Anief riapre il contenzioso: se, infatti, la normativa previgente alla firma dell’ultimo CCNL 2001 prevedeva il pieno riconoscimento del servizio di ruolo prestato in diversa qualifica professionale, nel ricercare l’allineamento con la figura dei direttori amministrativi dei Conservatori è stata peggiorata la progressione di carriera degli ex responsabili amministrativi transitati nel 2000 nei nuovi ruoli.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): non appena il nostro sindacato sarà rappresentativo nel 2018 chiederemo il ripristino delle norme previgenti ai contratti firmati negli ultimi quindici anni. Inoltre, investiremo ancora una volta la Cassazione, ma questa volta per la violazione del D. lgs. 297/94, forti del disconoscimento recente dello stesso meccanismo della temporizzazione per il personale docente da parte delle SS. UU.
Quest’anno alle superiori si moltiplicheranno le cattedre 'esterne', con lo stesso insegnante impegnato su più istituti scolastici: il docente trasferito su cattedra costituita tra scuole diverse avrà la titolarità nella sede principale, come risulterà nell’organico della scuola, e dovrà completare l’orario d'insegnamento nella seconda delle due scuole e anche nella terza eventuale. Rimane, pertanto, fondamentale farsi valere tutti i servizi svolti e titoli acquisiti, per non rischiare di perdere posto e finire sugli ambiti territoriali.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): consigliamo ai docenti di ricorrere contro l’eventuale mancata corretta valutazione delle esperienze di lavoro e di professione svolte. Dal servizio pre-ruolo, che continua a essere considerato 'di serie B', a quello prestato nella paritaria, o ancora per la mancata assegnazione del punteggio derivante dai titoli abilitanti riconosciuti dalle università (SSIS, TFA, Sostegno e per il servizio militare svolto non in costanza di nomina). Lo stesso vale qualora si voglia negare di poter rientrare nell'organico stabile dello stesso istituto in barba al principio di continuità didattica e del diritto del docente a partecipare alle operazioni di mobilità su tutti i posti disponibili nell'organico dell'autonomia: la possibilità di essere trasferiti da titolarità su Ambito a titolarità su scuola attraverso l'indicazione di 5 istituti nelle procedure di mobilità 2017 non può escludere la sede di attuale incarico triennale del docente.
Ancora polemiche sulle procedure di Mobilità 2017. Anief avvia i ricorsi e pubblica le istruzioni per richiedere l'istituto di attuale incarico triennale tra le 5 scelte di sede previste dal CCNI ai fini del trasferimento da titolarità su Ambito a titolarità su scuola.
Le procedure di mobilità 2017 impediscono al docente con incarico triennale in una specifica sede scolastica di indicare tale istituto tra le 5 scuole scelte al fine del trasferimento definitivo con assegnazione di titolarità su scuola e non su Ambito. Anief ritiene illegittima tale prospettazione e lesiva dei diritti dei docenti assunti su Ambito che non possono aspirare al trasferimento su eventuali posti disponibili proprio nella scuola in cui attualmente stanno svolgendo il loro incarico triennale in una posizione di equità rispetto a tutti gli altri aspiranti.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): la possibilità di essere trasferiti da titolarità su Ambito a titolarità su scuola attraverso l'indicazione di 5 istituti nelle procedure di mobilità 2017 non può escludere la sede di attuale incarico triennale del docente. È una previsione che non ha senso e lede i diritti di quei lavoratori che vorrebbero rientrare nell'organico stabile dell'istituto in cui già prestano servizio triennale in presenza di posti disponibili per i trasferimenti e richiedibili da tutti gli altri aspiranti. Questo è un errore che il MIUR, sempre pronto a schierarsi - a quanto pare solo a parole - in favore della continuità didattica, del rispetto del merito e della stabilità di organico, non doveva commettere. Invitiamo tutti i docenti interessati a seguire le istruzioni elaborate dal nostro ufficio legale e a rivendicare i propri diritti proponendo ricorso.
“La Repubblica è fondata sul lavoro per il progresso della Nazione, ma a patto di tutelare il benessere dei lavoratori-cittadini”; è quanto dichiara Marcello Pacifico, segretario confederale Cisal e segretario organizzativo Confedir. Fa riferimento a una tutela riconosciuta dalla CEDU e da diverse Direttive UE per lo sviluppo di quel bene che è patrimonio dell’uomo sociale.
Quanto prescritto dalla nostra Costituzione, infatti, trova ancor oggi ostacolo nell’ambigua politica perseguita dal Governo che continua ad aggirare la regola del divieto dell’utilizzo dei contratti a termine per la copertura dei servizi pubblici. Le sanzioni previste dalla UE sono preventive e dissuasive, a presidio del naturale incontro tra domanda e offerta, sempre a tutela del prestatore d’opera. Purtroppo, però, di questa tutela sono privi i 300mila precari della pubblica amministrazione - di cui la metà nella scuola - a dimostrazione di come le autorità italiane siano ancora lontane dallo sconfiggere la piaga della precarietà, a dispetto di migliaia di domande risarcitorie riconosciute dai giudici nazionali.
La base di partenza rimane quella di trasformare 25mila posti in organico di diritto, ma poi c’è stata la frenata del Ministro dell’Economia Padoan. Oggi la Ministra Fedeli è tornata alla carica: dobbiamo trovare un punto di incontro. Intanto il personale ha perso la pazienza e si è rivolto al giudice del lavoro: solo nell’ultimo mese, Anief ha portato a casa oltre 500 sentenze favorevoli ai lavoratori, anche di ruolo, a cui lo Stato ha negato l’assunzione, oppure l’ha ritardata oltre modo, o ancora privandoli di quegli scatti di anzianità che invece la Corte di Cassazione ha ribadito di recente che vanno applicati indistintamente.
Marcello Pacifico (Anief-Cisal): gli ultimi due governi hanno voluto far credere che il precariato scolastico è un fenomeno in via di cancellazione, ma non è affatto così perché l’unica soluzione che andrebbe adottata continua a essere elusa: trasformare in organico di diritto tutti i 100mila posti oggi assegnati fino al 30 giugno, metà dei quali di sostegno, e procedere con un conseguente piano di assunzioni. Tutti gli altri tentativi rappresentano dei palliativi. Il punto non è ricavare 10mila, 20mila o 25mila nuovi posti. Ma adottare una nuova filosofia: a un posto libero deve corrispondere un docente titolare o da assumere.
Il giovane sindacato ricorda che sono ancora aperti i ricorsi per essere stabilizzati, per vedersi assegnati gli scatti di anzianità del personale di ruolo, anche durante il periodo di precariato, per ottenere le mensilità di luglio e agosto in tutti quei casi in cui ai docenti si assegna una supplenza annuale fino al 30 giugno dell’anno successivo, anziché sino al 31 agosto, pur in presenza di posti liberi.