Come da sempre denunciato, il Decreto legislativo 59/17 esclude il personale che ha meritato un posto in ruolo nelle ultime immissioni in ruolo previste dal Governo in maniera irragionevole. Il sindacato ha attivato i ricorsi per garantire il rispetto del principio del merito, poiché è assurdo vincere un concorso ed essere parcheggiati. Per aderire basta andare al seguente link entro l’8 luglio. Da sei anni, lo Stato abilita docenti ma si dimentica di loro. Non possono inserirsi nelle GaE e neanche nelle graduatorie concorsuali: oltre al danno, la beffa.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): l'utilizzo il più possibile integrale delle graduatorie regionali dei docenti della scuola primaria e infanzia ai fini dell'immissione in ruolo è una procedura che porterebbe solo vantaggi. Prima di tutto, perché cancellerebbe la chiara discriminazione a discapito di questa particolare categoria d'insegnanti, già flagellati da decisioni penalizzanti giunte con la Buona Scuola e no solo. Che senso ha superare una selezione ferrea e poi ritrovarsi con un pugno di mosche in mano pur in presenza di posti liberi? La mancata assunzione degli idonei penalizzerebbe anche la continuità didattica: il nuovo concorso a cattedra, che dal 2018 tornerà a essere aperto a tutti i laureati, porterà in ruolo i docenti a titolo definitivo non prima del 2022. Quindi, di ricoprire i posti vacanti non se ne parla nemmeno. Se si lasceranno fuori anche gli idonei dell’ultimo concorso, gli spazi non assegnati di organico non potranno che aumentare a dismisura.