Le parti starebbero focalizzando le attenzioni sull'atto di indirizzo, il quale però non può essere emanato per il rinnovo del CCNL 2019/2021 sino a quando non si firmerà l'accordo quadro sulla nuova rappresentatività sindacale. Inoltre, non esiste in Parlamento alcuna nota di aggiornamento del DEF che vada oltre la parziale indennità di vacanza contrattuale introdotta con lo stipendio dello scorso mese di aprile e i micro-aumenti previsti da giugno, e superi gli ulteriori tagli al settore dell’istruzione fino al 2045.
Marcello Pacifico (Anief): Mentre Anief ha già trovato risorse certe per aumenti medi di 240 euro per docenti, educatori e Ata, al Miur si naviga a vista e si fanno promesse su nuovi incontri che non potranno essere risolutori. Intanto, il giovane sindacato sta valutando se citare il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti per attività anti-sindacale, vista la continua esclusione da ogni riunione nonostante ripetuti inviti e diffide.
Approvare un atto di indirizzo condiviso, tra parte pubblica e sindacati, per arrivare in tempi brevi alla firma del CCNL scuola 2019-2021, così come previsto dall’intesa di Palazzo Chigi sul comparto Istruzione del 24 aprile scorso: è il punto più importante che arriva dall’ultimo tavolo tecnico tenuto al Miur sugli aumenti di stipendio del personale della scuola. Sembra che tra le due parti vi sia la volontà di chiudere la “partita” dell’atto d’indirizzo, in modo da utilizzare al meglio le risorse da stanziare per la legge di bilancio 2020, per gli incrementi salariali, per la valorizzazione professionale dei docenti, per il recupero dell’annualità 2013, per la progressione di carriera del personale docente, amministrativo, tecnico e ausiliario.
“È utile sapere – scrive La Tecnica della Scuola, - che l’Atto di Indirizzo, verrà predisposto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri sulla base delle proposte e degli accordi raggiunti con i sindacati, poi dovrà essere inviato all’Aran al fine di consentire alle parti di concludere l’iter contrattuale. La curiosità di molti è quella di conoscere da dove arriveranno i miliardi di euro che serviranno a chiudere un contratto che dovrebbe aprire le porte all’adeguamento degli stipendi dei prof ai livelli medi europei”.
La curiosità sulle risorse da reperire, parliamo di almeno 3 miliardi di euro, giunge anche dalle stesse organizzazioni sindacali. E al ministero dell’Istruzione, al momento, si limitano ad ascoltare: “il Miur – scrive oggi Orizzonte Scuola - ha ribadito l’impegno a reperire le necessarie risorse in ottemperanza a quanto contenuto nell’intesa del 24 aprile scorso”, promettendo anche la realizzazione di “un indice ragionato dei contenuti del prossimo rinnovo, da rendere disponibile entro il 3 giugno” prossimo.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “si continua a parlare di aumenti degli stipendi a tre cifre ma poi ci si accorge che dopo gli incrementi del 3,48% e gli arretrati ridicoli, di un anno fa, finora si è provveduto ad introdurre solo una parziale indennità di vacanza contrattuale. Per il resto, lo stesso accordo del 24 aprile, solo vaghe promesse. Così gli stipendi rimangono da fame, tra i più bassi della pubblica amministrazione e quasi tutti i colleghi d’Europa, a livello stipendiale, continuano a guardarci dall’alto. Questo lo sanno bene alcuni raggruppamenti politici, uno in particolare, che non perde occasione di sponsorizzare l’autonomia differenziata agganciandola ad improbabili aumenti riservati, peraltro, ad alcune Regioni, nel tentativo di convincere il personale a dare supporto all’iniziativa incostituzionale”.
“Noi, che rimaniamo con i piedi per terra, continuiamo a dire no alle gabbie salariali e sì ad un incremento di stipendio per tutti i dipendenti scolastici degno di questo nome. Come si sono trovati i soldi per il reddito di cittadinanza – conclude il sindacalista autonomo – ora si trovino per chi percepisce oggi uno stipendio ancora ben al di sotto del costo della vita”.
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