Chi chiederà di cambiare provincia andrà a finire nel meccanismo degli ambiti, con la futura chiamata del DS, a partire dalla seconda scelta, una volta che non sia stata soddisfatta la prima preferenza.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: questa soluzione vanifica i diritti e le speranze di tanti lavoratori. Gli stessi che hanno perso giornate di lavoro e parte dello stipendio per scioperare più volte contro il comma 73 dell’articolo 1 della Buona Scuola, che introduce gli ambiti territoriali a partire dal prossimo anno scolastico. Ora, nei prossimi giorni, si ipotizza che l’accordo raggiunto si trasformi in un’intesa contrattuale. Che, a nostro avviso, non si deve assolutamente firmare. Gli altri sindacati facciano piuttosto quadrato attorno al nostro emendamento presentato nel decreto Mille proroghe 2016.
La via che stanno intraprendendo i sindacati Confederali sul contratto della mobilità del personale scolastico è molto pericolosa: dall’accordo raggiunto in queste ore, infatti, si evince che anche i lavoratori assunti sino all’anno scolastico 2014/15 che dovessero chiedere di spostarsi fuori provincia, potrebbero ritrovarsi loro malgrado negli ambiti territoriali. Il tutto significherebbe perdita di titolarità, con tutte le conseguenze che ne derivano, come quello dell’incarico limitato al triennio e l’assurda chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici. Perché “si andrà a finire nel meccanismo degli ambiti, con la futura chiamata del DS, solo a partire dalla seconda scelta una volta che non sia stata soddisfatta la prima preferenza”, sintetizza oggi Orizzonte Scuola.
Si tratta di una soluzione che non può essere accolta con soddisfazione. Come, invece, stanno facendo in queste ore i sindacati rappresentativi. Perché un docente che decide di fare domanda di trasferimento deve sapere, prima di presentarla, se finirà o meno negli ambiti territoriali. L’Anief, consapevole di questo rischio, e del fatto che porterebbe dritti in Corte Costituzionale, aveva infatti preliminarmente chiesto, appellandosi al buon senso dei dirigenti Miur e sindacali, di far partecipare alla mobilità sui posti in organico di diritto chiedendo la titolarità sulla scuola; mentre chi avesse chiesto di andare sui posti del “potenziamento”, sarebbe stato consapevole di finire negli ambiti territoriali.
“Quanto è stato deciso al Miur sui trasferimenti del personale non può soddisfarci – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – perché vanifica i diritti e le speranze di tanti lavoratori. Gli stessi che hanno perso giornate di lavoro e parte dello stipendio per scioperare più volte contro il comma 73 dell’articolo 1 della Buona Scuola, che introduce gli ambiti territoriali a partire dal prossimo anno scolastico. Ora, nei prossimi giorni, si ipotizza che l’accordo raggiunto si trasformi in un’intesa contrattuale. Che, a nostro avviso, non si deve assolutamente firmare”.
“Perché – continua Pacifico – non si possono spingere dei dipendenti pubblici di ruolo, anche con decenni di servizio alle spalle, nell’alveo degli albi territoriali e della chiamata diretta da parte dei presidi. Piuttosto che trovare un accordo che fa arretrare, non poco, i diritti costituzionali dei dipendenti della scuola, i sindacati rappresentativi farebbero bene a fare quadrato attorno all’emendamento Anief, presentato alla Camera nell’ambito del decreto Mille proroghe 2016, attraverso cui aggiungere, dopo il comma 10, una deroga che permetterebbe di non terminare negli albi senza consapevolezza. E di uscirne con immediatezza, qualora se ne verificassero le possibilità”.
Come, sempre nel Mille proroghe 2016, in questi giorni all’attenzione del Parlamento, l’Anief ha chiesto di prorogare, per tutti i docenti assunti, di un altro anno anche la deroga al blocco relativo alla domanda di assegnazione provvisoria, come già aveva chiesto e ottenuto per l’anno corrente (c. 108 … Limitatamente all'anno scolastico 2015/2016, i docenti assunti a tempo indeterminato entro l'anno scolastico 2014/2015, anche in deroga al vincolo triennale sopra citato, possono richiedere l'assegnazione provvisoria interprovinciale. Tale assegnazione può essere disposta dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca nel limite dei posti di organico dell'autonomia disponibili e autorizzati).
Per approfondimenti:
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Riforma scuola, i profili di incostituzionalità nel ddl ‘Buona Scuola’ (Il Fatto Quotidiano del 29 giugno 2015)
Scuola, l'ultimo fronte: se i bidelli si ammalano si rischia la chiusura (La Repubblica del 16 settembre 2015)
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