La Cassazione dà ragione alla tesi sostenuta dai legali Anief (16715/24). Le ferie dei precari al 30 giugno vanno retribuite se non prese negli ultimi 10 anni. Possibile ancora aderire al ricorso per poter recuperare fino a 10 mila di arretrati.
La formazione in servizio dei docenti è un atto che porta vantaggi al servizio di insegnamento rivolto agli alunni, anche quando l’insegnante è a tempo determinato ogni volta che il servizio svolto è “sufficientemente lungo da garantire quella stabilità di rapporto” stimato in una “durata superiore ai 180 giorni di attività lavorativa”: a sostenerlo, la settimana scorsa attraverso una sentenza esemplare, è stato il Tribunale di Padova nell’accogliere il ricorso presentato dai legali dell’Anief in difesa di una insegnante precaria a cui era stata negata la Carta del docente per le quattro annualità di supplenze svolte. Il giudice del lavoro – dopo avere esaminato le diverse sentenze espresse a favore dei precari, a partire da quelle guida emesse dalla Suprema Corte di Cassazione, dal Consiglio di Stato e della Corte di Giustizia europea- ha quindi risarcito la docente con 2.000 euro condannando anche il Ministero “al pagamento in favore della parte ricorrente delle spese di lite, che liquida in € 1.100,00, oltre 15% per spese generali, I.V.A. e C.P.A.”.
Prima il Consiglio di Stato, adesso anche la Corte di Cassazione: il servizio di leva obbligatorio e quello civile ad esso equiparato sono sempre utilmente valutabili, sia ai fini della carriera sia per l'accesso alle immissioni in ruolo e quindi pure per il punteggio da conseguire nelle graduatorie dei precari dei docenti e del personale Ata. La Suprema Corte si è espressa con sentenza 15965/24 riconoscendo infatti il punteggio pieno per servizio militare o civile prestato non in costanza di nomina.
Continua a crescere il contenzioso nella scuola: solo nel mese di maggio, i legali del sindacato Anief hanno permesso al personale docente e Ata di recuperare 1 milione e 393mila euro; dall’inizio del 2024 i milioni di euro recuperati sono stati circa 6,5. Inoltre, complessivamente, dal 1° gennaio 2024 sono state ben 2.613 le sentenze vinte dal giovane sindacato nei tribunali del lavoro.
Il sì al riconoscimento giuridico dell’anno 2013 ai fini della ricostruzione della carriera arriva dalla Corte di cassazione: una sentenza importantissima dà ragione ad Anief confermando quello che da anni il sindacato ha sempre ribadito. La Cassazione ha dunque detto no al ricorso che, ricordiamo, era stato presentato proprio dal Ministero dell’istruzione e del merito.