Il Consiglio superiore della Pubblica Istruzione, organismo super partes deputato ad esprimersi su questioni tecnico-politiche della scuola, suggerisce al Miur un piano straordinario per la copertura di tutti i posti vacanti, con la possibilità di trasferire gli idonei in graduatorie di merito di altre regioni e auspica una soluzione per i precari con 36 mesi. Marcello Pacifico, presidente Anief, risponde ricordando come l'unica soluzione sia la riapertura del doppio canale di reclutamento, attraverso la stessa riapertura annuale delle ex graduatorie permanenti e rapidi corsi abilitanti per il personale in servizio di ruolo o a tempo determinato.
In alcuni casi è un atto unilaterale del dirigente. Il presidente Pacifico (Anief): Non appena con la firma del CCNQ attesteranno la nostra rappresentatività vigileremo in ogni scuola riprendendo l'operazione verità su organici, personale e risorse. Nel frattempo, continuiamo a raccogliere le candidatura per diventare terminale associativo del nostro sindacato in ogni Istituto.
Nella pubblica amministrazione è di gran lunga il comparto scolastico a sottoscrivere il maggior numero di contratti integrativi di lavoro: nel 2018, su 14.071 complessivi, circa la metà sono stati prodotti da istituzioni scolastiche, considerando che a fronte di 8.354 sedi di contrattazione, si è arrivati alla stipula del contratto in 6.527 casi. Lo fa sapere l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni, attraverso il documento dal titolo “Monitoraggio della contrattazione integrativa – Rapporto riepilogativo anno 2018”. Nel documento sono confluiti i dati derivanti dai form di trasmissione dei contratti integrativi pervenuti via web all’Aran e al Cnel, come previsto dall’articolo 40 bis, comma 5, del D.Lgs. n. 165/20012.
Marcello Pacifico (Anief): È dovere del sindacato vigilare sul rispetto delle norme contrattuali nella contrattazione decentrate, anche se il Fondo d’istituto sia stato dimezzato negli ultimi dieci anni. Siamo pronti appena avremo riconosciute tutte le prerogative sindacali a sederci nei tavoli di ogni scuola per far trasmettere la totalità dei verbali, si spera, condivisi delle contrattazioni avvenute per una migliore organizzazione del lavoro di docenti, educatori e Ata.
I sistemi di rilevazione automatica delle presenze del personale che attraverso il decreto Concretezza il Governo vorrebbe approvare nella PA, compresa la scuola, con il beneplacito del Parlamento, contengono delle disposizioni eccessive, ridondanti e anti-europee.
A sostenerlo è il Servizio Studi dei due rami parlamentari, che nella stesura del Dossier specifico sugli “Interventi per la concretezza delle azioni delle pubbliche amministrazioni e la prevenzione dell’assenteismo”, il decreto n. 920-B in questo momento all’esame del Senato dopo il via libera della Camera, ha ricordato la posizione espressa sul tema dal ‘Garante per la protezione dei dati personali’, secondo il quale non è “conforme al canone di proporzionalità, come declinato dalla giurisprudenza europea, l’introduzione sistematica, generalizzata e indifferenziata per le pubbliche amministrazioni di sistemi di rilevazione delle presenze tramite identificazione biometrica”.
Marcello Pacifico (Udir): Prima di produrre un notevole inutile aggravio all’erario e rischiare di bloccare l’utilizzo dei più moderni sistemi di rilevazione automatica per via dell’intervento dei giudici, il Governo farebbe bene a compiere subito un passo indietro.
Continua a tenere banco il Def 2019, il Documento di Economia e Finanza che programma le attività politico-economiche dei prossimi anni appena approvato dal Governo. Il documento è finito sotto la lente delle commissioni parlamentari di competenza e l’on. Luigi Gallo, del M5S, presidente della VII Commissione della Camera, non ha lesinato critiche alla parte del testo che riguarda l’Istruzione pubblica nazionale: con un video su Facebook, è intervenuto a gamba tesa, ribadendo le impellenze del mondo della formazione, di cui però nel Def non c’è traccia. Marcello Pacifico (Anief): Temiamo fortemente che le indicazioni della Commissione Cultura della Camera non abbiamo alcun seguito, mentre si andranno a toccare gli organici del personale, approfittando della riduzione delle nascite e quindi del numero di alunni.
La soluzione trovata in VII Commissione di Montecitorio, quella di introdurre il voto in pagella senza trasformarla in materia, è confusionaria e non serve. Anief lo aveva detto in Parlamento: bisogna ripristinare almeno due ore in più obbligatorie e ridare dignità a una materia fondamentale per costruire un cittadino italiano in Europa.
Il compromesso raggiunto in Commissione cultura alla Camera sul testo “verrà votato in Aula a partire dal 29 aprile e potrebbe essere approvato prima delle elezioni europee”. Marcello Pacifico (Anief): La norma non è utile nonostante il dibattito sia stato ampio e le intenzioni di tutte le forze politiche erano unanimi; l’accordo raggiunto è come una montagna che ha partorito il topolino.