L’ultima chiamata per salvare l’anno scolastico è il decreto legge 69 Salva-Infrazioni: la versione del DL approvata dal Consiglio dei Ministri ha modificato solo le regole sulla ricostruzione di carriera, imponendo il riconoscimento dell'effettivo servizio per intero, e aperto all’assegnazione della carta docente ai supplenti annuali ma solo ai supplenti con nomina fino al 31 agosto. Sono due prime risposte alle richieste del sindacato, in particolare alle pressioni effettuate dall’Anief al governo, ma risultano insufficienti per iniziare le lezioni a settembre senza prefigurare grossissimi problemi all’impianto organizzativo della macchina scolastica italiana. Le modifiche risolutive sono state chieste dal giovane sindacato e raccolte da diverse forze politiche: in Senato, maggioranza e opposizioni hanno infatti presentato quasi tutti gli emendamenti proposti dall’Anief (25 su 30) e già in settimana si attende l’esito attraverso l'esame di ammissibilità, l’eventuale segnalazione e poi il voto finale.
L’aumento del precariato nella scuola ha assunto livelli patologici: lo dicono i numeri, in preoccupante crescita, pubblicati dal Portale dati del ministero dell’Istruzione e del Merito e commentati in queste ore dalla rivista Tuttoscuola. Scorrendo le cifre riportate, si scopre che in sette anni la quantità di insegnanti precari è addirittura raddoppiata. “Dai 100mila del 2015-16 – scrive la rivista specializzata - il numero di quei docenti è passato l’anno dopo a quasi 126mila, poi a 135mila nell’anno successivo, e così via di aumento in aumento fino a toccare l’anno scorso quota 225mila, facendo segnare in questo modo una percentuale di docenti precari di oltre il 24%, doppia di quella del 2015-16, (225mila su 924mila docenti in cattedra): quasi uno su quattro”.
Oltre 200mila precari della scuola sono oggi senza contratto di lavoro: il loro rapporto è infatti arrivato al termine ieri, 30 giugno. Ora possono chiedere la Naspi, l’indennità di disoccupazione che spetta ai lavoratori subordinati che perdono involontariamente il proprio posto di lavoro, attraverso la consulenza di Cedan. E devono farlo subito. I neo disoccupati hanno anche diritto a chiederel’indennità sostitutiva per le ferie mai usufruitee poi il recupero della Carta docente: entrambe sono richiedibili grazie ai ricorsi vinti dai legali Anief. I precari che hanno sottoscritto e concluso un contratto cosiddetto “breve”, inoltre, possono chiedere il risarcimento per la Retribuzione professionale docente. Infine, con un emendamento al decreto Salva-infrazioni, il giovane sindacato intende fare chiarezza sui tanti posti vacanti senza titolare ma non collocati in organico di diritto che permetterebbero l’immissione in ruolo.
La prossima sarà una settimana importante per i futuri docenti di sostegno: tra martedì 4 e venerdì 7 luglio, come previsto dal decreto ministeriale 694 del 30 maggio scorso, sono in programma le prove preselettive per l’accesso all’ottavo ciclo del TFA sostegno, il corso di specializzazione per le attività didattiche con studenti con disabilità che quest’anno prevede 28.986 posti complessivi (un po’ meno di quelli indicati inizialmente). Si parte il 4 luglio, con la prova per la scuola dell’infanzia; il giorno dopo le prove saranno dedicata ai maestri della primaria; il 6 luglio toccherà agli aspiranti ai corsi di Tfa sostegno della scuola secondaria di I grado; infine, il 7 luglio toccherà ai candidati per la scuola secondaria di II grado. Anche quest’anno, la ripartizione dei posti è stata prestabilita direttamente del ministero dell’Università e della Ricerca, sulla base della disponibilità degli atenei e non delle effettive esigenze territoriali.
Non c’è solo l’orientamento euro-unitario a dire che la Carta del docente va data anche ai precari: “deve affermarsi in linea generale che anche il docente assunto a tempo determinato ha diritto a ricevere la Carta Elettronica, trovandosi in una situazione analoga a quella del docente di ruolo. Si ricorda, a questo proposito, che la disparità di trattamento (a sfavore dei lavoratori precari o già precari) tra periodi di lavoro con contratti a termine e periodi di lavoro a tempo indeterminato, “non può essere giustificata dalla natura non di ruolo del rapporto di impiego, dalla novità di ogni singolo contratto rispetto al precedente, dalle modalità di reclutamento del personale nel settore scolastico e dalle esigenze che il sistema mira ad assicurare”, come ha stabilito la Corte di Cassazione nel 2019 con la sentenza n. 31149. Così si è espresso il giudice del lavoro di Venezia, assegnando 1.500 ad un insegnante che ha presentato ricorso con i legali Anief, per tre supplenze svolte formandosi a proprie spese, specificando che sulla questione “era già intervenuta CGUE 2022 (maggio) e CdS pubblicata il 16.3.2022 senza che il Ministero abbia inteso modificare la propria azione e quindi dando vita al presente contenzioso”.
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