Oggi ha avuto luogo, su Orizzonte Scuola Tv, un dibattito con l’ex ministro dell’Istruzione, deputato del gruppo Misto, Lorenzo Fioramonti e la senatrice del M5S, Bianca Laura Granato. Presenti la giornalista del Corriere della Sera, Valentina Santarpia, e Margherita Stimolo, presidente del Coordinamento Nazionale Docenti Abilitati. Tra i temi trattati: il concorso straordinario, al via il 22 ottobre, e il vincolo quinquennale. Marcello Pacifico (Anief): Ben vengano i concorsi, ma si pensi a stabilizzare i precari, in particolar modo in questa fase delicata della nostra storia a causa del Covid. Il blocco quinquennale va abolito, perché non regge la questione della continuità didattica, come nel caso della scuola secondaria di primo grado che ha una durata triennale. I docenti hanno il sacrosanto diritto di ricongiungersi alle proprie famiglie. È vero, la Call veloce non ha decollato perché i docenti hanno timore di rimane ingabbiati per 5 anni lontani da casa
A quasi un mese dall’inizio delle lezioni sono innumerevoli le cattedre rimaste ancora scoperte: dalle scuole, infatti, giungono notizie di tempo scuola ridotto per via della mancanza di diversi insegnanti. Una circostanza particolarmente grave perché si va a determinare nel pieno del ritorno dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid19, sicuramente da associare alla costituzione di quelle Graduatorie provinciali per le supplenze, le Gps, che dovevano essere pronte per l’inizio di settembre e che a distanza di un mese risultano ancora in alto mare. La presenza di tanti errori nell’assegnazione dei punteggi delle Gps ha infatti costretto i precari diretti interessati a produrre reclami e, laddove non considerati, pure formali ricorsi. Tutto questo, come più volte denunciato dall’Anief, ha portato l’amministrazione ad ingolfarsi di richieste di rettifiche e al rifacimento continuo delle graduatorie provinciali. Sul “piatto”, inoltre, va messa la poca convinzione dei docenti ad accettare le supplenze, in tempo di Covid19, in cambio di stipendi ridotti all’osso e garanzie di stabilizzazione praticamente azzerate. Nel frattempo, a rimetterci sono non solo i docenti, ma anche e soprattutto gli alunni, che vedono sottrarsi diverse ore settimanali d’insegnamento.
Secondo Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, “l’errore più grande è stato quello di prevedere delle graduatorie innovative e digitali impostate con criteri di cumulo dei punteggi e di accesso ben diversi da quelli adottato negli ultimi anni. A quel punto, quando sono pervenuti agli Uffici scolastici un numero impressionante di reclami, il sistema, con 750 mila domande complessive, non ha retto. L’unica strada percorribile, lo abbiamo detto più volte, era quella di annullare la tabella di valutazione dei titoli e ripristinare la tabella delle vecchie graduatorie di istituto. Invece non è stato fatto, perdurando negli errori. Ed inducendo gli stessi candidati a non fidarsi delle proposte di nomina, peraltro in una fase di aumento dei contagi che preoccupa tantissimo chi è chiamato ad insegnare lontano da casa”.
Ieri il Senato ha rinnovato la fiducia al Governo approvando con 148 voti favorevoli, 117 contrari e nessun'astensione l'emendamento 1.900, interamente sostitutivo del ddl n. 1925 di conversione del decreto legge 14 agosto 2020 n. 104 relativo a misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia. Il presidente del sindacato esprime soddisfazione per l’accoglimento, seppure parziale, delle richieste del sindacato: “sin da subito abbiamo protestato per l’ingiustizia del licenziamento dell’organico Covid in vista di un’ipotetica sospensione della didattica in presenza. Per i lavoratori – e soprattutto per i lavoratori fragili - abbiamo sempre rivendicato il pieno diritto a svolgere la prestazione lavorativa in modalità agile come peraltro già previsto dalla legge 81 del 2017”.
Sono significative le modifiche al decreto agosto che passa adesso all'esame della Camera. Marcello Pacifico (Anief) commenta: “Vari sono stati gli interventi in aula sul valore dell’istruzione e degli insegnanti che, invece di essere premiati per lo straordinario impegno, sono ancora costretti a rincorrere concorsi per la stabilizzazione, e dirigenti scolastici che riescono, tra enormi difficoltà, a supplire alle carenze ministeriali; occorre ogni giorno riportare l’attenzione sul tema della Scuola”.
In attesa dei risultati delle prove preselettive per l’accesso ai corsi di specializzazione, Anief avvia i ricorsi per ammettere direttamente al TFA Sostegno i docenti con almeno tre anni di servizio su sostegno. Attivati anche i ricorsi per far accedere alla prova scritta tutti coloro che otterranno un punteggio di almeno 18/30 alle preselettiva e tutti i docenti con almeno tre anni di servizio. Adesioni sul portale Anief entro il 23 ottobre
Per Anief è arrivato il momento di adeguarli all'inflazione con una salario minimo di cittadinanza, di prevedere per il personale della scuola indennità minima di dieci euro giornaliere per rischio biologico in tempo di Covid-19, di stabilire risorse nella legge di bilancio per aumenti di ulteriori 50 euro rispetto ai cento euro già stanziati. In questo modo, conclude Pacifico, nel prossimo contratto potremmo dare aumenti di 450 euro mensili a ogni dipendente dei nostri istituti.
Il gap di mille euro medi in meno al mese rispetto alla media UE rimane intatto. Si confermano significative le differenze tra i paesi europei negli stipendi tabellari iniziali degli insegnanti: i compensi possono infatti variare, a seconda del paese, da 5 a 80 mila euro lordi all’anno. Scorrendo il Rapporto Eurydice 2020, risultano infatti decisamente più alti gli stipendi iniziali degli insegnanti in Belgio, Irlanda, Spagna, Paesi Bassi, Austria, Finlandia, Svezia e Scozia. Stipendi ancora più maggiori si registrano in paesi con PIL pro-capite alto: Danimarca, Germania, Lussemburgo, Svizzera, Islanda, Liechtenstein e Norvegia. Le stime europee indicano che gli stipendi dei nostri prof possono aumentare di circa il 50% solo dopo 35 anni di servizio.
Secondo il presidente nazionale Marcello Pacifico “è avvilente che aumenti degli ultimi dodici anni rimangano fermi a meno di 80 euro lordi,al 3,48% accordati con l’ultimo rinnovo del 2018: quel piccolo aumento non è servito nemmeno a coprire gli 8 punti percentuali persi tra il 2007 e il 2015 per via del costo della vita. Per il nuovo contratto, Anief chiede da tempo non meno di 240 euro medi mensili di aumento”.