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''Molte scuole sabato mattina rimarranno chiuse per lo sciopero unitario del personale della scuola promosso dai sindacati Anief, Usi, Sisa, Lisa, Scuola Athena e Conitp, a cui si e' aggiunta la Gilda degli insegnanti che ha deciso di protestare lo stesso giorno'': è quanto si legge in una nota dell'Anief che sottolinea come la protesta riguardi sia il personale di ruolo sia quello precario.

''Incroceranno le braccia, insieme, per opporsi al blocco degli stipendi e del contratto, alla cassa integrazione e ai licenziamenti in arrivo per il personale in esubero, alla mancata stabilizzazione di lavoratori che da anni assolvono il loro compito senza alcun tipo di garanzia, alla nuova riforma delle pensioni che cambia le regole in corsa, al blocco della mobilita' per il personale neo-immesso in ruolo''.

''Il Governo - sottolinea il presidente dell'Anief, Marcello Pacifico - deve capire che soltanto ponendo fine alla stagione dei tagli, tornando ad investire nella cultura e nel personale, promuovendone la professionalita', si puo' puntare a far ripartire il Paese: prima della religione dei mercati finanziari bisogna avere fede e scommettere sul diritto del lavoro e sulla giusta retribuzione, senza i quali viene meno lo stesso stato sociale''.

Fonte: Asca

Molte scuole rischiano di restare chiuse per lo sciopero nazionale indetto dalla Gilda degli insegnanti e dall’Anief (con iniziative separate) per la giornata di sabato 3 marzo. Le motivazioni dell’azione di protesta indetta dai due sindacati (ai quali si unisce un’organizzazione minore, la Sisa) sono in buona misura coincidenti, e fanno riferimento alla mancata corresponsione degli scatti d’anzianità a gennaio e alla riforma del sistema pensionistico che penalizza fortemente la categoria degli insegnanti.

La giornata di mobilitazione”  – scrive in una nota la Gilda – “è finalizzata anche a ottenere norme concrete per la stabilizzazione del precariato, la garanzia degli organici e modifiche alla riforma Brunetta che, allo stato attuale, non tiene conto né della libertà d’insegnamento né dei diritti sindacali nelle scuole”. Altra ragione di protesta è poi la recente bocciatura al Senato dell’emendamento grazie al quale i docenti che matureranno i requisiti per la pensione entro il 31 agosto prossimo avrebbero potuto lasciare il lavoro con le vecchie regole.

Il sindacato ha indetto a Roma una manifestazione nazionale al teatro Quirino che si concluderà con l'intervento del coordinatore nazionale della Gilda, Rino Di Meglio, che sancirà anche la conclusione della campagna elettorale per il rinnovo delle Rsu.

Anief a sua volta spiega in una nota: “Al Governo chiediamo lo sblocco del contratto nazionale e il ripristino degli scatti di anzianità per il personale in servizio. Ma lo sciopero vuole essere anche una forma di protesta contro l’intesa Governo-sindacati del 4 febbraio 2011 finalizzata alla applicazione delle norme del decreto Brunetta al personale della scuola,  per non parlare del fatto che ci aspettiamo che si ponga finalmente mano ad un serio piano di interventi per affrontare la questione del precariato”. Anche per Anief la scelta di scioperare il 3 marzo è da porre in relazione alla campagna elettorale per l’elezione delle Rsu (5-7 marzo), a cui partecipa per la prima volta, e per la conquista dello status di ‘sindacato maggiormente rappresentativo’.

Fonte: Tuttoscuola

Manca meno di una settimana alle elezioni per il rinnovo delle Rappresentanze Sindacali Unitarie della Scuola (Rsu) che si svolgeranno da lunedì 5 a mercoledì 7 marzo. Le elezioni saranno valide nelle istituzioni scolastiche dove avrà votato più del 50% degli aventi diritto al voto.

In questi ultimi giorni quindi si stanno moltiplicando da più parti gli appelli al voto e le iniziative sindacali per attrarre verso i propri candidati più voti possibili, anche sul Web. Vediamole insieme.

Dal punto di vista della comunicazione, chi sta investendo di più in queste elezioni è sicuramente la Flc Cgil, che in vista delle elezioni, ha creato un sito ad hoc, http://www.ricostruiamolitalia.it/, nel quale sono presenti l’elenco delle iniziative, notizie, sostenitori, foto, video e gadget a sostegno della campagna elettorale. Interessante, sul sito, la scheda con le modalità di votazione.

Sul sito della Cisl Scuola, è invece presente un’area con l’appello al voto e altre informazioni e materiali utili per votare e far votare i rappresentanti di questo sindacato.

Sul sito della Uil Scuola è possibile consultare e scaricare i materiali del sindacato in vista delle elezioni, mentre in quello dello Snals Confsal è riportata un’intervista al segretario generale dell’organismo di rappresentanza con l’intento di attrarre verso di sé i voti degli elettori.

Un appello a votare la Gilda è presente anche nel sito dell’organizzazione sindacale omonima, mentre i Cobas della Scuola, per indirizzare i voti verso di sé, si affidano allo slogan di "uscire dal guscio".

Infine, sul fronte delle alleanze in vista delle elezioni, è da segnalare l’accordo tra l’Anief e l’Unicobas, che invitano gli elettori, con un patto di desistenza “contro l’immobilismo della casta sindacale”, a sostenere reciprocamente la lista alleata, nelle scuole dove non saranno presenti propri candidati.

Fonte: Tuttoscuola

L’invito agli elettori è optare per la lista “amica” nelle scuole dove non ci sono propri candidati: l’intento è raggiungere il 5% di rappresentatività nazionale. Ma la soglia minima per sedersi al tavolo delle trattative nazionali rimane un obiettivo proibitivo.

A meno di una settimana dal rinnovo delle rappresentanza sindacali unitarie, in programma dal 5 al 7 marzo in tutte le scuole d’Italia, continuano a concretizzarsi soluzioni ed alleanze tra i sindacati meno rappresentativi. Come quella realizzata il 28 febbraio dal presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, ed il segretario dell’Unicobas, Stefano d’Errico: nell’intento di raggiungere il 5 per cento di rappresentatività nazionale, soglia minima per sedersi al tavolo delle trattative nazionali, i leader dei due sindacati hanno annunciato di essersi “impegnati a sostenere reciprocamente, contro l’immobilismo della casta sindacale, le rispettive liste al fine di favorire l’evidente richiesta di cambiamento che proviene dal mondo della scuola, con un patto di desistenza elettorale”.

L’alleanza ha come obiettivo primario quello di evitare che laddove non sono presenti le liste dei due sindacati, docenti e Ata possano avere la tentazione di dare la loro preferenza per le organizzazioni concorrenti. Così, nelle scuole dove ci sono liste Unicobas e non liste Anief, il sindacato di Pacifico dà indicazione di votare per l'Unicobas. Dal canto suo l'Unicobas indica di votare l'Anief negli istituti dove non è presente con propri candidati.

Secondo i due sindacati siamo di fronte ad in vero e proprio “patto di desistenza, in previsione di una futura azione unitaria, per garantire le libertà sindacali a tutti i lavoratori, la tutela degli stipendi e della professione di tutta la comunità educante, per sconfiggere la precarietà”.

Certo, non è facile fare previsioni, anche in virtù del fatto che la rappresentatività delle organizzazioni sindacali deriva non solo dal risultato dell’urna ma anche dal numero di deleghe che ognuna di loro è riuscita a collezionare. E i sindacati con meno deleghe sono anche quelle che hanno avuto maggiori difficoltà a presentare dei candidati al rinnovo delle Rsu. Anche perché, hanno più volte denunciato, a loro non è concesso organizzare riunioni coi lavoratori in orario di servizio.

Di sicuro, però, rispetto all’ultima tornata elettorale, svoltasi all’inizio dell’anno scolastico 2006/07, stavolta i sindacati meno gettonati ce la stanno mettendo tutta per rendere la vita difficile a quelle che sino a qualche tempo fa venivano considerate delle solide e inamovibili gerarchie del settore.

Fonte: Tecnica della Scuola

Il 24 febbraio in tanti hanno risposto all’appello del Cps, manifestando in varie città la loro contrarietà per le scelte degli ultimi governi. Tra le richieste anche la restituzione dei tagli derivanti dalla Legge 133/08. Nelle stesse ore l’Anief tornava a proporre emendamenti alla Camera: come l’abolizione della direttiva Ue che esclude la scuola dall’assumere i supplenti con almeno 36 mesi di servizio.

Ci sono due costanti che negli ultimi anni hanno contrassegnato negativamente il mondo della scuola: da una parte i forti tagli alle risorse e agli organici decisi dal Governo per far quadrare i bilanci dello Stato; dall’altra l’irrisolta questione dell’esercito dei precari. Un numero impressionante – tra docenti e Ata sfiorano le 300mila unità, se ci si ferma a quelli inseriti nelle graduatorie degli abilitati e della prima fascia – che nessun governo, per vari motivi, è stato in grado di ridurre in modo radicale.

Il 24 febbraio, come annunciato da tempo, tanti supplenti si sono ritrovati in alcune piazze italiane. Rispondendo in questo modo all’appello del Coordinamento precari della scuola. A Milano, Ravenna, Pisa, Roma, Latina, Napoli, Bari, Foggia e Oristano hanno alzato striscioni e gridato il dissenso per delle istituzioni che, seppure cambiando gli “attori” che le governano, continuano a non prendere decisioni a loro favore. Anzi, spesso, come in uno sfortunato Gioco dell’oca, si rendono artefici di nuovo norme che li ricacciano indietro nei punteggi. E il periodo di grave crisi economica, inutile negarlo, non aiuta di certo.

Nella capitale si è svolta una protesta partecipata e colorata. Sulla scalinata che conduce al Miur hanno steso la scritta “Il precariato ci annulla, il governo ci offende”. Poi hanno appeso sul muro del dicastero dell’Istruzione diverse copertine (riviste e corrette!) dei grandi classici della letteratura: mostrando la loro competenza per la letteratura, unita ad tanto rammarico ed un pizzico di ironia, hanno associato una serie di famosi libri agli attuali ministri della Repubblica. Così Profumo è stato avvicinato a "L'uomo senza qualità", Passera al celebre "Petrolio" di Pier Paolo Pasolini, mentre "Pianto antico" di Carducci all’annuncio del ministro Fornero in occasione della conferenza di presentazione da parte del governo Monti dell’innalzamento dei requisiti deciso dal governo per andare in pensione.

È lunga la lista di rivendicazioni presentate dal Cps. Su tutte domina il “no al concorso finché tutti i precari non verranno assunti”. Forte è anche l’opposizione “alla chiamata diretta dei presidi e all'aziendalizzazione e alla privatizzazione del sistema d'istruzione statale”. I precari hanno poi chiesto, “ancora una volta, un serio piano di rifinanziamento che restituisca le risorse tagliate dalla finanziaria 133 del 2008”. Oltre che  “l'immediato sblocco del turn over e l'assunzione di tutti i precari, l'utilizzo delle graduatorie come unico sistema di reclutamento, l'annullamento della distinzione tra organico di fatto e di diritto, la restituzione dello scatto stipendiale per i neoassunti e il rinnovo del contratto di lavoro”.

Considerando l’attenzione che il governo Monti è costretto a dare alle spese, sarà davvero improbabile che l’esecutivo possa permettersi di rivedere i tagli introdotti durante la gestione Gelmini. Come è assai difficile che i movimenti di piazza possano avere la loro influenza sulle altre questioni: più o meno, infatti, la loro soppressione o modifica comporterebbe l’esborso di fondi lo Stato in questo momento non appare in grado di sostenere.

Sulle manifestazioni del 24 febbraio non ha detto la sua nessuno dei principali sindacati della scuola. È voluto invece voluto intervenire l’Anief, il sindacato degli educatori in formazione che nelle stesse ore in cui scendevano in piazza i precari ha presentato una serie di proposte emendative al decreto legge sulle semplificazioni e sviluppo. Tra queste c’era anche quella che prevede la stabilizzazione proprio dei precari, attraverso la richiesta applicare pure nella scuola la direttiva comunitaria 1999/70/CE che impone ai datori di lavoro di assumere in ruolo tutti i dipendenti precari con almeno 36 mesi di servizio. Ma anche la cancellazione della legge che esclude tutti i docenti abilitati negli ultimi tre anni dall’inserimento nelle graduatorie ad esaurimento. E l’abrogazione di quelle norme che alimentano confusione sulla giurisdizione relativa all’assunzione del personale non di ruolo, intervenendo sulla tabella di valutazione dei titoli delle graduatorie ad esaurimento.

Il nostro sindacato – ha detto il presidente dell’Anief, Marcello Pacifico – ha tra i suoi motivi fondanti la tutela dei precari della scuola. Per questo motivo non possiamo che condividere le ragioni che hanno portato oggi tanti lavoratori della scuola a scendere in piazza contro la politica di chi per troppi anni ha abusato della loro professionalità e abnegazione nel formare le nuove generazioni. Senza però mai trovare una soluzione per stabilizzarli. È giunto il momento di dire basta a questa anomalia tutta italiana. Noi ce la stiamo mettendo tutta: speriamo – ha concluso il leader dell’Anief - che altrettanto facciano i parlamentari”.

Fonte: Tecnica della Scuola

 

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XXIV2012

 

 

 

In questo numero:

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I RICORSI

Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

Ricorso contro il blocco quinquennale della mobilità per il personale docente neo immesso in ruolo 

Scheda di rilevazione dati Ricorso Mobilità - Trasferimenti