La docente, assistita dagli avvocati della rete Anief Giovanni Rinaldi, Walter Miceli, Nicola Zampieri, Fabio Ganci e Giuseppe Massimo, ha ottenuto il pieno riconoscimento della Carta docente per i tre anni di lavoro a tempo determinato.
La docente, assistita dagli avvocati della rete Anief Giovanni Rinaldi, Walter Miceli, Nicola Zampieri, Fabio Ganci e Giuseppe Massimo, ha ottenuto il pieno riconoscimento della Carta docente per i tre anni di lavoro a tempo determinato.
Anief, al fine di far rispettare i diritti dei lavoratori della scuola, ha avviato una nuova campagna “Non un euro di meno”. Attraverso un modulo online, ogni utente potrà registrarsi e richiedere gratuitamente informazioni e consulenza sul proprio stato matricolare e sugli eventuali diritti relativi alla giurisprudenza
La parità dei diritti dei lavoratori non può passare in subordine quando si parla di formazione del personale: lo ricorda il Tribunale del lavoro di Velletri che nell’accogliere il ricorso prodotto dai legali Anief in difesa di un insegnante supplente per cinque annualità, tra il 2017 e il 2022, ha accordato allo stesso 2.500 euro di Carta del docente “oltre interessi legali e rivalutazione”, condannato il Ministero a più di 1.000 euro di spese processuali e motivato la decisione citando la recente sentenza della Cassazione sull’allargamento della card a tutti i dipendenti a tempo determinato fino al termine delle lezioni.
Sono gli insegnanti i primi a rendersi conto della modestia dei loro stipendi: lo dice una ricerca dell’Eurispes dalla quale emerge che quasi il 90% dei docenti interpellati sostiene che la retribuzione mensile è insoddisfacente. Con il 2° Rapporto sulla Scuola e l’Università, pubblicato da Giunti Scuola, l’istituto di ricerca rivela una profonda insoddisfazione tra gli insegnanti, che parte dagli investimenti nell’istruzione e arriva alle condizioni retributive. Dalla ricerca, sintetizzata dalla stampa specializzata, emerge che l’87% dei docenti di scuola primaria e secondaria di primo grado, l’88% degli insegnanti delle scuole superiori, e il 90,2% dei professori universitari ritengono che gli investimenti in istruzione siano inadeguati. Circa il 90% dei docenti delle scuole esprime invece insoddisfazione per il proprio trattamento economico, una percentuale che si attesta al 65% tra i professori universitari.
Perché un precario della scuola amministrativo, tecnico o ausiliario deve essere precario ogni mese in busta paga di una somma, da ricondurre al “Compenso individuale accessorio”, che varia tra i 66,90 euro a 73,70 euro? A chiederlo da qualche tempo ai giudici sono diversi supplenti che non intendono piegare la testa e che attraverso i legali Anief ottengono le somme sottratte in modo illegittimo da una norma sbagliata recuperando anche gli interessi dovuti. L’altro ieri a dare seguito alla linea Anief è stato anche il giudice del lavoro di Trapani che ha condannato il Ministero a fare avere al dipendente precario Ata – una collaboratrice scolastica che negli anni 2020/21 e 2021/22 ha sottoscritto dei contratti a tempo determinato per supplenza breve - “673,73 euro lordi, oltre interessi legali e rivalutazione monetaria dalla decorrenza dei crediti fino al saldo”.