"Portare altri miliardi sul capitolo degli armamenti militari nazionali sarebbe un segnale pessimo: i 2 punti maggiori di spesa rispetto al Pil dovrebbero piuttosto andare ad Istruzione e Ricerca, ai quali si continua invece a togliere. L'investimento del Pnrr, infatti, va sostenuto con ulteriori investimenti pubblici da attuare a regime: occorrono investimenti importante per infrastrutture, digitalizzazione, organici maggiorati, stabilizzazione dei precari e più tempo scuola, da svolgere da mattina a sera". E' quanto annuncia una nota dell'Anief.
Hanno pieno diritto a svolgere le prove suppletive coloro che hanno chiesto di partecipare ad un concorso, ma sono stati impossibilitati a parteciparvi perché collocati in quarantena o isolamento fiduciario per il Covid19: il ministero dell’Istruzione non può negare loro, come ha fatto sinora, il diritto a svolgere la prima prova. Lo ha confermato la Sezione Terza Bis del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio che si è espressa in questo modo a proposito del ricorso collettivo presentato da diverse decine di candidati docenti che chiedevano di partecipare alla procedura straordinaria, per titoli ed esami, per l'immissione in ruolo di personale docente della scuola secondaria di primo e secondo grado su posto comune e di sostegno istituito con Decreto n. 510 pubblicato in Gazzetta Ufficiale n.34 del 28-04-2020. Nella sentenza, il Tar ha disposto “l’obbligo dell’amministrazione di disporre l’esperimento di prove suppletive per i ricorrenti, laddove gli stessi dimostrino in sede amministrativa di essere stati impossibilitati a partecipare al concorso in parola per ragioni inerenti le misure di tutela in discorso”.
Sui docenti non vaccinati che devono svolgere 36 ore settimanali c’è un errore di fondo del ministero dell’Istruzione: non si tratta di insegnanti non idonei alla professione, così come invece indicato nel Decreto Legge n. 24 di fine marzo. A sottolinearlo è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: in un’intervista ad Orizzonte Scuola, il sindacalista ha detto che “il pasticcio è nato dal fatto che il ministero si ostina a pensare che questo personale sia assimilabile a personale inidoneo”.
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