Sono state presentate ai sindacati dal Prefetto di Torino e dal Direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale le linee guida della Regione Piemonte per il coordinamento dei tavoli provinciali per il rientro a scuola in presenza dal 7 gennaio. Secondo Marco Giordano (ANIEF Piemonte) “il documento fa lo slalom tra i paletti imposti dal DPCM del 3 dicembre, ma rischia di essere un lavoro a vuoto. Molte scuole non hanno spazi e organici adeguati a garantire il rientro in presenza e in sicurezza del 75% degli studenti e servono certezze sullo screening di personale e studenti poiché i numeri dei contagi a scuola nella Regione destano grande preoccupazione”.
Sono state presentate in videoconferenza alle organizzazioni sindacali rappresentative della Scuola le linee guida che dovranno orientare il lavoro dei tavoli provinciali per il rientro a scuola in presenza dopo la pausa natalizia in Piemonte: il documento affronta problemi complessi e prova a mediare tra esigenze diverse, come la garanzia del diritto alla salute di studenti e personale scolastico, la necessità di far ritornare in presenza tutti gli studenti, compresi quelli del secondo grado, il riconoscimento dello spazio di autonomia delle scuole, il superamento delle criticità connesse al trasporto pubblico, il rispetto delle indicazioni del DPCM del 3 dicembre.
Si tratta di una missione certamente molto complicata da portare a termine. ANIEF Piemonte dà atto del grande sforzo messo in campo per la realizzazione del documento, da cui traspare consapevolezza dei nodi da affrontare e sensibilità nell’approccio. Tuttavia le criticità traspaiono chiaramente in superficie.
“Le linee guida – rileva Marco Giordano, presidente regionale ANIEF Piemonte – fanno lo slalom tra i paletti previsti dal DPCM del 3 dicembre e le innumerevoli esigenze da tutelare. Tuttavia il rischio è quello di un lavoro a vuoto, visto che sono moltissime le scuole che non hanno spazi e organici adeguati a garantire il rientro in sicurezza del 75% degli studenti. Bisognerà pur tenere conto di questo aspetto e dare ai dirigenti scolastici indicazioni chiare su cosa debba essere considerato prioritario, se il rientro in presenza a tutti i costi della quota di studenti prevista oppure il rispetto della distanza di almeno un metro tra gli stessi come previsto dal protocollo in vigore. Come ANIEF non abbiamo dubbi che la sicurezza sia prioritaria, tuttavia il nodo deve essere sciolto in modo chiaro ed esplicito dal Governo. Non è possibile – afferma Giordano – scaricare per l’ennesima volta la responsabilità sulle scuole”.
Il documento piemontese, infatti, pur riconoscendo spazi di flessibilità alle scuole nell’ambito della loro autonomia organizzativa e didattica, ribadisce che tutto debba avvenire “comunque garantendo il pieno raggiungimento del 75%” della presenza degli studenti, nel rispetto di quanto indicato dall’ultimo DPCM.
L’altro paletto che le linee guida non possono eludere è la data del 7 gennaio a partire da cui garantire il rientro a scuola degli studenti, una data che secondo ANIEF rischia di mettere in ulteriore difficoltà le scuole, che dovranno rivedere gli orari durante le festività e che in molti casi hanno organici – specie per i collaboratori scolastici – sottodimensionati rispetto alle ipotesi di ingressi e uscite degli studenti su due turni previste dal documento. Ma non è solo quello a preoccupare l’ANIEF.
“Ripartire già dal 7 gennaio – commenta ancora il presidente di ANIEF Piemonte – rischia di lasciare irrisolto il vero tema, che abbiamo sollevato già da giorni: la necessità di avviare uno screening regolare ed esteso, tramite tamponi rapidi, dello stato dei contagi tra studenti e personale scolastico. Solo poche settimane fa il Piemonte ha finalmente reso noti i dati dei contagi nelle scuole della regione e abbiamo scoperto che all’infanzia e alla primaria c’è una probabilità rispettivamente 4 volte e quasi 3 volte maggiore per il personale scolastico di ammalarsi di Covid-19 rispetto al resto della popolazione. Alle superiori, invece, il rischio è leggermente inferiore a quello degli altri piemontesi. Segno questo che la didattica a distanza ha dimostrato di essere una medicina amara ma efficace nel contenimento dei contagi. Senza un controllo costante del livello di sicurezza nelle scuole non è pensabile di poter andare avanti, un rischio contagio del 400% come quello attualmente registrato all’infanzia è semplicemente inaccettabile e insostenibile. Sappiamo che la regione sta lavorando anche su questo, tuttavia è indispensabile avere un piano definito prima che le lezioni riprendano”.
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