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"Un concorso a cattedra anche nel 2013? Si tratterebbe di una disfatta. A meno che non si annulli quello decretato in questi giorni dal Miur, ma ufficialmente ancora non ancora avviato".

A sostenerlo è il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico, a seguito dell'intenzione manifestata nelle ultime ore dal ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, di voler bandire nel corso della prossima estate un altro concorso pubblico, subito dopo aver approvato un nuovo regolamento per l'accesso alla professione di docente nella scuola pubblica.

Secondo Pacifico, se il progetto del ministro dovesse concretizzarsi, "peraltro a Governo ormai abbondantemente caduto, stavolta la nuova selezione degli insegnanti italiani si coprirebbe di tragicomico - afferma in una nota -. Come previsto dal comma 416 della Legge 244/2007, il concorso a cattedre deve essere bandito ogni tre anni: mentre anticipando di un anno questa periodicità o modificando quanto previsto dal Testo unico, la Legge 297/1994, modificata dalla 124/99, si vuole far credere all'opinione pubblica che con queste mosse geniali si risolveranno i problemi del reclutamento scolastico. Il vero problema è che Profumo si è dimenticato delle graduatorie ad esaurimento e dei suoi 200mila 'inquilini' precari, già tutti abilitati e vincitori di concorso".

"Se l'intenzione del ministro è, invece, quella di annunciare un altro concorso per tranquillizzare i partecipanti ai Tfa, che in questo modo potranno dare seguito alla loro abilitazione visto che sarà impedito loro di entrare nelle graduatorie ad esaurimento, allora l'Anief sostiene sin d'ora che anche questo non servira': grazie al ricorso del nostro sindacato, infatti, tutti i laureati potranno comunque partecipare al concorso. Abilitati e non. Caro ministro - conclude Pacifico -, così non si va da nessuna parte".

Fonte: Italpress

"Un concorso a cattedra anche nel 2013? Si tratterebbe di una disfatta. A meno che non si annulli quello decretato in questi giorni dal Miur, ma ufficialmente ancora non ancora avviato".

A sostenerlo è il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico, dopo l'intenzione manifestata dal ministro dell'Istruzione Francesco Profumo di voler bandire nel corso della prossima estate un altro concorso pubblico, subito dopo aver approvato un nuovo regolamento per l'accesso alla professione di docente nella scuola pubblica.

Secondo Pacifico se il progetto del ministro dovesse concretizzarsi, peraltro a Governo ormai abbondantemente caduto, "stavolta la nuova selezione degli insegnanti italiani si coprirebbe di tragicomico. Come previsto dal comma 416 della Legge 244/2007, il concorso a cattedre deve essere bandito ogni tre anni: mentre anticipando di un anno questa periodicità o modificando quanto previsto dal Testo unico, la Legge 297/1994, modificata dalla 124/99, si vuole far credere all'opinione pubblica che con queste mosse geniali si risolveranno i problemi del reclutamento scolastico. Il vero problema è che Profumo si è dimenticato delle graduatorie ad esaurimento e dei suoi 200mila 'inquilini' precari, già tutti abilitati e vincitori di concorso".

"Se l'intenzione del ministro è, invece, quella di annunciare un altro concorso per tranquillizzare i partecipanti ai Tfa, che in questo modo potranno dare seguito alla loro abilitazione visto che sarà impedito loro di entrare nelle graduatorie ad esaurimento, allora l'Anief sostiene sin d'ora che anche questo non servirà: grazie al ricorso del nostro sindacato, infatti, tutti i laureati potranno comunque partecipare al concorso. Abilitati e non. Caro ministro - conclude Pacifico - così non si va da nessuna parte".

Fonte: TMNews

"Anche per le regioni autonome, come il Trentino e la Valle d'Aosta, il bando di concorso a cattedre ed i relativi decreti attuativi non si discostano da quello pubblicato per il resto della nazione: i laureati dell'ultimo decennio ed il personale di ruolo ne rimangono ingiustamente esclusi".

A renderlo noto è oggi il sindacato Anief, che conferma di voler censurare questa decisione illegittima producendo ricorso formale e permettere loro di partecipare alle prove con riserva.

Il sindacato si schiera dalla parte del diritto e denuncia una disparità di trattamento tra candidati che sono in possesso dello stesso titolo di accesso alla procedura concorsuale (laurea o abilitazione) e che hanno diritto a partecipare al di là dell'anno di conseguimento dello stesso titolo o dello status ricoperto.

"Sono trascorsi dieci anni da quella previsione che tutelava addirittura chi doveva ancora conseguire il titolo al momento dell'emanazione del decreto interministeriale, e sarà facile dimostrare non soltanto l'irragionevolezza della limitazione odierna ma anche la violazione di diversi articoli della Costituzione (artt. 3, 54, 97)", spiega il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico. Che aggiunge: "se si accetta la deroga al principio di ammissione dei soli abilitati, non si può impedire ragionevolmente di far partecipare il candidato laureato in possesso di titolo di accesso valido per le vecchie SSIS o per il nuovo TFA. Né appare legittimo vietare la partecipazione al personale abilitato assunto a tempo indeterminato, specie se in esubero o in altro ordine di scuola".

Fonte: Italpress

Da un’analisi del bando del concorso a cattedra pubblicato lo scorso 25 settembre, emergono, da parte degli esperti, otto punti di criticità. A rilevarlo l’Anief, che intende sollevare, per via giudiziaria, un caso di illegittimità del bando stesso.

Il sindacato Anief ritiene inaccettabile e del tutto illegittimo l’esclusione dal concorso dei laureati dell’ultimo decennio e la contemporanea esclusione dei docenti di ruolo. Elenchiamo di seguito le otto motivazioni che evidenziano, per conto dell’Anief, una chiara illegittimità del bando: 

1. I docenti con titolo di laurea conseguita dopo il 2002 fino al giorno del 25 settembre 2012, se questa rappresenta titolo idoneo per ottenere l’abilitazione all’insegnamento, potrebbero partecipare al concorso. 

2. I docenti di ruolo non potrebbero essere esclusi dal concorso. 

3. La soglia minima per l’ammissione alla seconda prova dovrebbe essere di 30/50. Il punteggio del test di preselezione deve essere equivalente al vecchio voto 6 e quindi dovrebbe essere pari o superiore a 30 e non 35, come invece stabilito dal Miur. 

4. Prova in lingua straniera nella scuola elementare non obbligatoria. Il Testo Unico parla, infatti, di prove facoltative. 

5. L’accertamento della conoscenza della lingua straniera all’orale. Non dovrebbe essere un obbligo. 

6. Scelta del punteggio favorevole. La legge prevede che il candidato con un punteggio inferiore a quello ottenuto in occasione del concorso precedente, possa optare per il vecchio punteggio prima dell’esame dei titoli. 

7. Valutazione permanenza nelle graduatorie. Dalla tabella dei titoli è assente ogni valutazione per la permanenza nelle graduatorie mentre viene riconosciuto, come previsto dalla norma, un punteggio superiore al titolo delle scuole di specializzazione rispetto ad altri titoli universitari. 

8. Graduatoria di merito con validità triennale. Il concorso è stato bandito secondo il Decreto Legislativo 297/1994 che autorizza il ministro a rinnovare il concorso ogni tre anni. Di conseguenza, sarebbero infondate le rassicurazioni del ministro Profumo, che ha annunciato un nuovo bando nella primavera del 2013, a meno che non venga poi emanato un regolamento attuativo diverso dalle disposizioni legislative in vigore. Il concorso dovrebbe in ogni caso garantire una graduatoria di merito di durata triennale, valida fino al concorso successivo.

Da parte sua il Ministro si dice certo della piena legittimità del bando, che definisce inattaccabile da punto di vista dell’esclusione di molti laureati o dall’esclusione anche dei docenti di ruolo. Il ministro ha sempre sostenuto che il bando non è stato emanato frettolosamente, ma ben ponderato da esperti del MIUR. I sindacati e non solamente l’Anief, ritengono invece che il bando sia illegittimo soprattutto, per quanto riguarda l’esclusione dei docenti già di ruolo, che non potranno concorrere per altro grado di istruzione o per altra classe di concorso in cui non sono abilitati. A noi sembra che l’esclusione degli insegnanti già in ruolo, non sia giustificabile giuridicamente, ma sia solamente un provvedimento volto a non gonfiare i numeri dei partecipanti. Questo francamente potrebbe essere degli otto punti, elencati da Anief, quello fatale per l’annullamento di questo bando non voluto dalla maggioranza dei precari. 

Fonte: Tecnica della Scuola

E di cosa allora? Nel bando mancano i criteri oggettivi. Il Capo Dipartimento per l’Istruzione del MIUR Lucrezia Stellacci ha così dichiarato al sito tuttoscuola.com: "Nella quantificazione dei posti messi a concorso, non si è tenuto conto della situazione attuale delle graduatorie ad esaurimento che è molto diversificata e suscettibile di cambiamento ad ogni tornata di aggiornamento".

Una dichiarazione che ci lascia con l'amaro in bocca, ci saremmo attesi un chiarimento sui criteri per la determinazione dei posti messi a concorso per regione.

Infatti, l'unica notizia sui criteri di distribuzione delle cattedre l'ha fornita repubblica.it con un articolo di Salvo Intravaia, secondo cui il criterio è da indentificarsi nelle proiezioni dei pensionamenti.

Ma è parso strano come si siano persi, da una prima stesura della bozza della tabella di distribuzione dei posti alla versione definitiva, migliaia di posti al Sud per essere redistribuiti a Nord: Come sono state ripartite le cattedre per il concorso tra le regioni? Il Ministero perde il pelo ma non il vizio

Una perdita di posti che ha raggiunto picchi indecenti per alcune regioni, come la Sicilia che è passata dalle 1600 cattedre della prima bozza alle 1200 della stesura finale: ben 400 posti andati a Nord.

I dati sulle pensioni parlano chiaro, ne abbiamo dato notizia in questo articolo, nei prossimi anni, nel settore scuola, i pensionamenti saranno a Sud. Non si comprende, dunque il cambio di direzione del Ministero. Senza parlare del fatto che non esiste nel bando riferimento ai criteri per la determinazione dei posti. Questa è mancanza di trasparenza.

Sulla faccenda è intervenuta l'ANIEF che ha ha chiesto "un commissario ad acta per ristabilire la giusta distribuzione". "Anche il Governo dei tecnici non tradisce la pessima consuetudine della classe politica italiana di favorire le regioni del Nord Italia a danno di quelle del Sud: come si potrebbe altrimenti interpretare il ‘travaso’ di migliaia di posti riguardanti i vincitori del concorso a cattedra per docenti appena bandito, inizialmente assegnati alle regioni del Meridione, ma che nel bando finale sono passati alle regioni del Nord?" Ha dichiarato Marcello Pacifico, presidente del giovane sindacato.

"Purtroppo – ha commentato Pacifico – stiamo assistendo ad una vicenda deplorevole, a cui purtroppo già siamo abituati: basta ricordare che non troppi mesi fa il Consiglio di Stato ha condannato e commissariato il Miur perché non ha mai spiegato il motivo per cui anche in occasione delle immissioni in ruolo del 2011 il Ministro Gelmini ha assegnato un numero maggiore di cattedre sempre, guarda caso, alle regioni del Nord". Ci sarebbero, conclude Pacifico "tutti i presupposti perché sulla suddivisione dei posti del concorso a cattedra venga nominato un commissario ad acta. Il cui compito sarebbe quello di approfondire i motivi dell’attuale spostamento, in modo da rivedere l’entità dei docenti che verranno assunti in ogni regione italiana al termine del concorso a cattedra pubblicato martedì scorso in gazzetta ufficiale. Ci stiamo già attivando perché ciò avvenga".

E difatti, non si comprende come sia possibile che la Lombardia, la regione con il numero maggiore di dipendenti scolastici, dove al termine di quest’anno alle superiori saranno solo 678 i docenti ad andare in pensione, ancora meno (666) nel 2014, per poi salire nel 2015, ma comunque non oltre le 700 unità, abbia avuto un’aggiunta inaspettata di centinaia di posti per nuovi insegnanti rispetto alle bozze originarie.

In una tabella mettiamo a confronto le stime dei pensionamenti 2013/15 con i posti assegnati per il concorso per lo stesso biennio. Ricordiamo che le proiezioni dei pensionamenti sono pre legge Fornero, ma forniscono un'idea del trend. Nessun documento ufficiale è stato divulgato, a nostra conoscenza, sui dati modificati dopo la riforma delle pensioni. Ma le proiezioni a disposizione bastano per chiedersi come sia possibile che alla Sicilia che presenta 2000 pensionamenti in più rispetto alla Lombardia, sia stato assegnato un numero di cattedre inferiore. O come ai 7.700 pensionamenti della Campania sia corrisposto un numero di poco superiore alla Lombardia che presenta 3000 pensionamenti meno. O come sia possibile che il Piemonte che presenta una proiezione 6 volte inferiore alla Campania, presenti una quantità di posti inferiore di un terzo.

Fonte: Orizzonte Scuola

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

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I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti