Precariato

Ferie personale a tempo determinato: l’Anief si unisce all’appello rivolto dagli altri sindacati al Miur, serve chiarezza. E in ogni caso, dalla legge di stabilità si evince indiscutibilmente che una diversa fruizione delle ferie maturate da docenti e Ata, con contratto breve o fino al 30 giugno, non può essere attuata prima dell’inizio dell’anno scolastico 2013/14.

Nel tornare a chiedere all’amministrazione scolastica il rispetto della normativa vigente in merito alla fruizione delle ferie del personale a tempo determinato, l’Anief si unisce all’appello degli altri sindacati della scuola che hanno chiesto unitariamente al Miur di produrre con urgenza “una circolare esplicativa di riferimento”. Le necessità di fornire “indicazioni applicative” deriva, in particolare, dai chiarimenti che la pubblicazione della legge di stabilità ha permesso di realizzare sull’adozione di alcune parti del D.L. 95/2012 approvato la scorsa estate. Modifiche che ora, al di là delle interpretazioni soggettive o di parte, contengono un punto fermo: qualsiasi modifica all’assetto tradizionale di fruizione delle ferie maturate dal personale a tempo determinato non può essere attuata prima dell’inizio dell’anno scolastico 2013/14.

Nel testo della legge di Stabilità, approvato definitivamente al Senato, al comma 54 dell’art. 1, si indica che “il personale docente di tutti i gradi di istruzione fruisce delle ferie nei giorni di sospensione delle lezioni definiti dai calendari scolastici regionali, ad esclusione di quelli destinati agli scrutini, agli esami di Stato e alle attività valutative”. Di seguito, al comma 55, si ribadisce che la fruizione delle ferie del personale della scuola, docente e Ata, è subordinata alla mancanza delle lezioni. Nel comma successivo, il 56, viene tuttavia specificato che “le disposizioni di cui ai commi 54 e 55 non possono essere derogate dai contratti collettivi nazionali di lavoro. Le clausole contrattuali contrastanti sono disapplicate dal 1° settembre 2013”.

“A questo punto è evidente a tutti che le norme contrattuali in vigore che regolano la gestione delle ferie del personale precario - sottolinea Marcello Pacifico, presidente dell’Anief - rimarranno, sino al termine dell’anno scolastico in corso, quelle precedenti alle disposizioni normative contenute nella legge di stabilità”.

“Cogliamo l’occasione – continua il presidente del giovane sindacato - per ricordare che diversi dirigenti scolastici prima dell’approvazione della legge di stabilità, adottando incautamente sul personale della scuola le novità introdotte dalla spending review per gli altri comparti della pubblica amministrazione, hanno collocato coattivamente in ferie i loro dipendenti in servizio attraverso contratti brevi o fino al 30 giugno 2013. Si tratta di soluzioni che ora, alla luce delle nuove norme, devono essere obbligatoriamente cancellate: le ferie d’ufficio, almeno fino al 1° settembre 2013, non si applicano”.

 

Il sindacato avverte i dirigenti che è cessato l’obbligo della non monetizzazione previsto dalla Spending review e che è stata approvata la deroga richiesta dall’Anief. Ma le ferie adesso possono essere fruite durante la sospensione delle lezioni. La nuova norma entrerà in vigore solo dopo la pubblicazione in gazzetta della nuova legge di stabilità approvata dal Parlamento (ex cc. 42-43, art. 1).

Con l’approvazione della Legge di Stabilità, i dirigenti scolastici hanno un’indicazione chiara dal Parlamento: i giorni di ferie, se non possono essere fruiti, devono essere pagati dall’amministrazione. Il dirigente può applicare la nuova normativa a tutti i precari della scuola, indipendentemente dalla natura del contratto (supplente breve o a tempo determinato fino al 30 giugno), vista la direttiva 1999/70/CE. La Legge di Stabilità approvata nelle ultime ore, ultimo atto del Governo Monti, contiene, infatti, l’attesa esclusione del personale precario – docente e Ata – che opera nella scuola dall’obbligo imposto ai dipendenti pubblici con il D.L. 95 del 6 luglio 2012 (spending review), di fruire di tutti i giorni di ferie maturati, al fine di evitare all’amministrazione di indennizzare lo stesso personale al termine della supplenza. Il disegno di legge n. 5534-bis-B approvato nelle ultime ore dalla Camera, concernente il Bilancio di previsione dello Stato per l'anno finanziario 2013 e bilancio pluriennale per il triennio 2013-2015, non lascia adito a dubbi. Nell’approvazione della modifica apportata all’art. 1, ex comma 43, del Testo A, aggiunge all´articolo 5, comma 8, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, il seguente periodo: “il presente comma non si applica al personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario supplente breve e saltuario o docente con contratto fino al termine delle lezioni o delle attività didattiche, limitatamente alla differenza tra i giorni di ferie spettanti e quelli in cui è consentito al personale in questione di fruire delle ferie’”.

Da un punto di vista pratico, però, introduce per tutto il personale docente l’obbligo di dover prendere le ferie, in deroga al c. 2 art. 19 del CCNL Scuola, nei periodi di sospensione delle lezioni, norma che certamente aprirà un nuovo contenzioso nella scuola.

“Per tutto il personale precario della scuola – commenta Marcello Pacifico, presidente Anief - si tornerà, comunque, a poter monetizzare le ferie non godute, come avveniva prima del 6 luglio scorso. Il nostro sindacato chiede molta attenzione e buon senso a tutti quei dirigenti scolastici che nelle ultime settimane hanno applicato la vecchia norma scrupolosamente nei confronti dei lavoratori assunti per brevi periodi o fino al termine della lezioni oppure fino al 30 giugno 2013, con inviti o ordini di servizio ad usufruire delle ferie durante i periodi di sospensione delle lezioni o addirittura nei giorni liberi.

In attesa delle circolari applicative che il Miur emanerà nei prossimi giorni, Anief invita il personale della scuola che ha ricevuto inviti o ordini di servizio da parte dei dirigenti scolastici a rivolgersi al sindacato, inviando una mail a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. oppure contattando la segreteria nazionale o il referente territoriale per ricevere istruzioni appropriate a seguito dell’approvazione della nuova norma.

Il testo approvato, articolo 1:

Ex c. 42 (54). Il personale docente di tutti i gradi di istruzione fruisce delle ferie nei giorni di sospensione delle lezioni definiti dai calendari scolastici regionali, ad esclusione di quelli destinati agli scrutini, agli esami di Stato e alle attività valutative. Durante la rimanente parte dell’anno la fruizione delle ferie è consentita per un periodo non superiore a sei giornate lavorative subordinatamente alla possibilità di sostituire il personale che se ne avvale senza che vengano a determinarsi oneri aggiuntivi per la finanza pubblica.

Ex c. 43 (55). All’articolo 5, comma 8, del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, è aggiunto, in fine, il seguente periodo: « Il presente comma non si applica al personale docente e amministrativo, tecnico e ausiliario supplente breve e saltuario o docente con contratto fino al termine delle lezioni o delle attività didattiche, limitatamente alla differenza tra i giorni di ferie spettanti e quelli in cui è consentito al personale in questione di fruire delle ferie.

La lettera inviata ai dirigenti il 31 ottobre

 

Quando la UE apre una procedura d’infrazione per tutelare i nostri ovini, subito, il legislatore interviene; quando ne apre una sui precari della scuola, invece, emana norme in deroga per abusare dei contratti a termine, senza pensare alla conseguenze esistenziali di tale scelte nella vita degli assunti e sanzionatorie a carico di tutta la comunità. ANIEF-Confedir chiede l’accesso agli atti e continua il ricorso ai tribunali.

Mentre l’ultimo decreto-legge n. 216/12 di questa legislatura reca disposizioni per attuare due direttive comunitarie del 2010 (n. 45 su sistema comune di imposta; n. 18 su congedo parentale), per rispondere a quattro procedure d’infrazione aperte nel 2012 (n. 369 su parità di trattamento fra uomini e donne; n. 370 su organi umani destinati ai trapianti; n. 372 su farmacovigilanza; n. 434 su vaccinazione contro la febbre catarrale degli ovini) e per eseguire una sentenza della Corte europea del 2009 (causa C-302), l’ultima finanziaria approvata ieri dal Parlamento (n. 5534-bis-B) prevede la proroga dei contratti a termine dopo i 36 mesi per i precari della pubblica amministrazione, con l’accordo dei sindacati (art. 1, c. 400), in deroga alla direttiva n. 70/99. La norma, d’altronde, è attualmente derogata nella scuola dopo l’approvazione della legge 106/2011, che è intervenuta, invano, per rispondere alla procedura di messa in mora dello Stato italiano per la mancata stabilizzazione del personale ATA, a seguito delle non soddisfacenti risposte date nel corso della procedura d’infrazione n. 2124 aperta nel 2010, a cui ne sarebbero seguite altre due nel solo 2012, riguardanti anche i docenti precari.

Il presidente ANIEF e delegato Confedir alla scuola e alle alte professionalità, Marcello Pacifico, proprio in questi giorni sta inoltrando alla Commissione UE un’istanza urgente di accesso agli atti su tutte le procedure d’infrazione attivate nello scorso trimestre contro lo Stato italiano per la violazione della direttiva comunitaria 1999/70, in nome del principio comunitario della trasparenza, vista la secretazione degli atti voluta dal Governo per la delicatezza della questione.  

Ma se la questione è così delicata, perché il Governo oltre a pensare alla salute degli ovini non pensa anche alla salute dei lavoratori e alle tasche dei cittadini che potrebbero pagare condanne fino a 8 milioni di euro per ogni atto di messa in mora? Se il 15% del personale della scuola è utilizzato come precario non importa, se il rischio del burnout è ancora più alto nella professione docente perché parlarne, se addirittura qualcuno si priva della vita sono suoi problemi esistenziali. Ma fino a quando si abuserà della pazienza dei precari docenti, ata, infermieri o medici e di tutto il pubblico impiego? L’ANIEF-Confedir non smetterà di difenderli nei tribunali, visto che la giustizia sembra preclusa agli uomini che parlano ma non agli animali che belano.

Il Decreto legge n. 216/12, si occupa di:

- direttiva 2010/45/UE del 13 luglio 2010 relativa al sistema comune di imposta sul valore aggiunto per quanto riguarda le norme in materia di fatturazione;

- direttiva 2010/18/UE dell'8 marzo 2010, che attua l'accordo quadro riveduto in materia di congedo parentale);

- direttiva 2010/41/UE del 7 luglio 2010, sull'applicazione del principio della parità di trattamento fra gli uomini e le donne. che esercitano un'attività autonoma. Procedura di infrazione n. 2012/0369;

- direttiva 2010/53/UE del 7 luglio 2010 in materia di qualità e sicurezza degli organi umani destinati ai trapianti. Procedura di infrazione 2012/0370;

- direttiva 2010/84/UE del 15 dicembre 2010, relativa alla farmacovigilanza. Procedura di infrazione 2012/0372;

- direttiva 2012/5/UE del 14 marzo 2012, relativa alla vaccinazione contro la febbre catarrale degli ovini - Procedura d'infrazione 2012/0434;

- Esecuzione della decisione della Commissione europea 2000/394/CE del 25 novembre 1999 e della sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea, resa in data 6 ottobre 2011, nella causa C-302/09, Commissione europea c. Repubblica italiana.

 

La svolta è arrivata a pochi giorni dalla consegna delle denunce presentate dell’Anief per la cattiva prassi italiana di non adottare la direttiva comunitaria 1999/70, che obbliga i datori di lavoro ad assumere a titolo definitivo il personale che ha svolto almeno 36 mesi di servizio negli ultimi 5 anni. Il presidente Marcello Pacifico: è la conferma che se l’Italia vuole stare in Europa deve rispettare le procedure che Bruxelles impone sul diritto del lavoro e sulle assunzioni dei cittadini che vi operano.

Le denunce dell’Anief sullo sfruttamento dei precari della scuola italiana producono importanti effetti anche nell’Ue: la Commissione europea, infatti, ha aperto una procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per la violazione della normativa sulla reiterazione dei contratti a tempo determinato, in particolare nella scuola dove diverse decine di migliaia di docenti, amministrativi, tecnici ed ausiliari vengono per cattiva prassi assunti ad inizio anno scolastico e licenziati in estate in corrispondenza del termine delle lezioni.

La decisione della Commissione Ue di chiedere spiegazioni formali sulla mancata applicazione della direttiva comunitaria 1999/70, che obbliga i datori di lavoro, in questo caso lo Stato, ad assumere a titolo definitivo il personale che ha svolto almeno 36 mesi di servizio, anche se frazionato, negli ultimi 5 anni, è giunta dopo le tantissime denunce presentate dall’Anief allo stesso organismo sovranazionale.

L’ultima ondata di ricorsi è stata consegnata agli uffici di Bruxelles e di Strasburgo personalmente dal presidente dell’Anief, Marcello Pacifico, dopo che nelle scorse settimane al tavolo nazionale sulla precarietà, dove siedono rappresentanti del Governo e delle parti sociali, il ministro della Funzione Pubblica, Filippo Patroni Griffi, aveva confermato la ferma resistenza dell’amministrazione a stabilizzare i dipendenti e i dirigenti del pubblico impiego assunti e licenziati ciclicamente da diversi anni.

“Si sta indagando – ha fatto sapere in queste ore la Commissione europea - sull'apparente assenza di veri rimedi quando c'è abuso di questo tipo di contratti per tutto il personale scolastico, non solo insegnante. Sembra che ci sia un trattamento meno favorevole del personale fisso rispetto a quello temporaneo”. Sempre l’organismo superiore di Bruxelles ha ricordato che “la direttiva chiede che si adottino delle misure e la Commissione le sta aspettando da parte dell'Italia”.

“E questo punto è evidente che la controffensiva dell’Anief – dichiara oggi un soddisfatto Marcello Pacifico – comincia a portare i primi preziosi frutti: l’apertura della procedura d’infrazione che la Commissione europea ha aperto verso l’Italia dimostra che se il nostro Paese vuole stare in Europa deve obbligatoriamente rispettare le procedure che Bruxelles impone sul diritto del lavoro e sulle assunzioni dei cittadini che vi operano”.

 

Importante presa di posizione dell'eurodeputata del Pdl Erminia Mazzoni, durante un dibattito sulla scuola italiana tenuto alla Commissione Petizioni del Parlamento Ue: l’Italia ignora totalmente la direttiva comunitaria 1999/70/CE ed in questo modo continua a rimanere “al di fuori della normativa comunitaria”. È giunta l’ora che l’Unione europea intervenga “per ripristinare la legalità”.

La battaglia per salvaguardare il diritto all’assunzione dei precari non ha colori politici: dopo diversi deputati della sinistra, anche i rappresentanti dello schieramento opposto si schierano con l’Anief per interrompere la piaga dell’abuso dei contratti a tempo determinato nella scuola italiana. Oggi a sostenerlo chiaramente è stata l'eurodeputata del Pdl Erminia Mazzoni durante un dibattito sulla scuola italiana tenuto alla Commissione Petizioni del Parlamento Ue presieduta dalla stessa Mazzoni.

L’eurodeputata ha ricordato, come sostiene da tempo l’Anief, che l’Italia ignora totalmente la direttiva comunitaria 1999/70/CE, secondo cui il personale che ha svolto oltre 36 mesi di lavoro negli ultimi 5 anni va automaticamente assunto a tempo indeterminato: in questo modo il nostro Paese, ha sottolineato Mazzoni, continua a rimanere “al di fuori della normativa comunitaria” ed è quindi giunta l’ora che l’Unione europea intervenga “per ripristinare la legalità”.

L’Anief tiene a precisare che proprio in questi giorni la Commissione dell’Ue è stata informata di questa ingiustizia tutta italiana. A farlo è stato Marcello Pacifico, presidente dell’Anief e delegato Confedir per la scuola, che è volato a Bruxelles e a Strasburgo proprio per depositare una circostanziata denuncia del sindacato per la reiterata violazione dell’Italia della direttiva comunitaria 1999/70 e annunciare l’arrivo, sul tavolo della Commissione, di migliaia di denunce sottoscritte dai precari docenti e Ata della scuola italiana.

Pacifico dichiara che “a questo punto lo Stato italiano rischia davvero di incorrere in condanne milionarie. Dovrà quindi obbligatoriamente rivedere le sue spese. E assegnare, perché costretto, le sue risorse alla stabilizzazione del personale deputato al normale funzionamento della macchina amministrativa piuttosto che ai costi della politica”.

Evidentemente la messa in mora dell’Italia in merito alla procedura 2124/10 relativa al personale non docente della scuola non è bastata. “I parlamentari italiani sanno bene che adottare una deroga a questa direttiva, come accaduto attraverso la legge 106/11, non può essere la soluzione al problema. Continuare ad imporre le ragioni economiche e ad ignorare lo stato di diritto dell’Unione e dei suoi cittadini - conclude Pacifico - non è più giustificabile”.