(Teleborsa) – Nel mondo della scuola si continua a parlare della “chiamata diretta” dei docenti da parte dei presidi.
Dopo la rottura coi sindacati, il Miur si appresta infatti a redigere delle linee guida, con all’interno un ventaglio base di requisiti molto ampio, da cui i dirigenti ricaveranno i 4-6 requisiti ritenuti più confacenti per la scelta del docente cui conferire il posto attraverso la nuova modalità prevista dalla riforma scolastica. Secondo i sindacati il rischio è alto e si prospetta una “corsa al ribasso”. Appena approvate le linee guida – sottolinea il sindacato ANIEF – i dirigenti scolastici cercheranno docenti con le competenze, le esperienze e i titoli, andando ad attingere dalla “rosa dei candidati che proporranno il curriculum proprio in quella scuola, però non sulla base delle esigenze particolari di ogni scuola, ma attingendo dai titoli predefiniti dal Miur. “Non cambia nulla se i requisiti richiesti per ricoprire il posto sono ristretti o allargati: in ogni caso, l’adozione di modalità standard, sulla base parametri generici, costituisce una forzatura”, denuncia il presidente del sindacato ANIEF, Marcello Pacifico, che aggunge: “la Legge, del resto, parla chiaro: a tenere in mano il ‘timone’ sono le richieste delle scuole, non l’amministrazione centrale attraverso liste precostituite da far utilizzare successivamente ai presidi. Ancora una volta, così, saranno i giudici a intervenire e a tenere alto il valore del merito quale unico parametro per l’accesso ai pubblici uffici. È già accaduto nel 2012”.
La scuola dovrebbe fornire sostegno e pari opportunità anche a chi ha delle difficoltà, sia fisiche che psicologiche, ma purtroppo spesso non è così. Il fatto ancora più grave è che la mancata copertura delle ore da parte di insegnanti di sostegno avviene già nelle scuole primarie. Da alcuni anni l’ANIEF attiva l’iniziativa “Sostegno: non un'ora di meno!” per l’immediata attivazione, con ricorsi d’urgenza, di nuovi posti e per il recupero delle ore negate agli alunni con disabilità grave riconosciuta ai sensi dell'art. 3, co 3 della L. n. 104/92, i quali hanno diritto, come ribadito dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 80/10 al cosiddetto rapporto 1:1. In caso di disabilità grave, cioè, tutti i limiti stabiliti da esigenze di bilancio sono illegittimi.
100 giorni non sono bastati per raddoppiare il compens dei commissari.
ROMA, 15 LUG - "Non si possono contrattare le norme incostituzionali". Lo afferma l'Anief riferendosi alla rottura delle trattative tra Miur e sindacati sulla 'chiamata diretta' degli insegnanti. "Nella tarda serata di ieri si è giunti all'interruzione definitiva delle trattative che porterà, quasi sicuramente - ne è convinto il sindacato - a un atto unilaterale del Ministero dell'Istruzione, con l'organico dell'autonomia che si ritroverà, così, sottoposto alla discrezionalità dei dirigenti scolastici. Abbinando questa già paradossale situazione al comma 71 della stessa legge, in base al quale gli accordi tra le scuole individuano 'i criteri e le modalità per l'utilizzo dei docenti nella rete', il cerchio si chiude con la perdita definitiva della titolarità dei docenti. Così le scuole saranno gestite in modo sempre più vicino al modello aziendale, allontanandosi da quello pubblico". "L'errore - dichiara Marcello Pacifico, presidente Anief - è stato quello di trattare su una disposizione che già la Consulta ha reputato irrispettosa dei precetti costituzionali, quando la Lombardia tentò di imporre la chiamata diretta, con un colpo di mano, nella sua regione: perché, ravvisò la Corte Costituzionale, gli insegnanti della scuola pubblica vanno scelti sulla base di requisiti e procedure trasparenti, non certo discrezionali. Oggi più che mai siamo convinti che andrà nella stessa maniera anche a livello nazionale". (ANSA)
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