Non abbiamo mai avuto così tanti precari nella scuola come oggi, ma la soluzione per abbatterne il numero c’è: è quella di riaprire le Graduatorie a esaurimento, chiuse ai docenti precari ormai da otto anni”. A dirlo, in una intervista a Italia Stampa, è Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: “la nostra richiesta – dice il sindacalista - è in linea con quanto deciso dal Comitato dei diritti sociali europei”, che ha di recente accolto il ricorso n. 146/2017 e dato in questo modo piena ragione ai precari che lamentano l’illegittimità della reiterazione dei contratti a termine sottoscritti nei loro confronti, poiché lo Stato italiano non ha tenuto conto dei tre anni di supplenze massimi consentiti in tutti i Paesi membri
Il numero record di supplenze che l’Italia ha fatto toccare quest’anno, con un numero impressionante di cattedre di sostegno vacanti, deve fare riflettere. La stipula di oltre 210mila contratti annuali, con altri ancora da realizzare, assunzioni limitate e a settembre in arrivo altri 35mila pensionamenti, è una circostanza che non può lasciare indifferenti. Soprattutto perché dall’Europa si sta guardando con attenzione al fenomeno: il vento sta quindi cambiando.
L’INTERVISTA AL PRESIDENTE
“Il Comitato europeo – dice a Italia Stampa Marcello Pacifico, leader Anief - ha detto che non è stata data la possibilità a coloro che non sono stati inseriti nelle GaE di inserirsi in percorsi paralleli che avrebbero portato all’immissione in ruolo, per scorrimento delle graduatorie”, precludendo in questo modo “l’agognata stabilizzazione come invece avviene nel settore privato”. Sarebbe il caso di trasformare l’attuale concorso straordinario da selettivo in un concorso che continua a verificare i titoli, anche attraverso esami, ma che a sua volta garantisce a tutti i candidati che vi hanno partecipato di potersi inserire nella graduatoria finale ed entrare gradualmente nei ruoli. E comunque i concorsi con cadenza regolare possono essere banditi aggiornando le graduatorie”.
Secondo Pacifico “sono due soluzioni a uno stesso problema, quello della supplentite. Nella scuola italiana abbiamo più di 200mila supplenti docenti, che tuttavia non riescono a essere stabilizzati. Riguarda anche quelli che insegnano nel sistema nazionale d’istruzione, quindi nelle scuole paritarie, docenti di religione cattolica, con diploma magistrale o tecnico pratici. Tutti costoro non riescono a entrare in ruolo, proprio perché non esiste una procedura a loro riservata. Quindi – conclude il sindacalista autonomo - è importante rispondere a quello che ci chiede l’Europa e fare in modo che la procedura d’infrazione non si trasformi in una multa salata per lo Stato italiano”.
Ascolta l’intervista completa di Italia Stampa al professor Marcello Pacifico.
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