ROMA - Malgrado tutti i problemi che l'affliggono, la scuola italiana rimane un saldo punto di riferimento per tantissimi aspiranti lavoratori. Lo testimonia il boom di domande, probabilmente superiori al milione, presentate in questi giorni per essere collocati nella terza fascia delle graduatorie d'istituto al fine di candidarsi a svolgere, per brevi periodi, mansioni di assistente amministrativo o tecnico, ma anche per fare il collaboratore scolastico.
Il sindacato ha raccolto perplessità e limiti della bozza di riforma del Governo attraverso 400 seminari e dibattiti tenuti in tutta Italia con 10mila partecipanti: dal confronto è emerso che molte delle richieste maggioritarie giunte da chi vive la scuola tutti i giorni, per rilanciare il settore scolastico, non sono presenti nel testo già approvato dal CdM.
Queste le indicazioni dei lavoratori: no all’abolizione degli scatti, sì all’adeguamento dell’Italia alla normativa comunitaria e all’abolizione della trattenuta ENAM e TFR, via libera alle regole flessibili per le pensioni, all’obbligo formativo fino al 18° anno di età, all’organico funzionale ma non sostitutivo all’insegnamento. Il personale auspica anche maggiore impegno per garantirgli risorse aggiuntive, senza però attuare nuovi tagli al settore, l’assegnazione di stipendi base finalmente ancorati all’inflazione, regole per contratti di apprendistato e nessuna discriminazione per i contratti a termine.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): è bene che gli argomenti espressi durante i nostri partecipati incontri formativi e di confronto, trovino spazio nell’imminente passaggio legislativo di riforma, ma anche nel rinnovo contrattuale in programma nel nuovo anno, due momenti fondamentali per il futuro della scuola italiana.
Il dato è contenuto nell'Annuario statistico italiano pubblicato dall’Istat: dai noi si investe per la formazione di giovani solo il 4,6% del Pil. Guida la classifica la Danimarca, ma fanno meglio anche Regno Unito (6,4%), Paesi Bassi (6,2%), Francia (6,1%), Portogallo (5,5%) e Germania (5,1%). Dal confronto usciamo sconfitti pure rispetto a Stati Uniti (6,9% del Pil), Australia (5,8%) e Giappone (5,1%). Con il risultato di questo basso investimento che si traduce in un deludente “tasso di scolarità dei giovani di 15-19 anni” e in un modesto conseguimento di numeri di diplomi di maturità e di laurea.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): tutti i Governi dei Paesi moderni hanno compreso che un giovane ben formato e preparato è una risorsa in più, anche per rilanciare lo sviluppo economico nazionale. Mentre nella nostra Penisola gli ultimi anni sono stati contrassegnati dai tagli. E ancora non si volta pagina.
Mille persone innamorate della Scuola
Dopo la consultazione on line su “La Buona Scuola”, il cantiere resta aperto. Renzi chiede: "Aiutateci a cambiare la Scuola”, e si prenota per incontrare, il 22 febbraio p.v., i protagonisti di “buone pratiche” didattiche. Qualche nostra considerazione.
Mentre la media delle buste paga dei dipendenti pubblici si attesta a 34.505 euro, per docenti e Ata si ferma a 29.468: le professioni ‘in divisa’ percepiscono circa 10mila euro annui in più; i lavoratori della presidenza del Consiglio del ministri quasi 30mila euro in più; i magistrati addirittura 110mila. I dati contenuti nell’ultimo ‘Conto annuale’ realizzato dal Dipartimento della Ragioneria Generale dello Stato.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): Il divario stipendiale si comincia a far sentire non solo rispetto all’estero. Se non si rinnova il contratto e si eliminano gli scatti il gap diventerà abissale. Si prospetta ancora un Natale amaro per chi è impegnato a formare le nuove generazioni.
Dopo la forte crescita negli anni di avvio della riforma, il passaggio dalla scuola superiore all'università è andato sempre più riducendosi: ormai si iscrive ad un corso di laurea solo un “maturato” su due, pochi anni fa erano il 17% in più. In questi giorni il Miur, invece di affrontare la situazione, sbloccando anche il nodo degli organici, ha pensato bene di pubblicare il decreto che ripartisce circa il 20% del Fondo di finanziamento ordinario alle università statali e il decreto sul “costo standard” di formazione per studente in base al merito. Penalizzando gli atenei e gli iscritti nei contesti accademici più svantaggiati, ad iniziare da quelli del Sud.
Marcello Pacifico (Anief-Confedir): se si fa un confronto con l’Europa, siamo quasi la maglia nera per spesa pubblica destinata all’istruzione. Nell’ultimo periodo le tasse richieste dalle Università agli studenti fuori corso sono aumentate dal 25% al 100%. E pensare che soltanto il 15% degli italiani tra i 25-64 anni ha un livello di istruzione universitario rispetto a una media Ocse del 32%. Con la percentuale di studenti quindicenni che spera di conseguire la laurea scesa dal 51,1% del 2003 al 40,9% del 2009.
Le vittorie ANIEF innanzi al TAR Lazio, dopo il soddisfacente successo della sentenza ottenuta nelle scorse settimane che confermava la validità delle abilitazioni del primo ciclo TFA conseguite con riserva dai nostri iscritti, proseguono anche riguardo al secondo ciclo del Tirocinio Formativo Attivo bandito per l’anno accademico 2014/2015: sono ormai centinaia i provvedimenti cautelari di accoglimento ottenuti grazie all'instancabile impegno degli Avvocati Fabio Ganci, Walter Miceli e Salvatore Russo che riconoscono il pieno diritto dei nostri iscritti, esclusi dal MIUR a seguito di un'iniqua quanto contestabile prova preselettiva, a partecipare alle successive prove di ammissione al TFA.
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