Non deve esserci alcuna differenza fra i docenti delle scuole paritarie e quelli della scuola pubblica. Lo ha ribadito il Tribunale del Lavoro di Trieste con una sentenza relativa alla mobilità di un insegnante della scuola paritaria, considerando illegittimo quanto previsto dal Miur nel contratto di lavoro (CCNI) in relazione alla mobilità 2016/2017, in cui esclude l'attribuzione del punteggio a questa categoria di insegnanti. Le disposizioni contestate, infatti, sono illegittime "nella parte in cui escludono l’attribuzione di punteggio per il servizio pre-ruolo prestato negli Istituti paritari e al contrario lo riconoscono per gli istituti statali nella misura di 3 punti per ogni anno". I giudici hanno infatti deciso che, ai fini della mobilità, deve essergli attribuito il medesimo punteggio spettante al servizio prestato nella statale. L'Anief è l'unico sindacato che si è mosso per la tutela dei diritti dei docenti in possesso di servizio prestato nelle scuole paritarie. Dopo questa sentenza, il suo leader Marcello Pacifico h commentato soddisfatto: "I successi ottenuti in tribunale dimostrano che abbiamo ragione e se il prossimo contratto continuerà a perseverare con questa odiosa discriminazione, non esiteremo ad agire in tribunale per far nuovamente annullare delle disposizioni contrattuali che non rispettano la legge italiana. Anche per la ricostruzione di carriera abbiamo promosso specifici ricorsi per far riconoscere il servizio nelle scuole paritarie e otterremo ragione anche su quello”.
L’Anief si conferma unico sindacato che si è mosso per la tutela dei diritti dei docenti in possesso di servizio prestato nelle scuole paritarie e cui il MIUR non ha voluto, e non vuole tuttora, riconoscere alcun punteggio ai fini della Mobilità. I Tribunali del Lavoro ci danno ragione, condannano il MIUR, disapplicano l’ultimo CCNI per violazione di norme imperative, impongono all’Amministrazione di modificare i trasferimenti nel pieno rispetto delle disposizioni normative.
Tra gli obiettivi primari, attraverso iniziative giudiziarie con i legali Anief: la perequazione interna per recuperare la RIA agli assunti dal 2001-02 (2mila € annui), il ripristino delle risorse tagliate al FUN dal 2011-12 (4mila € annui), ulteriori 30mila € di arretrati. Partecipa al primo seminario nazionale accreditato dal Miur, 4/5 febbraio 2017, Palermo. Avrai rimborso spese. Invia la domanda entro il 17.01 a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Già più di cento adesioni da tutta Italia. Nel frattempo, il Tribunale di Roma accoglie ancora due ricorsi su RIA per assunti 2008 e 2012: risarciti 50mila €. Per aderire ai ricorsi, clicca qui.
Se rappresentativi, nel nuovo CCNL chiederemo la perequazione esterna con gli altri dirigenti dell’area Istruzione e Ricerca e la riscrittura dei CIR illegittimi.
Il nuovo sindacato dei dirigenti scolastici aderisce a Confedir (Confederazione rappresentativa al tavolo della dirigenza pubblica per il triennio 2015-18) è stato creato per centrare un obiettivo ormai da tempo abbandonato dagli altri sindacati che hanno sottoscritto nell’ex area V il CCNL 2000-2001, dimenticando di trattare tutti i dirigenti allo stesso modo assunti negli anni successivi al 2001 come si evince nel CCNL 2002-2005 e 2006-2009, quando è stata archiviata la RIA che permette di conservare l’anzianità di servizio maturata precedentemente. Gli stessi sindacati non hanno contrastato, in maniera significativa, il taglio del 33% del FUN, nell’ultimo quinquennio, da cui si paga la retribuzione di posizione e di risultato con riflessi negativi nella contrattazione regionale.
Pertanto, risulta necessaria un’immediata e vincente azione giudiziaria che aumenti gli stipendi a regime e recuperi gli arretrati.
Vi è un anno di tempo per raggiungere la rappresentatività che si ottiene attraverso il superamento della soglia del 5% (500 deleghe), al 31 dicembre 2017. Tale obiettivo permetterà a Udir di avverare anche quanto dagli altri sempre promesso e mai ottenuto: la perequazione esterna che porterebbe ad aumenti stipendiali in media di almeno 23mila €, tanto più che vi è ora un’area unica della dirigenza dell’istruzione, dell’università e della ricerca, e l’annullamento degli atti unilaterali promossi dagli UU.SS.RR. come la riscrittura dei contratti firmati durante il taglio illegittimo del Fun dal 2011-12.
Il mancato allineamento della “finestra” prevista per gli aggiornamenti delle Graduatorie a Esaurimento, rispetto a quelle in seno alle scuole, creerebbe scompensi a non finire, aggravati dall’introduzione immediata delle nuove classi di concorso. Eppure, finora, le due liste d’attesa hanno sempre viaggiato in parallelo: d’ora in avanti non sarà più così con effetti che si stanno rivelando disastrosi. La soluzione è una sola: aggiornare subito le GaE. A questo proposito, Anief ha presentato al Parlamento un emendamento al decreto legge n. 244/2016, nel quale chiede espressamente che dall’a.s. 2017/18 l’aggiornamento sia annuale.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): permettere di aprire ogni 12 mesi le GaE permetterebbe a ogni docente di scegliere dove essere assunto in base al punteggio, al merito e ai posti effettivamente liberi. Farlo con un anno di differenza creerebbe, invece, discriminazioni tra i precari, con quelli più anziani, in prima fascia d’Istituto; questi ultimi rischierebbero, addirittura, di essere danneggiati perché bloccati con il punteggio del 2014. Inoltre, ricordiamo al Miur che ci sono già diverse classi di concorso senza più candidati. I precari hanno pieno diritto ad andare a ricoprire quei posti.
ROMA, 11 GEN - Quest'anno record di alunni che hanno cambiato docente. Lo denuncia l' Anief secondo cui "andrà sempre peggio se non si risolve il problema del Meridione con misure straordinarie". "Non era mai accaduto che in pochi mesi, come è avvenuto nell'anno scolastico in corso, due milioni e mezzo di alunni cambiassero insegnante. Tanto che in queste ore Tuttoscuola parla di un vero e proprio 'anno nero per la continuità didattica': la stessa rivista spiega i motivi per cui la situazione, in futuro, non cambierà, con 'migliaia di docenti (soprattutto meridionali)' che 'resteranno forse delusi', perché 'i posti disponibili al Sud sono pochi'. In questa situazione - osserva l'Anief - è normale che i livelli di apprendimento siano in difetto rispetto alle altre regioni del Centro-Nord". "Nessuno parla però - commenta Marcello Pacifico, presidente dell'Anief - del fatto che al Sud c'è un altissimo tasso di abbandono scolastico, il record di disoccupazione e di Neet, oltre che di mancato supporto ai giovani da parte delle istituzioni e delle realtà imprenditoriali. La stessa alternanza scuola-lavoro, nelle regioni del Sud non è mai decollata. In questa situazione è normale che i livelli di apprendimento siano in difetto rispetto alle altre regioni del Centro-Nord. Servono maggiori risorse economiche, per rendere davvero professionalizzante gli stage formativi e le forme di collegamento con il mondo del lavoro. Inoltre, dovrà essere data una sola scuola a preside fornendo incentivi veri per chi si spende quotidianamente in tali contesti; bisognerà, poi, portare l'obbligo formativo dagli attuali 16 anni di età ai 18. Infine, sarebbe fondamentale introdurre la classe cosiddetta 'ponte' a cinque anni, con la presenza contemporanea dei maestri della scuola dell'infanzia e primaria". (ANSA).
Commento di Salvatore Nocera (Aipd) alla sentenza con cui il Tar di Napoli ha “censurato le classi pollaio”, riducendo a 17 il tetto massimo, quando siano presenti insieme disabilità e rischio sismico. “Sentenza epocale, perché la violazione di questa norma rende difficile l'inclusione, anche in presenza di un adeguato numero di ore di sostegno”.
La promessa è stata fatta dai dirigenti del Miur ai sindacati, con l’amministrazione che si è detta disposta “a modificare il suddetto articolo attraverso ‘l’emanando decreto’’’. In questo modo, si supererebbe il problema posto dal “nuovo Regolamento sulle classi di concorso che, oltre a presentare diversi errori materiali, non prevede garanzie per i docenti già inseriti nelle graduatorie di Istituto, sulla base dei titoli conseguiti antecedentemente all’entrata in vigore del DPR n. 19/2016”. In questo modo, il percorso formativo abilitante per le discipline d’insegnamento comuni si aggiungerebbe al Tfa già avviato per il sostegno agli alunni disabili, seppure per un numero di posti ridottissimo rispetto a quelli effettivamente liberi. I tempi per la pubblicazione del bando, tra l’altro, non dovrebbero essere troppo lunghi, dal momento che già la scorsa estate il sottosegretario al Miur, Gabriele Toccafondi, disse che era stata già depositata la documentazione del nuovo tirocinio formativo attivo per mettere a bando 16.436 posti.
Marcello Pacifico (presidente Anief): il Miur fa bene a spianare la strada a un Tfa aperto a una rosa estesa di possibili partecipanti, visto che si tratta di personale che è comunque interessato a svolgere questa professione. Va, poi, ricordato che la delega sul ‘Nuovo reclutamento, formazione iniziale e in servizio degli insegnanti’ non è vicina al compimento: poiché la sua attuazione richiede, dopo la pubblicazione del decreto, una serie di verifiche istituzionali obbligatorie e diversi altri atti successivi, è quindi inevitabile che questo lasso di tempo dovrà essere coperto dal conferimento di un adeguato numero di nuovi abilitati. Ancor di più, perché la nuova legge delega in materia prevede l’introduzione di un praticantato biennale che dovranno svolgere tutti gli aspiranti docenti che vinceranno il concorso. Ora, visto che passeranno diversi anni, tanto vale organizzarsi e coprire da subito questo ‘buco’.
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