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Proiezioni e primi dati indicano i Confederali in ascesa: in particolare la Cisl di oltre 5 punti, la Flc-Cgil di 4. Soddisfatta l’Anief: dove eravamo presenti abbiamo primeggiato. Ma per i risultati definitivi serviranno un po’ di giorni.

I sentimenti di delusione dei cittadini verso la politica italiana non sembrano appartenere al mondo sindacale. Altro che declino del loro ruolo di interlocutori istituzionali. Dalle proiezioni e dai primi scrutini pervenuti, risulterebbe infatti che l’adesione al rinnovo delle Rsu di tutta Italia è stata di circa l’80%. Una cifra (in termini numerici sarebbe non troppo lontana dalle 800mila unità) che, se confermata, sarebbe molto vicina a quella fatta registrare nell’ultima tornata delle elezioni, svolte nel dicembre 2006.

In attesa di venire in possesso dei risultati definitivi delle elezioni (ci vorranno un po’ di giorni, solo allora si potrà decretare il dato della rappresentatività di settore per ogni sigla), dai sindacati Confederali giungono dichiarazioni di entusiasmo.

Sulla base dei dati provvisori, il leader della Cisl Scuola, Francesco Scrima, ha prima parlato di un “testa a testa con la Flc-Cgil” e poi di “un consistente incremento di consensi: rispetto alla precedente tornata elettorale del 2006, la Cisl Scuola passa dal 24,61% al 31,08%”. Scrima sottolinea che il suo sindacato, “primo per numero di iscritti”, è anche “la prima sigla per voti in una regione come la Puglia e in province come Alessandria, Bergamo, Pavia, Pesaro, Gorizia, Latina, Caserta, Avellino, Bari, Vibo Valentia, Cosenza, Agrigento, Oristano”.

Anche la Flc-Cgil rivendica incrementi rispetto al rinnovo Rsu del 2006. “Nella scuola le proiezioni – dice il segretario Mimmo Pantaleo - indicano una crescita di due punti mentre i dati a metà scrutinio assegnano una crescita di 4 punti”. Anche le informazioni dei lavoratori della conoscenza Cgil indicano una “partecipazione al voto nella scuola dell’80%”: il risultato “conferma come sia stato giusto battersi con determinazione per garantire alle lavoratrici ed ai lavoratori di poter eleggere le proprie Rsu quale condizione fondamentale per riconquistare una effettiva democrazia sui posti di lavoro e per esercitare pienamente la contrattazione”, ha concluso Pantaleo.

Secondo un altro comunicato, firmato da Pantaleo e gli altri due segretari generali Susanna Camusso e Rossana Dettori, l’alto numero di adesioni significa che “le lotte di questi anni, spesso condotte solitariamente, hanno dato i loro frutti, le nostre proposte ottenuto una fiducia che dà ancor più forza alle nostre rivendicazioni. Continueremo a seguire questa strada”.
Moderatamente soddisfatta si dimostra la Uil Scuola, che attraverso il suo segretario, Massimo Di Menna, parla di un “ulteriore bel successo della Uil Scuola, in continua crescita, così come era già successo in tutte le precedenti elezioni: il risultato rafforza l’azione di un sindacato laico e libero come la Uil Scuola e favorirà con le tante Rsu elette, la trasparenza, la tutela dei diritti e la qualità nella scuola”.

Tra i sindacati autonomi, si registra la reazione dell’Anief, alla sua prima esperienza di rinnovo Rsu: il sindacato degli educatori in formazione ha riscontrato a favore della propria organizzazione un numero di “consensi record, tra un terzo e la metà dei voti complessivamente espressi. È davvero sorprendente che nell’80% degli istituti, dove il giovane sindacato era presente, ha fatto registrare maggiori consensiQuesto significa – ha detto il Presidente dell’Anief, Marcello Pacifico – che nelle scuole dove il nostro sindacato ha potuto presentare le proprie liste l’onda d’urto ha davvero lasciato il segno. Confermando la fondatezza del nostro programma, oltre che il malcontento che serpeggia negli istituti italiani contro la ‘casta’ sindacale che da decenni primeggia nella scuola italiana”. Nessuna reazione, per il momento, dagli altri sindacati autonomi.

Fonte: Tecnica della Scuola

A differenza di Cgil e Cisl che nelle prime dichiarazioni del dopo-voto per le RSU riportano dati parziali a loro favore, la Uil-scuola (nel 2006 risultò quarta con il 14,3% di voti, dietro lo Snals) si limita ad affermare: “La UIL Scuola ringrazia quei  tanti che, con il loro voto,  hanno rafforzato l’azione di un sindacato laico e libero come la UIL Scuola e che, con le tante RSU elette nelle nostre liste favoriscono nelle scuole trasparenza, tutela dei diritti, qualità. La Uil  rivolge  un particolare ringraziamento a quanti si  sono impegnati nelle commissioni e nei seggi elettorali.

Snals e Gilda per il momento non hanno rilasciato dichiarazioni.

Ben altro tono, improntato al trionfalistico, quello dell’Anief, presente per la prima volta nelle elezioni per le RSU d’istituto.

Il suo presidente, Marcello Pacifico, ha scritto sul sito dell’Associazione: “Onda d’urto dell’Anief nelle scuole in cui ha potuto presentare le liste. Consensi record, tra un terzo e la metà dei voti complessivamente espressi. Rivolta nelle scuole contro la casta sindacale. Si attendono i risultati finali per la misurazione della rappresentatività. GRAZIE per la fiducia.

Ringrazia candidati ed elettori, il presidente nazionale dell’Anief, prof. Marcello Pacifico, per aver raccolto il suo appello al cambiamento. Questi risultati sono il segno che è giunto il momento di iniziare una nuova stagione di relazioni sindacali nelle scuole all’insegna del rispetto del diritto e della valorizzazione delle diverse professionalità della scuola, a partire dalle RSU elette.

Dedico questo straordinario successo ai diversi collaboratori che in questi tre mesi di campagna elettorale hanno anteposto il futuro della scuola alla propria famiglia: soltanto nella ferma speranza di poter continuare a interpretare la voglia di cambiamento nel solco della giustizia si può vincere la sfida del domani".

Fonte: Tuttoscuola

Gilda: anche uno studente avrebbe compreso le peculiarità del settore, il no alla deroga è offensivo. Anief: ci penseranno i giudici a sistemare la cosa, anche perchè l’attività di docenza è tra le più usuranti. Cisl: provvedimento iniquo, ma qual è la linea del governo?

Le resistenze del governo sul mantenimento delle vecchie regole del sistema pensionistico al 31 agosto per la categoria degli insegnanti, ribadite dal ministro del Welfare, Elsa Fornero, nel corso di un question time alla Camera, non scalfiscono la determinazione dei sindacati nel respingere una soluzione considerata iniqua.

Secondo il coordinatore nazionale della Gilda degli Insegnanti, Rino Di Meglio, con queste parole il ministro Fornero “dimostra di non avere nessuna idea di come funzioni il mondo della scuola. Persino un semplice studente – rincara la dose il sindacalista – comprende bene che per chi lavora a scuola il termine per i requisiti di pensione non cade il 31 dicembre e che, quindi, anche il computo dei contributi viaggia al ritmo dell’anno scolastico”. La Gilda non nasconde il suo disappunto e quello dell’intera categoria: “I docenti italiani – conclude Di Meglio – sono offesi dalla scarsa attenzione con cui, ancora una volta, vengono affrontate questioni cruciali come quelle che riguardano la vita e il lavoro di chi insegna”.

Anche l’Anief non si rassegna: secondo il suo presidente, Marcello Pacifico, ancora una volta le ingiustizie del legislatore verranno compensate dai tribunali: “di fronte a tale disparità di trattamento dei lavoratori, il giudice non potrà non riconoscere la normativa specifica in ambito scolastico”. Il giovane sindacato ritiene inoltre ingiusto che la scuola non risulti tra le professioni usuranti: “vorrei ricordare che nel comparto pubblico – ha detto il rappresentante dell’Anief  – l’attività di insegnamento è tra quelle lavorative più stressanti e per questo motivo ad alto rischio ‘burnout’. Pertanto – haconcluso Pacifico - chiederemo ai giudici di riconoscere l’attività di docenza come usurante e come tale di garantire ai suoi lavoratori la stessa ‘finestra’ concessa ai privati”.

Pure la Cisl Scuola, attraverso il suo segretario Francesco Scrima, parla diprovvedimenti iniqui e discriminanti. Lo diciamo – ha sottolineato il sindacalista - al ministro del lavoro, che in Parlamento ha escluso la possibilità di rivedere le norme sui requisiti di accesso alla pensione. Anche in questa occasione, peraltro, si fatica a comprendere se ci sia - e quale sia - una linea condivisa sia all’interno del governo, sia nel rapporto tra il governo e la maggioranza che lo sostiene”.

Fonte: Tecnica della Scuola

Grazie ad un emendamento approvato dalle commissioni Affari costituzionali e Attività produttive della Camera: l’incremento, sovvenzionato da più aliquote su birra e alcolici, servirà ad estendere il tempo scuola degli alunni con “bisogni educativi speciali”. Soddisfazione da Pd e sindacati.

Dopo anni di tagli ad oltranza, finalmente nel prossimo anno scolastico gli organici della scuola non subiranno riduzioni. Anzi, si incrementeranno di 10mila unità. A prevederlo sono state, il 6 marzo, le commissioni Affari costituzionali e Attività produttive della Camera approvando un emendamento al decreto semplificazioni come copertura alle norme “sull'autonomia responsabile delle scuole” prevista nel provvedimento. Accadrà quindi che i 725mila docenti in organico le oltre 230mila unità di personale Ata rimarranno in essere.

L'emendamento prevede, inoltre, che gli attuali posti vengano incrementati con "ulteriori 10mila posti", tra personale docente ed Ata, a partire dall'anno scolastico 2012/2013: il personale in aggiunta si occuperà specificatamente di estendere il tempo scuola degli alunni con “bisogni educativi speciali”, in particolare frequentanti la scuola primaria e secondaria di primo grado.

La spesa verrà assicurata attraverso nuove entrate dai giochi "in misura non inferiore a 250 milioni di euro annui a decorrere dal 2012" e con l'aumento delle aliquote sulla birra, i prodotti alcolici intermedi (la cui gradazione alcolica non proviene interamente da fermentazione come i vini aromatizzati e liquorosi) e l'alcol etilico "al fine di assicurare un maggior gettito erariale complessivo pari a 100 milioni di euro annui a decorrere dal 2012".

Sull'emendamento, riferiscono le agenzia di stampa, c'è stato un piccolo colpo di scena con i due relatori che si sono espressi in disaccordo: Stefano Saglia del Pdl ha dato parere contrario, mentre Oriano giovanelli (Pd) si è espresso a favore. Di fronte a questa inedita situazione, il governo si è rimesso al voto delle commissioni. Lì'emendamento è passato con 29 sì e 13 no.

Molto soddisfatto, per l’esito dell’emendamento, è il Partito democratico: secondo Manuela Ghizzoni, capogruppo Pd in commissione, e Francesca Puglisi, responsabile scuola Pd, "è un importante vittoria del partito democratico a favore" del comparto istruzione e "che restituisce ossigeno e fiducia alle scuole".

Soddisfazione viene espressa anche dai sindacati. Secondo Francesco Scrima, segretario Cisl Scuola, è “certamente positivo un emendamento che rimedia alla vaghezza del testo originario e offre parametri certi a cui fare riferimento anche nella definizione delle linee guida che il ministro dovrà emanare entro sessanta giorni. Poiché si tratta di individuare obiettivi e priorità in una situazione che vede numerosi punti di autentica sofferenza del sistema (si pensi alle crescenti difficoltà organizzative che vive oggi la scuola primaria), chiediamo che si apra immediatamente - conclude Scrima - un confronto per individuare soluzioni quanto più possibile condivise”.

Secondo il segretario generale della Uil Scuola, Massimo Di Menna, in realtà l’emendamento approvato oggi “ripristina il testo iniziale del decreto così come formulato nella prima stesura posta al vaglio del consiglio dei ministri. Disposizione che era successivamente svanita. Il Governo non resti a guardare, ma sostenga in Parlamento la scelta di dare alle scuole un organico stabile e pluriennale per dare continuità didattica e continuità del lavoro”. Due elementi indispensabili per garantire “tranquillità nel personale e continuità nell’attività didattica e nei servizi”.

Anche per Marcello Pacifico, leader dell’Anief, è “un importante segnale in controtendenza rispetto alla pessima politica che negli ultimi anni ha cancellato oltre centomila posti tra insegnanti e personale Ata: la norma, giunta dopo la riduzione del maestro unico, l’eliminazione degli insegnanti specialistici di inglese e del tempo pieno, darebbe una bella boccata d’ossigeno alla nostra scuola dell’obbligo”, oltre che un punto a favore verso la “stabilizzazione dell’organico di sostegno precario annualmente utilizzato”. Il sindacato attende ora che le Commissioni parlamentari valutino con obiettività anche le proposte di modifica presentate nei giorni scorsi dallo stesso sindacato: “siamo convinti che la stessa attenzione verrà rivolta dai parlamentari in occasione della votazione degli altri emendamenti proposti dall’Anief su pensioni, precari, contratto e mobilità del personale”, conclude Pacifico.

Per Mimmo Pantaleo, segretario generale Flc-Cgil, siamo di fronte ad “un primo passo significativo e segna una inversione di tendenza rispetto ai tagli scellerati alla scuola pubblica, effettuati dal Governo Berlusconi. La scuola italiana ha bisogno di investimenti e della restituzione di quelle risorse necessarie per garantire il diritto costituzionale all’istruzione. La Flc-Cgil ha da tempo presentato alle forze politiche e al ministro Profumo le proprie proposte: organico funzionale con risorse aggiuntive, stabile e triennale”.

Meno entusiasmo viene invece espresso dagli studenti. "Non possiamo che accogliere positivamente un passo del genere – ha dichiarato Mariano di Palma, coordinatore nazionale dell'UdS - ma dobbiamo ricordare che è solo un primo passo avanti, dopo che ne sono stati fatti cento indietro. Negli ultimi tre anni, le scuole hanno vissuto e continuano a vivere un'enorme sofferenza: l'offerta formativa è sempre più risicata, i presidi si trovano costretti ad abusare del contributo volontario degli studenti per mantenere i bilanci in verde, e tra docenti licenziati e studenti appesantiti da tasse illegittime le scuole pubbliche attraversano enormi difficoltà".

L'approvazione dell'emendamento non comporta, tuttavia, la sua definitiva inclusione nel dl semplificazioni: per la sua attuazione servirà il sì della Commissione Bilancio. Che si esprimerà nei prossimi giorni, subito dopo aver verificato la compatibilità economica del provvedimento.

Fonte: Tecnica della Scuola

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XXIV2012

 

 

 

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Dimensionamento: per evitare il licenziamento i Dsga costretti a cambiare regione

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