Anche il tribunale di Brescia ha ribadito il valore abilitante all’insegnamento del loro titolo conseguito entro l’anno scolastico 2001/2002. Superata, ancora una volta, l’esclusione imposta dal Miur che voleva negare a una docente la possibilità di conseguire supplenze con il riconoscimento della validità del titolo posseduto ai fini abilitanti. In accoglimento del ricorso, l'Anief ha ottenuto la dichiarazione del “diritto della ricorrente all’inserimento nella II fascia delle graduatorie di Istituto classi di concorso scuola dell’infanzia e scuola primaria per gli anni scolastici 2014/2017 nella posizione derivante dal punteggio attribuitole in base ai titoli e servizi posseduti e condanna le amministrazioni convenute al reinserimento della ricorrente nelle suddette graduatorie con decorrenza dall’approvazione delle graduatorie d’istituto valide per gli anni 2014/2017”.
Marcello Pacifico (Anief – Cisal): “La sentenza ha ribadito che il diritto di questi docenti è sancito dalla normativa primaria e da una granitica giurisprudenza ottenuta dai nostri legali in Consiglio di Stato ed è di primaria rilevanza per la battaglia che conduciamo da anni in favore dei docenti in possesso di diploma magistrale linguistico.
L’Anief, sindacato che da anni si batte in tribunale per la tutela dei loro diritti, ha attivato anche uno specifico ricorso,con scadenza di adesione e invio della documentazione utile entro il prossimo 7 dicembre, per far fronte anche alla loro esclusione dalle Graduatorie a Esaurimento imposta da alcuni Ambiti Territoriali Provinciali.
In Calabria, Campania e Sicilia, risultano ancora senza docente molti spezzoni di cattedra: per la scuola dell’infanzia e primaria, nelle provincie di Terni, Cosenza, Perugia, Campobasso, Roma, Latina e Palermo, sono ancora in corso le convocazioni per il conferimento degli incarichi annuali e a Catanzaro si devono completare pure quelle del personale Ata. Al Nord non va meglio: a Genova il 30% dei bambini disabili delle scuole primarie non ha ancora avuto (forse non arriverà mai) un insegnante di sostegno specializzato; a Savona scarseggiano i docenti del primo ciclo e le scuole sono costrette a ricorrere ai candidati privi di abilitazione che hanno presentato la sola “messa a disposizione”; a Torino, ci sono da coprire ancora 339, di cui 230 di sostegno e vi sono, inoltre, ancora vuoti “a macchia di leopardo” alle medie e alle superiori; carenze di docenti delle superiori si segnalano anche in Veneto ed in altre regioni. A Firenze un gruppo di genitori lancia un appello pubblico: Per Natale vogliamo una maestra o una prof!
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): mai era accaduto che così tanti insegnanti e pure una parte di Ata dovessero attendere più di tre mesi per essere nominati su posti vacanti o spezzoni di cattedre residui. Il tutto diventa intollerante perché, ancora una volta, gli uffici scolastici non si sono attivati per coprire i vuoti sul sostegno che riguardano qualcosa come 40mila posti: non possono, poi, essere di certo i docenti del “potenziamento” a fare da tappabuchi su insegnamenti per i quali non sono nemmeno abilitati. Sembra assurdo, ma la riforma della scuola, alla resa dei conti, ha aggravato il fenomeno del precariato e della copertura adeguata dei posti.
Confermato anche dal Giudice del Lavoro di Brescia il valore abilitante del diploma magistrale sperimentale a indirizzo linguistico conseguito entro l'a.s. 2001/2002, così come sostenuto da sempre dall'Anief. Gli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli, Tiziana Sponga e Lara Bianzani ottengono una sentenza fondamentale per il riconoscimento dei diritti dei docenti abilitati illegittimamente esclusi dal MIUR dalla possibilità di conseguire supplenze con il riconoscimento della validità del titolo posseduto ai fini abilitanti. Marcello Pacifico (Anief-Cisal) “Ancora una volta abbiamo raggiunto un traguardo importante nella tutela dei diritti dei lavoratori della scuola. Il Ministero dell'Istruzione si sta nuovamente ostinando a negare un diritto sancito dalla normativa primaria e da una granitica giurisprudenza ottenuta dai nostri legali in Consiglio di Stato”. Pronti a partire anche i ricorsi specifici dedicati a quanti, in possesso di diploma sperimentale linguistico, sono stati illegittimamente esclusi dalle Graduatorie a Esaurimento, nonostante il favorevole pronunciamento del Tribunale Amministrativo e del Consiglio di Stato.
Per allineare le buste paga di 3 milioni e 300mila dipendenti del pubblico impiego servirebbero 170 euro e non gli 85 che i Confederali si apprestano a sottoscrivere mercoledì prossimo, quando incontreranno il ministro della Funzione Pubblica: da corrispondere dal 1° settembre 2015, esattamente il doppio di quanto propongono ora amministrazione e sindacati, peraltro con finanziamenti di cui non c’è traccia nella legge di bilancio.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): è stato recentemente l’Istat a calcolare che nel 2016 gli stipendi dei lavoratori statali hanno raggiunto il punto più basso dal 1982. E sul ritardo clamoroso dei compensi che ricevono i dipendenti pubblici si è espressa di recente anche la Corte dei Conti; per non parlare della Consulta che, con una doppia espressione, ha reputato illegittimo mancati aumenti e stop contrattuale. Sono anni che diciamo, inascoltati, che i rinnovi di contratto si fanno rispetto all’Indice dei Prezzi al Consumo Armonizzato per i paesi dell’Unione e che gli scatti di anzianità non si toccano: ancor di più nella scuola, dove rappresentano l’unica modalità di carriera professionale.
Il rinnovo del contratto nazionale dei metalmeccanici 2016-2019, sottoscritto dai sindacati di settore con Confindustria, rende ancora più modesto l’accordo che si sta producendo sul comparto pubblico ed il personale della scuola: per i metalmeccanici, infatti, è previsto il “recupero del 100% dell'inflazione per tutta la durata del contratto e riconoscimento pieno degli scatti di anzianità”. Questo significa che a tutti i lavoratori di comparto “verrà riconosciuta l'inflazione con gli aumenti del contratto nazionale. Verrà calcolata expost, ovvero dopo che a maggio sarà reso noto dall'Istat il valore dell'Ipca (indice dei prezzi al consumo armonizzato a livello europeo), nella busta paga di giugno sarà erogato l'aumento dell'anno precedente”.
Roma, 25 nov. (askanews) - La Commissione Bilancio della Camera, all'ultimo momento ha dato il via libera all'ampliamento, seppure di appena 2 milioni di euro, del fondo legato ai contenziosi per le mancate assunzioni dei supplenti storici con almeno 36 mesi di servizio svolto (a firma del relatore Mauro Guerra del Pd).
Parallelamente, è stato chiesto di effettuare il conteggio delle supplenze, pari a 36 mesi di servizio complessivi pure non continuativi, solo a partire dal 1° settembre scorso. Secondo il sindacato della scuola Anief, questa modifica non basta a coprire la mole dei risarcimenti richiesti dai docenti ricorrenti che si sono rivolti o si stanno rivolgendo al sindacato, anche per ottenere gli scatti di anzianità non corrisposti per il periodo di precariato. "Finalmente i parlamentari si rendono conto che se non si affronta la situazione del precariato a livello nazionale, attraverso norme ad hoc, le rivalse dei tanti danneggiati dalla mancata applicazione delle indicazioni europee faranno scoppiare una situazione sinora tenuta solo sopita. Perché d'ora in poi - ha detto Marcello Pacifico (Anief-Cisal) - a seguito delle ultime sentenze nazionali e transnazionali, tutti coloro che hanno svolto almeno tre anni di supplenze possono vantare risarcimenti tutt'altro che figurativi. L'importo previsto è basso, seppure incoraggiante: solo in Piemonte, grazie ai legali Anief, in un solo anno sono stati conferiti dallo Stato, tramite i tribunali, più di un milione di euro di risarcimenti. A beneficiarne sono stati solo una settantina di precari. Ora, il sindacato sta cercando giustizia per risarcire i precari che hanno stipulato 1 milione e mezzo di contratti nell'ultimo decennio: molti riguardano precari o ex precari che hanno svolto 36 mesi di supplenze".
Quasi tutte le modifiche chieste per sanare i mali della scuola e le storture della riforma approvata dal Governo non sono state accolte. Passano soltanto lo "School bonus" (con le donazioni effettuate da privati destinate alla scuola di preferenza e non al bilancio dello Stato), la “specifica” sulle supplenze oltre 36 mesi (il cui conteggio parte dal 1° settembre 2016), il Fondo risarcimenti supplenze (con il modesto rifinanziamento di 2 milioni di euro all'anno per il triennio 2017-2019), il contributo alle materne paritarie per la realizzazione di nuovi istituti (25 milioni di euro da erogare entro il 31 ottobre 2017), il ‘Bonus 'Stradivari’ per l'acquisto di strumenti musicali da parte di studenti dei conservatori e scuole superiori musicali (al massimo da mille a 2.500 euro e potrà coprire il 65% della spesa). Niente da fare per l'Ape social, di cui beneficeranno solo insegnanti dell'infanzia e gli educatori dei nidi. Mentre è previsto il raddoppio del contributo aggiuntivo per le scuole d'infanzia paritarie (da 25 a 50 milioni di euro) e l'incremento dell’importo massimo detraibile per spese di frequenza, compresa la mensa scolastica (detrazione Irpef sempre al 19%, gli importi annuali passano da 400 euro per l'anno in corso a 564 euro per il 2016, 717 per il 2017, 786 per il 2018 e 800 dal 2019).
Disco rosso per le richieste del giovane sindacato, che partono dalla modifica della Legge 107/2015 e dall’adozione di provvedimenti urgenti per eliminare la piaga del precariato. Verranno ripresentanti a Palazzo Madama, unitamente alle modifiche delle norme che regolano le GaE e le graduatorie d’istituto. Oltre che sugli idonei e vincitori non assunti del Concorso a cattedra 2016; sulle prossime selezioni pubbliche nazionali, anche per Dirigenti, Dsga, Coordinatori di segreteria, con riserve per alcune categorie; sulla carriera del personale; sullo sblocco dell’indennità di vacanza contrattuale; sull’abolizione del Tfr; sul blocco del primo gradone stipendiale per i neo-assunti dal 2011; sull’estensione dell’Ape “social” a tutti i docenti.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): così facendo, l’Esecutivo mantiene la linea assunta con l’approvazione della riforma della scuola, pur avendo tutti contro. Quell’atteggiamento, lo ha detto anche di recente il premier Renzi, ha condotto a un malcontento generale, aggravato dal protrarsi del mancato rinnovo contrattuale o dell’accordo con somme ridicole, prodotto in questi giorni, con l’assenso dei soliti sindacati rappresentativi. Bisognava cambiare le norme, nonché valorizzare il personale attraverso finanziamenti adeguati e non con ‘mance’ di facciata da 85 euro lordi, se tutto va bene. L'ultima possibilità è ora quella di approvare quegli emendamenti in Senato: in caso contrario, la frattura sarà insanabile.
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