Sui docenti tutor e orientatori l’Anief aveva ragione: non basta spostare di qualche settimana la comunicazione dei nominativi al Ministero, se in parallelo non si introduce un organico aggiuntivo e non si danno delle risorse aggiuntive alle scuole collocate nei territori più a rischio abbandono. Il giovane sindacato lo aveva detto a fine aprile e così sta andando: pochi giorni dalla nuova scadenza fissata dall’amministrazione centrale, si scopre che “diverse scuole italiane stanno esprimendo resistenza alla figura del tutor per l’orientamento”. Non solo assistiamo ad una complessiva “risposta limitata”, con i dirigenti costretti a fare opera di convincimento nei confronti degli insegnanti perché assumano il nuovo incarico triennale introdotto con i finanziamenti del Pnrr.
Oggi La Repubblica ha riportato che a Padova cinque scuole hanno messo in discussione l’introduzione di questa figura, attraverso mozioni firmate dal Collegio docenti o dichiarazioni collettive: “Non ci presentiamo né per il ruolo di tutor né per quello di orientatore”, hanno spiegato i docenti contrari all’iniziativa ministeriale anti-abbandono. Non piace questo ruolo che deve assumere dell'insegnante, "ovvero una persona che dovrebbe lasciare un segno nel giovane", viene svilito a quello di "coach, valorizzatore, consigliere delle famiglie". Inoltre, c’è un problema legato ai compensi: “il corso online di 20 ore è ritenuto "offensivo" per chi impiega anni a costruirsi un profilo professionale. Infine, il corrispettivo netto per le future 30 ore di orientamento ‘è pari a 7,34 euro l'ora’”.
Per il sindacato Anief non è una sorpresa quello che sta accadendo: “Avevamo previsto che sarebbe andata a finire così – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief - , perché per sostenere gli studenti nella scelta dei percorsi formativi, con piena coscienza e a evitare che lascino i corsi di studio, bisognava rivedere il decreto ministeriale 63, integrando l’iniziativa con specialisti, ma anche integrando gli organici di docenti e Ata andando a confermare i 40 mila dello scorso anno. Non può di certo bastare un insegnante per 40-50 studenti del triennio delle superiori ad evitare che quelli più in difficoltà possano essere recuperati. Anche i dati provenienti dalle Università parlano chiaro: gli abbandoni sono in crescita e il presidente della Crui ci ricorda che troppi giovani diplomati sbagliano facoltà. Se non passano le nostre richieste, formulate anche negli emendamenti al decreto legge PA44/2023 pubblicato in Gazzetta esattamente un mese fa e sui quali tra oggi e giovedì si esprimeranno con voto i deputati della Commissioni riunite I e XI della Camera, anche questo progetto del Pnrr rischia di andare in fumo”, avverte Pacifico.
È rimasta ad oggi invece immutata la Nota del 21 aprile scorso, in base alla quale il Ministero ha fissato al 31 maggio prossimo la scadenza per l’invio dei nomi dei 40 mila insegnanti tutor e orientatori attraverso la piattaforma “FUTURA PNRR” – Gestione Progetti”, Area “Iniziative”, sezione “docenti tutor orientamento” che andranno ad operare in 70 mila classi del triennio finale della scuola secondaria di II grado”.
Le richieste dell’Anief sul tema sono sempre le stesse: “Come farà il docente tutor a seguire i bisogni e le motivazioni di 50 studenti senza il supporto di strutture ed esperti, anche esterni alla scuola? Perché non c’è chiarezza sulla ripartizione del fondo di 150 milioni di euro fra le diverse scuole approvato per decreto? Servirebbero risorse ulteriori per le scuole frequentate da studenti a rischio dispersione. Come pure non si comprendono i motivi del nuovo dimensionamento scolastico deciso dal Governo: come farà un solo tutor a gestire così tanti studenti? E perché alle medie e nel biennio iniziale delle superiori per ora non c’è nulla?”.
La verità è che, prosegue il leader dell’Anief, “mentre proseguono le trattative con la Commissione Ue, il Governo italiano e il Ministero devono procedere con le assunzioni in ruolo, l’aumento dei posti di docenti e Ata, le cancellazioni dei vincoli che bloccano i trasferimenti anche in presenza di posti liberi: sono misure attuative che possono essere inserite tranquillamente nel decreto PNRR quater. Senza un organico stabile e aggiuntivo, il ritorno al doppio canale e alla mobilità del personale priva di vincoli, i progetti del Pnrr applicati alla Scuola sono destinati a fallire”, conclude il sindacalista.
REQUISITI E FORMAZIONE
Gli insegnanti interessati dovranno seguire un corso di formazione di 20 ore gestito da Indire e completamente on line, che inizierà ad aprile di quest’anno. Tra i criteri non vincolanti ma indicativi per l’individuazione di tali figure: avere prestato 5 anni di servizio a tempo indeterminato; avere svolto funzioni interne alla scuola su orientamento, Pcto e dispersione; impegnarsi a ricoprire tale incarico per almeno un triennio. Il ministero a breve pubblicherà la circolare esplicativa decreto ministeriale che sarà emanato entro i 180 giorni previsti dalla legge: la circolare, presentata per sommi capi ai sindacati, delinea i criteri circa l'individuazione, il percorso e la remunerazione del tutor. Il corso di formazione per diventare docente tutor e docente orientatore sarà di 20 ore e sarà gestito dall’Indire. I tutor dovrebbero essere 40.000, a cui vanno i docenti orientatori (in tutto 2.500, con compensi inferiori a quelli dei colleghi tutur), uno per ogni istituto scolastico; saranno distribuiti nelle scuole in maniera proporzionale al numero degli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle secondarie di secondo grado (anno scolastico 2023/2024). Saranno poi le scuole a organizzare il servizio nella loro autonomia.
COSA DEVE FARE IL DOCENTE TUTOR
Il docente tutor – scrive Orizzonte Scuola - avrà il compito di coordinare e promuovere le attività educative per personalizzare l’istruzione negli studenti delle classi terze, quarte e quinte delle scuole secondarie di secondo grado. Questo compito include il supporto per gli studenti che hanno difficoltà e la promozione del potenziamento per quelli che hanno talenti particolari.
l docente orientatore avrà il compito di favorire le attività di orientamento per aiutare gli studenti a fare scelte in linea con le loro aspirazioni, potenzialità e progetti di vita, tenendo conto dei diversi percorsi di studio e lavoro e delle varie opportunità offerte dai territori, dal mondo produttivo e universitario. Questo approccio deve essere fatto rispettando l’autonomia degli istituti scolastici, degli studenti e delle loro famiglie.
IL PROGETTO
Il ministero dell’Istruzione ha deciso che ai circa 40 mila docenti tutor verrà assegnato un bonus annuale variabile da 2.850 euro a 4.750 euro lordo Stato, come è stato deciso in contrattazione: il loro finanziamento si ricaverà dai 150 milioni del fondo per la valorizzazione del personale scolastico (art. 1 comma 561 della Legge di Bilancio 2023). I docenti tutor dovranno impegnarsi per un triennio per raggiungere obiettivi PNRR. La ripartizione dei 150 milioni per i tutor sarà fatta in base al solo numero degli alunni delle classi terminali di ogni istituto secondario di secondo grado.
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