Secondo l’esperto di malattie professionali Vittorio Lodolo D’Oria “la gente considera” gli insegnanti “i paria del pubblico impiego ecco intervenire il fattore anagrafico perché il nostro Paese vanta gli insegnanti più anziani, oltreché i peggio pagati, d’Europa”. Il sindacato ribadisce quanto detto al tavolo con il ministro dell’istruzione: l’emergenza Covid deve essere anche un momento di riflessione per capire che il personale scolastico va valorizzato e svecchiato, considerandolo come una categoria da tutelare. Le ultime decisioni non sembrano però andare in questo verso: negli ultimi protocolli istituzionali sul rientro in classe ci si è dimenticati dei lavoratori fragili della scuola, si è cancellato solo per loro lo smart working, si è sorvolato sul fatto che più del 60% dei docenti è over 50 e che crescono le patologie derivanti dallo stress da cattedra.
Anche secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “la pandemia che ha colpito il mondo va giustamente affrontata in chiave di rinascita di determinati settori vitali per il benessere dei cittadini, come la Conoscenza, la Sanità e il Welfare. Auspichiamo, quindi, che le indicazioni fornite dall’Anief al premier Giuseppe Conte sull’utilizzo esclusivo per la scuola del 10% dei fondi dei 172 miliardi in arrivo dal Recovery Fund possano effettivamente trovare seguito. Occorre assolutamente cancellare dai vincoli di bilancio pubblico le spese di funzionamento della scuola, abbandonando la linea dei tagli e del dimensionamento degli ultimi 12 anni. E andare finalmente a valorizzare il corpo docente e tutti i lavoratori della scuola che negli ultimi anni sono scesi nella scala sociale a livelli indegni: è la sfida delle sfide. Che va vinta senza se e senza ma”.
Gli studenti delle superiori come gli universitari, con la mascherina addosso durante tutto il tempo che trascorrono a scuola: anche quando sono seduti al banco e se si supera il metro di distanza dai compagni. È questa l’ipotesi che oggi il Comitato tecnico scientifico della Protezione civile affronta sul delicato tema dei dispositivi di protezione nelle scuole. Per ridurre i rischi epidemiologici, secondo gli esperti nominati dal Governo vi sarebbe la possibilità di far togliere la protezione dal volto, quando durante le lezioni sono rispettate le distanze, solo agli alunni del primo ciclo e della scuola media. Stop. Il sindacato Anief dice no: chi conosce la scuola, sa che sarebbe molto molto difficile.
Conquista il tuo posto nella scuola, i reclutamenti sono in dirittura d’arrivo. Ottimizza il poco tempo a disposizione con un corso mirato e una programmazione specifica. Per vincere un concorso servono delle linee guida e una pianificazione della propria preparazione. Abbiamo già pensato noi a strutturare tutti i percorsi formativi e a differenziarli in base alle tipologie di prove e alle classi di concorso. Rafforza le tue conoscenze allenandoti con i simulatori. Non serve studiare tanto, ma studiare nel modo giusto. È possibile iscriversi in qualunque momento ai nostri corsi, scegliendo quelli più adatti alle tue esigenze.
Trova applicazione il decreto MI-MUR 90/2020 dal quale si evince che gli atenei autorizzati dal ministero dell’Istruzione hanno l’obbligo di riaprire i bandi per l’ammissione alle prove di accesso al V ciclo TFA specializzante per un periodo pari ad almeno due settimane. La procedura deriva dell’atto interministeriale, che ha recapito le novità introdotte dalla legge 6 giugno 2020 n. 41 di conversione del D.L. 22/2020, a partire dall’ammissione diretta alle prove scritte per l’accesso ai corsi di specializzazione dei docenti che hanno prestato servizio su sostegno nello specifico grado per almeno tre anni, anche non consecutivi. Tra fine settembre e l’inizio di ottobre sono già state fissate le prove preselettive.
Il giovane sindacato Anief sottolinea che il candidato ai corsi specializzanti che otterrà la sufficienza al termine della prova preselettiva o comunque rientrerà nel novero dei posti aggiuntivi richiesti rispetto a quelli banditi e se ha comunque tre anni di servizio dovrà essere ammesso direttamente alla prova scritta. Coloro che hanno svolto tre anni di servizio su posti di sostegno, anche non consecutivi, nello specifico grado per cui vogliano conseguire la specializzazione, dovrebbero invece potere accedere al corso indipendentemente dall'esito delle prove. Anief rimane anche in attesa dell'esito del ricorso sulla contestazione del numero dei 20 mila posti banditi non in base alle effettive esigenze ma all'offerta formativa degli Atenei. È stato infine aperto il ricorso per l’accesso diretto agli scritti a tutti i docenti con tre anni di servizio, anche se prestati tutti o in parte su posto comune o classe di concorso. Si ricorda che è possibile aderire gratuitamente a tutti e tre i ricorsi fino al 5 ottobre sul Portale Anief.
Il decreto “agostano” n. 104 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 14 agosto scorso - correlato alle situazioni emergenziali del Covid - ha disposto che al personale amministrativo, tecnico e ausiliario non sarà più possibile svolgere lavoro “agile”, come era invece previsto nel decreto legge del 19 maggio 2020, n. 34 all’art. 263: il sindacato si schiera contro questo provvedimento, perché con un solo atto si negano il diritto alla Salute e al Lavoro.
“Se il decreto 104 non viene modificato – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - quindi non solo non si tutela la salute del lavoratore, diritto imprescindibile sancito dalla Costituzione della Repubblica Italiana, ma non viene garantito neanche il diritto al lavoro, anch’esso sancito dalla medesima carta costituzionale. In pratica, si vanno a ledere in questo modo i diritti degli individui in quanto tali e che dovrebbero invece essere garantiti a prescindere dai nuovi decreti, decreti legge e norme varie. Anche in base a quanto ci insegna la nostra Costituzione della Repubblica Italiana, prima nella gerarchia delle fonti del diritto. Ecco perché occorrono modifiche al decreto 104, attraverso emendamenti che anche l’Anief si appresta a far presentare”.
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