Tutte le notizie

"I precari della scuola hanno ragione: il concorso pubblico in via di emanazione rappresenta una farsa che non risolve di certo l'annoso problema del reclutamento della scuola italiana, dove 200 mila supplenti vengono impiegati ogni anno per garantire la funzionalita' di un sistema d'istruzione senza alcuna garanzia sul loro futuro professionale". Lo afferma in una nota l'Anief.

"Con questo concorso - afferma Marcello Pacifico, presidente dell'Anief - il Miur ha messo in atto una procedura selettiva tragicomica, che serve soltanto ad aggiungere un altro pezzo di carta per il prossimo governante di turno e a valutare nuovamente il personale docente all'esercizio di una professione che svolge con profitto da anni dopo aver superato diversi concorsi su contenuti disciplinari e competenze didattiche. Aggirando, tra l'altro, la direttiva 1999/70/CE secondo cui chi ha conseguito un'abilitazione e ha prestato 36 mesi di servizio va stabilizzato. E non umiliato con delle generiche prove sulla comprensione del testo e della logica".

Secondo l'Anief, inoltre, "il concorso presenta due gravi contraddizioni che innescheranno sicuro contenzioso. La prima e' l'introduzione di una insensata soglia temporale, collocata tra il 2001/02 e il 2003/04, riguardante il conseguimento del titolo di studio utile ad accedere alle prove: chi si sara' diplomato o laureato prima di quella data, in pratica, potra' partecipare pur non avendo ancora conseguito l'abilitazione. Chi ha conseguito il titolo di studio negli ultimi dieci anni rimarra' invece fuori".

"Ma come si fa - chiede il sindacato - a dire ad un candidato che e' stato escluso del concorso perche' il suo titolo e' troppo recente? A parte l'evidente incongruita' giuridica di questa scelta, come fa il ministro dell'Istruzione ancora a dire pubblicamente che questo concorso rappresenta un'opportunita' per i giovani aspiranti insegnanti che altrimenti dovrebbero attendere diversi anni prima di salire in cattedra?".

"E' emblematico - commenta Pacifico - che non potranno partecipare nemmeno i candidati al Tfa, i quali in base ai dati ufficiali pubblicati dal Cineca hanno in media 36-37 anni. Altro che giovani e meritevoli da reclutare attraverso il ritorno del concorso a cattedra: ancora una volta, prima di raggiungere il ruolo i precari rischiano di invecchiare strada facendo". 

"La seconda contraddizione di cui il Miur dovra' farsi carico e' la decisione di non rendere il concorso abilitante. I vincitori che non entreranno in ruolo si ritroveranno, dopo due anni, senza posto e senza abilitazione - sottolinea l'Anief -: come se stessero giocando al Monopoli, si ritroveranno a dover ripartire daccapo perdendo tutto!".

Sempre domani, l'Anief, che e' anche ente qualificato dal Miur, ha organizzato la mattina a Roma, a partire dalle ore 9,00 nel quartiere Esquilino, un seminario di aggiornamento professionale aperto a docenti e personale Ata precari e di ruolo.

Fonte: Italpress

Il concorso a cattedra, voluto con forza dal ministro Profumo e che lo ha voluto bandire con tempi veloci, trova una forte contestazione da parte del mondo dei precari della scuola.

Come in fisica le forze di attrito si oppongono ai moti dei corpi, così la rivolta dei precari si oppone, con indiscussa determinazione, a questo per loro inutile concorso a cattedra. 

I precari iniziano oggi, scendendo in piazza, con una contestazione non stop. La loro speranza è quella che il ministro ritiri il bando, ma ciò appare assai difficile. 

Oggi anche la Flc Cgil scende in piazza in tutte le città italiane con presìdi davanti alle prefetture, assemblee aperte, eventi serali, sit-in. 

Dalla voce di Mimmo Pantaleo apprende che: “I lavoratori precari della conoscenza, delle scuole, delle università, degli enti di ricerca, dei conservatori e delle accademie celebreranno il giorno del merito, iniziativa con cui vogliono ricordare i meriti e i diritti acquisiti di un’intera generazione di docenti e Ata, le competenze e le conoscenze, le esperienze e i progetti per una scuola migliore, di qualità”. 

Anche l’Anief critica il concorso. Sabato 22 settembre saranno i coordinamenti autonomi dei precari della scuola e l’Usb a scendere in piazza per dire “No al concorso truffa”. 

Alla vigilia di questo bando previsto per martedì in Gazzetta Ufficiale, si prepara una due giorni di contestazione, ma tutto ciò non servirà a rallentarne le ormai ben avviate procedure. 

Dalla voce dei precari cogliamo i principali motivi del dissenso: “la contestazione è rivolta anche per quanto riguarda la possibilità che il concorso possa realmente reclutare insegnanti giovani e meritevoli. La probabilità che fra gli 11.542 neo insegnanti ci sia qualche giovane è ridotta al minimo. Il concorso è infatti riservato a coloro che sono già inseriti nelle graduatorie provinciali dei precari: supplenti già abilitati all’insegnamento e, in media, attorno ai 40 anni di età. Inoltre, estendere il concorso ai laureati prima del 2003 “suona come una beffa per tutti i docenti che hanno già superato un concorso e che hanno maturato un certa esperienza in classe”.

Fonte: Tecnica della Scuola

Con il richiamo al merito e ai giovani, spiega Flc Cgil, il ministero "dimentica il merito e i diritti di quanti finora hanno vinto concorsi, superato selezioni e si sono formati dentro e fuori dalle aule scolastiche". Dure critiche alle prove con cui il ministero crede di inserire giovani e meritevoli. Due manifestazioni, il 21 e 22 settembre, una sola richiesta: ritirare il concorso.

Precari della scuola in rivolta contro il cosiddetto "concorsone" voluto da Profumo. Pronti a scendere in piazza il 21 e il 22 settembre. Due diverse manifestazioni, ma la richiesta è la stessa: ritirare il concorso. "Il governo  -  spiegano dalla Flc Cgil  -,  trincerandosi dietro i richiami al merito e ai giovani, vuole bandire un concorso nella scuola dimenticando il merito e i diritti di quanti finora hanno vinto concorsi, superato selezioni e si sono formati dentro e fuori dalle aule scolastiche". 

Domani, 21 settembre, la Flc Cgil scenderà in piazza in tutte le città italiane con presìdi davanti alle prefetture, assemblee aperte, eventi serali, sit-in. "I lavoratori precari della conoscenza, delle scuole, delle università, degli enti di ricerca, dei conservatori e delle accademie celebreranno il giorno del merito, iniziativa con cui vogliono ricordare i meriti e i diritti acquisiti di un'intera generazione di docenti e Ata, le competenze e le conoscenze, le esperienze e i progetti per una scuola migliore, di qualità". Anche l'Anief critica il concorso. 

Sabato 22 settembre saranno i coordinamenti autonomi dei precari della scuola e l'Usb a scendere in piazza per dire "No al concorso truffa". Ma perché, nonostante gli 11.542 posti messi a disposizione per il concorso, i precari rispediscono al mittente l'invito del ministro Francesco Profumo? A spiegarlo è Maria Antonietta Assennato, precaria a Palermo. "I precari sono contrari al concorso perché hanno già in passato superato una o più procedure concorsuali, molto più selettive e molto più idonee (del nuovo concorso, ndr) a stabilire il livello di preparazione di un docente ", spiega la docente, con tantissima rabbia in corpo. 

"In particolare  -  continua -  buona parte dei precari nelle graduatorie a esaurimento proviene dalle costose Ssis (le Scuole di specializzazione all'insegnamento secondario) di durata biennale, periodo durante il quale i futuri docenti hanno svolto 200 ore di tirocinio diretto in classe, oltre ad avere l'obbligo di superare i 25 esami previsti dal piano di studi. In pratica, un'altra laurea magistrale conquistata lavorando gratis per lo Stato in classe". 

I precari obiettano anche sulla possibilità che il concorso possa realmente reclutare insegnanti giovani e meritevoli. Secondo i precari, la probabilità che fra gli 11.542 neo insegnanti ci sia qualche giovane è ridotta al minimo. Il concorso è infatti riservato a coloro che sono già inseriti nelle graduatorie provinciali dei precari: supplenti già abilitati all'insegnamento e, in media, attorno ai 40 anni di età. Inoltre,  estendere il concorso ai laureati prima del 2003 "suona come una beffa per tutti i docenti che hanno già superato un concorso e che hanno maturato un certa esperienza in classe". "Rischiamo  -  spiega ancora la Assennato  -  di immettere in ruolo, con criteri discutibili, persone che non mettono piede a scuola da quando si sono diplomate". 

Ma i precari hanno da ridire anche sul merito. "La prova preselettiva  -  aggiunge la Assennato  -  non ha nulla a che fare con l'insegnamento delle discipline e mortifica la professionalità acquisita dai docenti negli anni nelle scuole di tutta Italia". Il quizzone a cui verranno sottoposti i partecipanti al concorso prevede 50 domande di logica, comprensione del testo, lingua straniera e informatica. Pensare infatti che precari ultraquarantenni laureati in Lettere non comprendano quello che leggono o che colleghi ingegneri o matematici non abbiano capacità logiche è come bocciare in pieno università, scuole di specializzazione secondaria e concorsi a cattedre.

"Infine  -  conclude la precaria, titolare di diverse abilitazioni e specializzazioni  -  la prova orale con la simulazione di lezione davanti a una commissione di tre persone ha le caratteristiche di qualcosa di grottesco e ridicolo, visto che molti precari ogni giorno vanno a fare lezione in classi di 30 e passa alunni, quelli veri". 

Ma il concorso non va giù neppure a coloro che sono inseriti nelle vecchie graduatorie dei concorsi banditi nel 1990, 1999 e 2000. Per molti di loro l'assunzione era a un passo, con le nuove graduatorie dei concorsi le vecchie liste decadranno e occorrerà ripartire da zero. La richiesta è chiara: mantenere lo status quo e "impiegare le risorse necessarie a espletare il concorso per immettere in ruolo tutti i precari nelle graduatorie.

Fonte: Repubblica

"Da qualche ora il ministero dell'Economia ha autorizzato i posti da destinare ai vincitori del concorso per personale docente negli anni scolastici 2013/14 e 2014/15. Apparentemente si tratta di un'ottima notizia: peccato, però, che l'amministrazione continui ad ignorare la direttiva comunitaria sulle assunzioni. Così, dopo aver abilitato negli ultimi 10 anni 300 mila insegnanti, a seguito anche di selezioni universitarie e di tirocini nelle scuole, mentre altri 130 mila aspiranti sono in questo momento valutati delle commissioni per l'accesso ai Tfa su un fabbisogno di 20 mila posti disponibili, il Miur si dimentica di loro e rimette tutto in gioco". Lo afferma in una nota l'Anief.

"Certo che quando viene ufficializzata la notizia dell'assunzione di nuovo personale nella pubblica amministrazione, in particolare nella scuola, il sindacato dovrebbe gioire e rivendicare il merito di un'inversione di tendenza - commenta Marcello Pacifico, presidente Anief e delegato ai quadri e direttivi della Confedir - rispetto ai tagli inferti con 200 mila posti cancellati negli ultimi sei anni. La gioia dovrebbe essere ancora più grande alla luce della spending review che si abbatte sugli statali. Tuttavia è un sorriso amaro quello che appare sulla faccia dei precari della scuola".

A tal proposito, l'Anief ricorda che "questi docenti non di ruolo per tanti anni si sono 'caricati' sulle spalle le sorti dell'istruzione italiana: facendosi assumere da supplenti, hanno infatti permesso il regolare insegnamento nelle nostre scuole ed in molti casi la continuità didattica che altrimenti non sarebbero state possibili. Questi precari hanno di fatto tappato enormi 'buchi' in organico, in attesa della loro assunzione in ruolo che però per la gran parte non è mai arrivata".

Fonte: Italpress

Il ministro Profumo, intervenendo alcuni giorni fa alla nuova intitolazione di una scuola a Torino, se ne è uscito con questa affermazione “Gli insegnanti di sostegno in Italia sono circa 150 mila, un numero importante, forse è arrivato il momento per una revisione del modello”.

Si tratta di una cifra molto lontana dal vero, perché nel 2011-12 i docenti di sostegno (su posti di diritto e su posti in deroga) sono stati esattamente 97.636. La differenza, rispetto al dato fornito, non è da poco (52.364 in più, pari al 54% oltre il valore reale); si tratterebbe, infatti di una cifra abnorme che, se fosse vera, potrebbe giustificare l’intenzione dello stesso ministro di voler cercare soluzioni per una “revisione del modello”.

Invece di fornirgli quella cifra clamorosamente sbagliata, i suoi consiglieri gli avrebbero dovuto far presente – come ha rilevato anche l’Anief sorpresa per quell’abbaglio di dati – che di quei posti un terzo abbondante (34.510, pari al 35,3%) è per legge precario (finanziaria 2008), occupato (per legge) da docenti precari, nominati annualmente, di volta in volta, fino al 30 giugno (in barba alla continuità didattica).

Secondo la stessa legge i posti stabili in organico di diritto dovevano essere pari al 70%. Quindi il restante 30%, in deroga, doveva essere precario! Già quel rapporto non era funzionale e conteneva le premesse per una evoluzione negativa. Come è avvenuto.

Ora i posti di diritto (63.126), rimasti fissi nel tempo, sono soltanto il 64,7% (anziché il 70% fissato pochi anni fa) e sono destinati a valere percentualmente sempre meno, visto che continuano ad aumentare i posti in deroga. E così aumenterà il numero di docenti di sostegno precari per legge!

Se il ministro Profumo vuole davvero revisionare il modello, cominci a proporre al Parlamento di elevare in modo considerevole la vecchia percentuale del 70% (90%?-95%?). Potrebbe essere una scelta di qualità per una "revisione del modello".

Un decisivo aumento dei posti di sostegno in organico di diiritto potrebbe dare stabilizzazione al sistema, eliminando o riducendo in tal modo la precarietà dell’integrazione per i ragazzi disabili e la precarietà dei docenti.

Fonte: Tuttoscuola

LE PROSPETTIVE - LA TECNICA DELLA SCUOLA

SPAZIO DI INFORMAZIONE SINDACALE PER I SOCI


SCARICA LULTIMO NUMERO

 

XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

IL PUNTO

I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti