L’attuazione della Legge ha mantenuto un posto su tre al personale precario. E la prossima formazione delle nuove leve lascia molto a desiderare. A rendere ancora più insopportabile la situazione è la gestione transitoria dei docenti. Da una parte c’è il Miur, secondo cui di fatto manca personale specializzato. Dall’altra ci sono gli alunni, che in gran numero continuano a non avere garantita la continuità didattica, essendo costretti a cambiare i loro docenti ogni dodici mesi e anche una o più volte durante l’anno scolastico.
Anief però smentisce, con numeri e fatti, l'assenza di insegnanti di sostegno precari: gli specializzati ci sono, ma il Governo li ignora e continua a bandire TFA lasciando il personale fuori dalle graduatorie per il reclutamento. Il problema, ricorda sempre l’Anief, ha origine nella farsa dei posti in deroga, inizialmente introdotti per un solo anno ma poi confermati di volta in volta, sino alla Legge Carrozza 128/2013. Anche il conseguente decreto legislativo 66/2017 sulla promozione dell'inclusione scolastica degli studenti con disabilità, posteriore alla Buona Scuola, ricorda come il numero degli organici di sostegno debba essere invariato rispetto ai posti in deroga attivati lo scorso anno quando a fronte dei 137.501 insegnanti chiamati su posti di sostegno erano soltanto 96.480 quelli stabilizzati.
Quel decreto ha anche introdotto diverse novità per il personale che svolge sostegno agli alunni disabili: è stato cambiato il Pei, che deve tenere conto della certificazione di disabilità e del Profilo di funzionamento. Cambiano anche le Commissioni mediche: la nuova composizione prevede un medico legale (presidente), un neuropsichiatra infantile, un pediatra, un assistente specialistico e un medico dell’Inps. Si introduce il progetto individuale, redatto dal competente Ente locale sulla base del Profilo di funzionamento, su richiesta e con la collaborazione dei genitori. Dal 1° gennaio 2019 entrano in scena nuovi organismi: il Gruppo di lavoro interistituzionale (GLIR); il Gruppo per l’inclusione territoriale (GIT), da collocare in ciascun Ambito Territoriale. Viene introdotto pure il Gruppo di lavoro per l’inclusione (GLI), istituito presso ogni scuola. Anche la richiesta e l’assegnazione delle risorse per il sostegno prevedono un iter complesso.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): Nel decreto delegato del sostegno vi sono alcuni aspetti positivi, come il mantenimento delle funzioni di pertinenza statale e l’armonizzazione del ruolo di Regioni ed Enti locali. Ma anche la riduzione delle incombenze a carico della famiglia rispetto alla prima versione del decreto. Prevalgono, tuttavia, forti dubbi sulla sua realizzazione pratica: perché non è stato previsto un adeguato stanziamento delle risorse: si attinge sempre e solo al fondo per il miglioramento e la valorizzazione dell’istituzione scolastica previsto dalla L. 107/2015. Inoltre, la formazione specifica del personale in servizio rimane decisamente generica. Come la chiamata diretta introdotta con la Buona Scuola, senza meccanismi di controllo, vale anche per i precari di sostegno e questo risulta particolarmente grave perché a rimetterci, in caso di selezione errata, sono gli alunni disabili.
Per cercare di trovare delle soluzioni a questi problemi, ilpresidente Anief, Marcello Pacifico, ha scritto in questi giorni alle scuole e alle famiglie, rilanciando l’iniziativa “Sostegno: non un’ora di meno!”: “l’obiettivo – scrive il sindacalista autonomo- è ottenere il rispetto del diritto allo studio e all’integrazione scolastica dei nostri figli e dei nostri alunni che, attraverso certificazioni idonee, devono ottenere quanto previsto dalle normative vigenti a loro tutela”. I genitori, guidati dai referenti Anief, potranno richiedere la documentazione utile per presentare ricorso: “tutti i docenti, gli ATA e i Dirigenti Scolastici possono partecipare attivamente alla nostra iniziativa informando le famiglie”.