Con la pubblicazione dell'O.M. 106 del 29 marzo 2021 è stato confermato il vincolo di permanenza nella sede di assunzione per tutti i neo immessi in ruolo nel corrente anno scolastico con conseguente compressione del diritto al ricongiungimento familiare e di altre tutele di legge come quelle regolate dalla Legge 104/92. Le domande si presentano online per il personale docente entro il prossimo 13 aprile. Il personale ATA avrà tempo, invece, fino al 15 aprile. Anief conferma, dunque, l'avvio dei ricorsi Mobilità per la tutela dei diritti di tutti i lavoratori
Marcello Pacifico (Anief): “In 300mila tra docenti e Ata esclusi nel momento più delicato, ma il problema rimane, le scuole in zona rossa non sono sicure. Bisogna subito programmare più spazi, più aule, più organici o sarà compromesso anche il nuovo anno scolastico. Basta promesse, vogliamo risposte. Il vaccino sembra funzionare sulla protezione dalla morte ma non argina la diffusione del virus. Per questo deve essere una libera scelta del lavoratore ma lo Stato deve garantire l'istruzione in presenza in sicurezza”.
La decisione è contenuta nella circolare firmata del commissario straordinario all’emergenza, Francesco Figliuolo, che punta ad accelerare le somministrazioni di vaccino anti-Covid alle persone più a rischio e avanti negli anni: bisogna «procedere con la massima celerità a vaccinare coloro i quali, dalle evidenze scientifiche ad oggi disponibili, risultano più vulnerabili qualora infettati dal virus Sars-Cov-2» è scritto nell’ordinanza numero 6 firmata dal generale. La precedenza va quindi agli over 80 e alle persone fragili, poi si passerà agli over 70 e successivamente a chi ha oltre 60 anni. Solo dopo riprenderà la programmazione per le categorie che erano state considerate fin qui più a rischio. Si ferma, così, la campagna vaccinale rivolta agli insegnanti e al personale della scuola che ancora non hanno ricevuto la prima dose, anche se già prenotati. Mentre prosegue la vaccinazione di chi ha già avuto una dose ed è prenotato per la seconda. Il cambiamento del calendario della campagna vaccinale giunge dopo il parere dell'Ema sulle dosi anglo-svedesi e il conseguente “aggiornamento delle Raccomandazioni, contenute nella Circolare della Direzione Generale della Prevenzione Sanitaria del Ministro della Salute, sul Vaccino Vaxzevria (precedentemente denominato COVID-19 Vaccine AstraZeneca) del 07 aprile 2021”. Intanto, in 16 mila, tra infermieri e medici, insorgono su Facebook contro l'obbligo della somministrazione, in risposta al cambiamento di posizione del Governo.
Secondo il leader dell’Anief, Marcello Pacifico, “un quarto del personale della scuola viene messo in attesa delle vaccinazioni proprio nel momento in cui gli si chiede il massimo sforzo, visto che si aprono le scuole in presenza pure nelle zone rosse e all’indomani dell’annuncio da parte del premier Mario Draghi di far tornare tutti gli studenti in presenza per l’ultimo mese di scuola, anche alle superiori. Proprio adesso che occorreva la massima copertura anti-Covid si decide dunque che gli insegnanti e il personale Ata possono aspettare. Anief fin dai primi giorni aveva espresso dubbi sul perché negli USA e in Israele non era stato autorizzato questo vaccino, chiedendo risposte, oggi sappiamo soltanto che la prima dose è vietata dopo un milione di vaccini somministrati al personale scolastico agli under 60. Che vaccinarsi oggi rimanga l'unica soluzione per poter limitare gli effetti mortali dell'epidemia è tutto evidente, tuttavia, il Governo dovrebbe concentrarsi su come rimuovere quanto di insicuro negli ospedali e nelle scuole che provoca la diffusione virus piuttosto che approvare norme che sospendono i lavoratori non vaccinati. Ne va della salute. Alle scuole servono certamente anche spazi ed aggiuntivi, oltre che le stabilizzazioni dei precari e indennità di rischio a tutto il personale: per farlo occorrono idee chiare e investimenti, quelli che chiederemo nel prossimo incontro con i dirigenti del ministero dell’Istruzione sulla sicurezza”.
Una maggiore attenzione ai supplenti della scuola, un enorme aggregato di docenti e personale Ata che per colpa delle scelte sbagliate di chi governa il settore è arrivato a rappresentare un posto ogni quattro presente nelle nostre quasi 8.500 scuole autonome. A chiederlo è il sindacato Anief, attraverso una serie di emendamenti al decreto Sostegni fatti pervenire alle commissioni di competenza del Senato: tra le 18 proposte prodotte dal giovane sindacato, ve ne sono diverse rivolte proprio ai precari, a partire dal divieto dei licenziamenti e dalla trasformazione dei contratti a termine in ruolo, anche a tutela degli alunni e del loro diritto sacrosanto alla continuità didattica invece sistematicamente aggirato, con supplenze che si alternano per mesi prima di arrivare all’individuazione di una figura stabile fino a giugno.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “Non è possibile ogni anno restituire al Mef oltre 50 mila assunzioni a tempo indeterminato pur avendo a disposizione più di 200 mila supplenti, di cui tantissimi abilitati, specializzati e con ben oltre i 36 mesi di servizio che l’Unione europea indica come soglia più che sufficiente per stabilizzare su posto vacante: vale la pena ricordare che il Comitato dei diritti sociali europei ha di recente accolto il ricorso Anief n. 146/2017 sull’illegittimità della reiterazione dei contratti a termine, bocciando quindi la volontà di continuare a tenere chiuse le Gae, di non utilizzare le Gps per le immissioni in ruolo, come pure di non volere organizzare concorsi riservati per titoli e servizi. È il tempo della svolta, come pure per evitare licenziamenti prima del tempo e per mettere i precari nelle condizioni di aggiornarsi professionalmente”.
La richiesta del sindacato Anief di assegnare anche ai supplenti la Carta del docente per l’aggiornamento professionale obbligatorio prende finalmente corpo tra chi governa la scuola: oggi il sottosegretario ha detto che “non è più tollerabile che gli insegnanti precari delle scuole italiane siano esclusi dalla platea di beneficiari della Carta del Docente, cioè il contributo di 500 euro all’anno a disposizione per l’acquisto di libri, supporti informatici, corsi di formazione, materiale e attività per l’aggiornamento professionale”. A questo proposito, l’on. Rossano Sasso ha annunciato di avere “avuto una fruttuosa interlocuzione con il collega e amico Claudio Durigon, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, che sul tema ha dimostrato interesse e sensibilità. Siamo dunque al lavoro per porre rimedio a questo stato di cose”.
Anief ha sempre sostenuto questa teoria, dall’approvazione del comma 121 dell’articolo 1 della Legge 107/2015 che ha introdotto l’aggiornamento professionale obbligatorio tra il personale della scuola: il giovane sindacatoha sempre reputato del tutto ingiustificata l’esclusione dei precari, come del personale Ata e di altre figure professionali, dalla carta del docente. In passato diversi parlamentari hanno provato a sanare il problema, nessuno però c’è riuscito. Un anno fa si arrivò ad in passo, in Senato, dall’approvazione di una norma – all’interno del emendamento al Decreto Legge n. 22 - che avrebbe assegnato 300 euro ai precari, ma all’ultimo non se ne fece nulla per le mancate “coperture” da parte del Mef. E una risposta simile è arrivata quando si sono esaminati a fine 2020 gli emendamenti proposti da Anief alla Legge di Bilancio.
“È ora di sanare questo chiaro errore della ‘Buona Scuola’ – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – anche perché parliamo della formazione in servizio di un docente italiano su quattro, considerando che le supplenze annuali sono ormai oltre 220mila. Se poi pensiamo che ormai la didattica digitale integrata è un dato di fatto, sottoscritto pure a livello contrattuale, non possiamo pensare di attuarla aggiornando e mettendo a disposizione le attrezzature solo ad una parte del personale. Pensiamo anche al personale amministrativo in smart working o ai collaboratori scolastici che svolgono corsi di aggiornamento in chiave Covid. Si dia seguito alla proposta Sasso, altrimenti per noi la soluzione continuerà a passare per i tribunali”.
Marcello Pacifico, presidente nazionale del sindacato Anief, nel corso dell’incontro a Bari, ha affermato che quello odierno è “l’ultimo seminario di legislazione scolastica per l'anno 2020\2021 tra i cento programmati. Ringrazio tutti i 10mila colleghi che si sono registrati per essere aggiornati sulle nuove leggi approvate tra il 2018 e il 2020. Ci rivediamo adesso dal 19 aprile al 19 maggio per partecipare alle mille assemblee sindacali che si svolgeranno su tutto il territorio nazionale, sempre da remoto, per informarvi e consultarvi sulle proposte di rinnovo del CCNL 2019\2021 che Anief sarà chiamata a sottoscrivere”.