Dopo quattro anni, uno in più del previsto a causa della pandemia, nelle scuole e nelle pubbliche amministrazioni di tutta Italia si torna a votare per rinnovare le Rappresentanze Sindacali Unitarie: solo nella scuola, dove vi sono 8.200 istituti, l’appuntamento all’urna riguarderà oltre un milione di lavoratori, composti da docenti e Ata di ruolo e supplenti annuali. Come sempre, c’è molto interesse per questo evento: basta ricordare che nell’ultima occasione furono quasi 910mila i lavoratori a esprimere la loro preferenza, quindi circa il 90% della platea interessata. Del resto, dal rinnovo delle Rsu dipendono le sorti della rappresentatività dei lavoratori all’interno di istituti, centinaia di atenei e istituzione delle PA, che si traducono nella firma dei contratti nel prossimo triennio. I sindacati sono alle ultime battute della loro campagna elettorale.
Oggi pomeriggio Marcello Pacifico, leader Anief, incontrerà online gli 8mila candidati delle liste Anief, parteciperà a una diretta su La voce della Scuola e ancora sulla sua pagina Facebook. Anief, che ha conquistato la rappresentatività nella scuola nell’ultima tornata elettiva, ha prodotto liste dei candidati in tutte le regioni coprendo mediamente due scuole su tre. Le candidature dell’organizzazione autonoma, inoltre, sono state consegnate anche in tanti Enti di ricerca, Università e Conservatori.
“Il voto delle Rsu – ha detto Marcello Pacifico - mai come stavolta è importante. Come è fondamentale scegliere con cognizione di causa le Rsu che meritano la nostra fiducia. Con il dopo pandemia e i fondi del Pnrr in arrivo, l’esito di queste elezioni andrà infatti a incidere sui contratti degli istituti, ma anche, seppure indirettamente, sulle norme che regolano la scuola e gli altri enti pubblici. Noi vogliamo una scuola diversa, più giusta e che tuteli di più i dipendenti, a livello contrattuale, economico e di carriera. Per questo abbiamo predisposto delle piattaforme contrattuali da utilizzare in vista del rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro: serve un Ccnl che riconosca le professionalità, ma anche il diritto alla mobilità e la parità di trattamento tra personale di ruolo e ancora precario”.