati. Scadenza adesione 10 settembre.
Solo a Milano mancano 1.400 docenti di sostegno, quasi tutti alla primaria e alle medie: la maggior parte dei posti saranno affidati a docenti senza specializzazione. A Mantova sono assenti tra i 250 e i 300 docenti, appartenenti in prevalenza a matematica, italiano e sostegno. In Veneto scarseggiano i professori di Matematica e Scienze alle medie: a ben vedere ci sarebbero, ma sono quelli che hanno superato le prove suppletive del concorso a cattedra e ancora attendono di essere collocati in graduatoria. Anche in Liguria le cattedre di sostegno scoperte non mancano: dopo le nomine in ruolo restano vuote 603 cattedre di sostegno su 1.320. Ma sul sostegno ci sono realtà difficili anche al Sud: in Sicilia quasi 5mila posti in deroga che andranno in larghissima parte ai precari. Malgrado le rassicurazioni del Miur, inoltre, le 90mila supplenze annuali non verranno esaurite entro il prossimo 15 settembre. Preoccupa la situazione della Lombardia.
Per il sindacato, largamente insufficiente è stata, per vincere la supplentite, la trasformazione di 16mila cattedre dall’organico di fatto a quello di diritto. Come se non non bastasse, tanti docenti supplenti assegnati alle classi a inizio anno dovranno cambiare sede. Questo accadrà perché ancora una volta gli Uffici Scolastici hanno pubblicato le liste provvisorie per l’aggiornamento delle graduatorie d’istituto a ridosso dell’inizio del nuovo anno. Anche il personale Ata ha i suoi problemi: la categoria è stata prima aggravata di carichi di lavoro della L. 107/2015 e dal recente decreto vaccini, poi danneggiata da un numero di assunzioni ridicolo (appena 6.200 a fronte di 18mila posti liberi) e infine beffata dall’ennesimo blocco di organici.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): A ben poco è servita la riforma della Buona Scuola. Come male organizzate sono state le 52mila immissioni in ruolo, visto che tra le 15mila e le 20mila sono andate perse perché gli abilitati della seconda fascia d’istituto sono stati lasciati fuori da GaE, peraltro nemmeno colpevolmente aggiornate. Eppure, rispetto al passato delle novità importanti ci sono: sono quelle che arrivano dai tribunali, nazionali e non. Le quali pongono sullo stesso piano i diritti del personale precario con quello di ruolo: va ricordato, soprattutto, il diritto al risarcimento per i supplenti con tre anni di servizio svolto. E anche quello stipendiale, emesso di recente dalla Cassazione. Sono principi rilevanti, che aprono la strada a molti altri ricorsi orientati all’effettiva parità tra personale precario e di ruolo, ancora diviso da norme che il nuovo contratto dovrà necessariamente rivedere.
Per questi motivi, Anief prosegue i ricorsi gratuiti per la mancata stabilizzazione: si può decidere di ricorrere in tribunale per ottenere scatti di anzianità, il pagamento dei mesi estivi e adeguati risarcimenti. Ai ricorsi sono interessati pure i lavoratori di ruolo.
L'Anief ottiene ragione presso il Tribunale Amministrativo della provincia autonoma di Trento con una sentenza esemplare che ristabilisce il rispetto della legalità e della normativa primaria in materia di piano dell'offerta formativa e organizzazione delle materie curricolari all'interno degli istituti tecnici. Confermate in toto le tesi patrocinate dai legali Anief e ribadito a chiare lettere che il Consiglio d'Istituto non può stravolgere il Piano dell'Offerta Formativa in nome ‘dell'autonomia e della flessibilità oraria’. Marcello Pacifico (Anief-Cisal): ‘Quanto accaduto presso l'istituto superiore di Trento è, purtroppo, una consuetudine piuttosto diffusa che il nostro sindacato ha sempre osteggiato apertamente. Come sindacato mettiamo a disposizione la nostra esperienza e i nostri legali e invitiamo tutti i docenti a contattare tempestivamente la nostra struttura provinciale al fine di poterci attivare per risolvere la problematica, anche attraverso azioni legali mirate’. Per informazioni e contatti scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Il Ministero dell’Istruzione ha finalmente autorizzato i pagamenti a favore di decine di migliaia di docenti, amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici che hanno stipulato supplenze per periodi ridotti, spesso per sostituire il titolare di ruolo in stato di malattia. Gli accreditamenti sono stati effettuati grazie alla copertura dei fondi nei POS delle scuole. Il mancato accreditamento dei compensi si trascinava dal mese di aprile ed era esclusivamente legato al problema delle disponibilità finanziarie da parte dell’amministrazione statale.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Viene da chiedersi quanto altro tempo sarebbe passato se a metà luglio non avessimo presentato formale diffida alla competente Ragioneria territoriale dello Stato, che funge da ufficio pagatore nella provincia in cui si svolge il servizio. Per noi, quanto accaduto è ingiustificabile. Ancora di più perché, con la digitalizzazione dei sistemi di pagamento della PA, il Governo aveva Renzi aveva superato queste problematiche. Invece, ci siamo ritrovati per l’ennesima volta con lo Stato che calpesta gli articoli 35 e 36 della Costituzione. Con lavoratori pubblici lasciati senza il compenso dovuto per oltre 150 giorni, andando anche a ledere il principio di uguaglianza, sancito dalla curia europea e ribadito nei giorni scorsi dalla Cassazione, dei dipendenti precari rispetto a quelli di ruolo.
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