Pubblicazione delle graduatorie del 2019 sul sito del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale
Si è tenuto ieri, 26 luglio 2021, in modalità telematica, il previsto incontro tra i funzionari dell’ufficio V della DGSP del MAECI e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali
Si è appena concluso il secondo incontro del tavolo permanente per la definizione del protocollo di sicurezza 2020-21, presenti per l’amministrazione il dottor Jacopo Greco e in rappresentanza della struttura commissariale per la campagna vaccinale il Colonello Latorre.
Si è trattato di un incontro pressoché interlocutorio per l’assenza dei rappresentanti del Comitato Tecnico Scientifico in cui però sono emerse subito le criticità per le intenzioni del governo di imporre l’obbligo vaccinale ai dipendenti: “si tratta di una misura ancora una volta tampone destinata ad essere impopolare e lesiva delle professionalità della scuola che invece hanno sempre dimostrato piena disponibilità anche oltre i termini contrattuali al punto da avere cumulato livelli di stress e di stanchezza secondi solo al personale della sanità” ha affermato Gianmauro Nonnis, in delegazione per l’ANIEF insieme all’ing. Nanni Saccone e il dirigente scolastico Vito Lo Scrudato. “Il protocollo di sicurezza potrebbe non risultare sufficiente se non viene garantito il distanziamento, e questo, come più volte ribadito, è legato al numero di studenti per classe”.
“Sarà esaminato dalla Corte di Giustizia Europea il tema della card annuale dei docenti da 500 euro da assegnare al personale precario": ad annunciarlo è Marcello Pacifico, presidente dell’Anief. Durante una video-intervista all’agenzia Teleborsa, il sindacalista ha ricordato che da anni il sindacato, prima con la sentenza Mascolo poi con quelle Rossato e Motter, fa appello alla Corte Europea basandosi sul principio di tutelare tutti i precari della scuola italiana. Stavolta, in attesa della sentenza della Corte di Giustizia europea, l’organizzazione sindacale invita quindi i docenti precari a produrre domanda per ottenere il bonus da 500 euro previsto dal 2016 per il personale di ruolo. Potenzialmente, il ricorso potrebbe riguardare fino a 250mila precari, chiamati ogni anno a portare avanti la scuola: se, come si sta verificando in sede giudiziaria, hanno diritto a questo prezioso strumento che consente di svolgere attività formative, lo Stato sarebbe costretto ad assegnare le somme sottratte.
L’ultima ipotesi al vaglio del Governo sull’obbligo vaccinale per il personale scolastico sarebbe quella di istituirlo solo per le Regioni con una bassa percentuale di lavoratori vaccinati. Solo che i dati pubblicati sinora dal Governo, che complessivamente arrivano ad oltre 220mila docenti e Ata non vaccinati, pari al 15% del personale scolastico, risultano tutt’altro che verosimili. Al 25 luglio, dicono le fonti governative, la popolazione scolastica era di 1.464.309, mentre il 2 luglio si fermava a 1.460.309. Di questi, i non vaccinati sono 222.132, mentre il 2 luglio erano 216.221. I non immunizzati sarebbero quindi aumentati di 6mila casi. Mentre la platea di dipendenti scolastici è cresciuta di 4mila. Come è possibile?
Marcello Pacifico, presidente Anief, dice che “Si stanno portando avanti delle accuse ai dipendenti della scuola perché non avrebbero aderito in massa alla vaccinazione contro il Covid. Tutto parte dal dato nazionale 220mila docenti e Ata ancora non vaccinati. Ma se andiamo a verificare quel numero, adesso ci si accorge che sono sovradimensionati, perché diversi di quei lavoratori non sono di ruolo, ma temporanei, e quindi oggi non sono più sotto contratto. Si sta, quindi, gridando ai quattro venti che sono dipendenti della scuola non vaccinati, ma a nessuno è venuto in mente che si tratta dei tanti supplenti assunti e poi licenziati. Anief lo ha già fatto presente ed ora che l’errore sta diventando pubblico non può che rimarcarlo: facciamo attenzione a criminalizzare una categoria che da quando è arrivato il Covid ha tenuto comunque fede alla sua mission, portando avanti la didattica a distanza a proprie spese e ben oltre il proprio orario di servizio. Poi, lo scorso anno, ha alternato dad e didattica in presenza, organizzando lezioni da ogni dove. Adesso se la prendono con docenti e Ata perché non hanno fatto il vaccino, ma poi si scopre che in alcune regioni ha aderito già il 100% e in altre chi non lo ha fatto non è probabilmente più sotto contratto. Basta, la misura è colma”.