ROMA, 27 MAG - Domani, lunedì 28 maggio, verranno pagati gli stipendi ai lavoratori della scuola e gli arretrati derivanti dagli incrementi previsti dal nuovo Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (C.C.N.L.) del comparto Istruzione e Ricerca per il periodo da gennaio 2016 a maggio 2018. L'effettiva disponibilità delle somme sui conti correnti può avvenire nell'arco dell'intera giornata, in relazione alle diverse modalità operative degli istituti bancari. Il pagamento riguarderà il personale con contratto a tempo indeterminato e supplenti con contratto al 30 giugno o 31 agosto nell'anno scolastico 2017/18. Gli arretrati dei supplenti temporanei, ovvero dei docenti e del personale Ata (amministrativo tecnico e ausiliario) che stanno svolgendo una supplenza che vada non oltre il termine delle lezioni nell'anno scolastico 2017/18, indipendentemente dal tipo di supplenza che hanno svolto negli anni precedenti. Per i supplenti temporanei ci sarà una emissione a parte, in una data che non è stata ancora comunicata. "Perché gli unici a non essere pagati nei tempi previsti devono essere i supplenti brevi e saltuari? Chi gestisce l'amministrazione pubblica continua ad operare come se debbano esistere dei precari di serie A e di serie B. Tutto questo è intollerabile", accusa Marcello Pacifico, presidente di Anief. Le cifre spettanti varieranno in base all'anzianità di servizio. A partire dal mese di giugno invece il valore mensile dello stipendio tabellare lordo sarà adeguato, a regime, ai nuovi valori previsti dal Contratto nazionale di lavoro. L'applicazione contrattuale interessa circa 1.200.000 dipendenti della Scuola, Istituti di alta formazione artistica e musicale ed Enti di ricerca. Il nuovo contratto, siglato definitivamente nell'aprile scorso, riconosce aumenti da 84 a 111 euro mensili in coerenza con l'Intesa del 30 novembre 2016 tra Governo e i sindacati, e prevede un elemento perequativo, che interessa soprattutto le qualifiche iniziali. (ANSA).
ROMA, 26 MAG - Il nuovo inquilino di viale Trastevere dovrà riuscire a mettere in pratica il programma sulla scuola contenuto nel Contratto di governo M5S-Lega dovendo fare a meno di 160 milioni di euro nei prossimi tre anni. A sostenerlo è il sindacato Anief, secondo il quale conti alla mano, dai documenti interministeriali emerge che ci sono tagli importanti sia nella scuola, sia nei fondi destinati alla formazione. Nei primi due anni le scuole dovranno fare a meno di 36 milioni di euro (sia per il 2018 che per il 2019) e scendere di altri 35 milioni di euro alla fine del triennio. Lo stesso dicasi per i tagli ai fondi destinati all'offerta formativa che saranno di 18 milioni per quest'anno, di 19 milioni per il prossimo e di poco più di 17 milioni per il 2020. "Si va a tagliare al cuore della scuola, sulle spese vive di prima necessità. È come se agli ospedali si andassero a tagliare i materiali per le operazioni chirurgiche e per la gestione dei pazienti. È un andare inaccettabile", commenta Marcello Pacifico, leader di Anief. Anche "La tecnica della scuola" fa notare che il rinnovo contrattuale (quello appena firmato scadrà già il 31 dicembre prossimo) e la perequazione saranno le prime grande che si troverà il nuovo titolare del Miur. Per gli stipendi più bassi, infatti, è stato introdotto un meccanismo di perequazione in modo da consentire a tutti di arrivare almeno a 80 euro di aumento lordo. Ma questa perequazione scade a dicembre e quindi - se non ci saranno interventi tempestivi - a gennaio gli stipendi di un buon 50% dei dipendenti della scuola diminuiranno: il "taglio" sarà tanto più consistente quanto più basso è lo stipendio, e si andrà quindi da un manciata di euro (3-4) per i docenti con una anzianità media fino ai 29 euro di decurtazione per gli Ata con meno di 10 anni di anzianità. A questo si aggiunge la questione del rinnovo contrattuale: quello appena firmato, infatti, scadrà già il 31 dicembre prossimo. Il problema a medio termine riguarderà il rinnovo contrattuale (quello appena firmato scadrà già il 31 dicembre prossimo) ma già da subito bisognerà dare risposta alla questione del cosiddetto "elemento perequativo" introdotto proprio con il contratto 2016/2018. Se infine con la legge finanziaria del 2019 il nuovo Governo dovesse decidere anche di cancellare il bonus introdotto dal governo Renzi di 80 euro mensili per gli stipendi più bassi, per molti insegnanti e per tutto il personale Ata il taglio potrebbe diventare insopportabile. (ANSA).
ROMA, 19 MAG - No a vincoli sulla mobilità del personale e sull'assegnazione dell'insegnante di sostegno; forti riserve anche sulla volontà espressa dai decisori del prossimo Governo di trasformare in college gli attuali istituti alberghieri: lo rileva l'Anief a commento dei contenuti del contratto di governo sui temi della scuola. "Considerando la volontà del nuovo esecutivo di risolvere il problema dell'alto numero di alunni per classe e del precariato", l'Anief "ritiene che servirebbe un decreto legge ad hoc che affronti il tema delle classi pollaio e del reclutamento, in modo da ridefinire i parametri di assegnazione degli organici in base alle esigenze del territorio, al tessuto socio-economico in cui è inserita ogni scuola. La realizzazione di questo piano comporterebbe, certamente, un nuovo piano straordinario di assunzioni (che parta dagli attuali 120 mila docenti e 25 mila Ata supplenti), con l'utilizzo del presente doppio canale di reclutamento per il personale docente, attraverso lo scorrimento delle graduatorie di merito e delle GaE". (ANSA).
Arriva un nuovo soddisfacente successo in Consiglio di Stato per l'Anief sulla partecipazione al concorso a cattedra bandito dal MIUR nel 2012: il Consiglio di Stato conferma l'illegittimità del DDG n. 82/2012 nella parte in cui prevedeva la separazione del punteggio della prova scritta dalla successiva prova pratica o di laboratorio prevista per alcune classi di concorso ed escludeva quei candidati che non avevano conseguito un punteggio di almeno 21/30 nelle prove scritte senza prima far loro sostenere anche la successiva prova laboratoriale.
ROMA, 9 MAG - Gli incrementi stipendiali netti di oltre 1 milione e 200mila dipendenti del mondo della scuola dopo il recente rinnovo del contratto, atteso da quasi 10 anni, si aggireranno intorno a soli 50 euro. A sostenerlo è il sindacato Anief, che ha sempre criticato la firma del contratto da parte dei sindacati confederali. Anief ricorda che secondo l'Aran per il periodo 2007/08-2015/16, gli anni del blocco del contratto della Scuola, la perdita progressiva di valore degli stipendi pubblici rispetto all'inflazione equivale all'8,1%. Inoltre, nel periodo in cui gli stipendi pubblici non facevano ravvisare incrementi, nel settore privato gli aumenti hanno toccato quota 3,6 punti. "Il fatto che a quantificare la distanza stipendiale sia stata proprio l'Aran, l'artefice del contratto collettivo nazionale assecondato dai sindacati Confederali - afferma Marcello Pacifico, leader dell'Anief - la dice lunga su quanto possa essere stato sconveniente sottoscrivere l'accordo del 20 aprile scorso. L'Aran sa bene che di indennità di vacanza contrattuale il personale avrebbe dovuto ricevere almeno il 4%. Anche il gap sullo stipendio tabellare grida vendetta: tra il 2010 e il 2016 il personale della scuola si è visto sottratto 1.147 euro, incluso di accessorio, complessivamente 353 euro rispetto al 2012. A questo punto, considerando la presa in giro cui il personale è stato sottoposto, con gli aumenti "mancia" che arriveranno nei prossimi 50 giorni, secondo noi è lampante che per avere giustizia non rimane che attivare la battaglia nei tribunali". Il sindacato quindi annuncia ricorsi per far attribuire ai lavoratori il conferimento dell'indennità di vacanza contrattuale nel periodo 2008-2018 e recuperare cifre più alte di quelle accordate. Secondo il contratto firmato nelle settimane scorse all'Aran, gli aumenti medi lordi saranno pari a 96 euro, che differiranno ovviamente a seconda delle qualifiche e delle fasce di anzianità (gli aumenti vanno da 80,40 euro a 110). Gli arretrati arriveranno entro maggio; da giugno gli aumenti. "Gli aumenti sono stati stabiliti nel contratto - afferma Pino Turi, della Uil Scuola - non c'e' nulla da inventare. E' finita la campagna elettorale, le Rsu sono state elette e ora i toni si possono abbassare: basta andare a vedere il contratto e le tabelle allegate. Basta con la demagogia e con i denigratori". Saranno da trovare, invece, le risorse per confermare la perequazione stipendiale introdotta con il recente contratto nazionale: per una parte del personale della scuola, infatti, una quota dell'aumento stipendiale è garantita solamente fino a dicembre del 2018. Secondo alcune stime serviranno 7-800 milioni di euro che il nuovo governo dovrà prevedere nella prossima legge legge di stabilità. (ANSA).
Leggi l'articolo
ROMA, 6 MAG - Nelle prossime ore, probabilmente già domani "ci sarà il 'verdetto' ovvero si saprà se ci sarà la possibilità di aprire una commissione speciale e quindi se continuare nel nostro sciopero della fame ad oltranza oppure interromperlo perché si va verso un accordo". E' quanto spiega una delle maestre che ha partecipato allo sciopero della fame dei giorni scorsi davanti al ministero dell'Istruzione, portato avanti dai maestri e dalle maestre con diploma magistrale che rischiano di perdere il posto di lavoro. Nei giorni scorsi, ricorda l'associazione sindacale Anief, diversi membri del Parlamento hanno dimostrato sensibilità al problema: parlamentari di Forza Italia, Fratelli d'Italia e di Liberi e Uguali, con disegni di legge o pubbliche dichiarazioni, hanno chiesto apertamente quello che l'Anief "rivendica con una bozza di decreto legge. Anche la Lega Nord ha chiesto di eliminare il divieto delle supplenze introdotto dalla Legge 107/2015. E il Movimento 5 Stelle ha chiesto di interrogare la ministra Valeria Fedeli per sapere quali soluzioni urgenti voglia avviare. Sulla stessa linea si è mosso, seppure tardivamente, anche il Pd", prosegue al nota. Secondo Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief, "la soluzione, invocata da tutti, rimane quella di riaprire per la terza volta le graduatorie ad esaurimento (Gae) a tutto il personale abilitato dall'infanzia alle superiori. Inoltre, vanno trasformate le graduatorie d'istituto in permanenti e provinciali. Tutti stanno comprendendo che chi è in possesso di un'abilitazione riconosciuta dallo Stato italiano deve essere assunto in base al punteggio ottenuto. Inoltre, che essere licenziati per via dell'Adunanza Plenaria del 20 dicembre scorso rappresenterebbe un'ingiustizia vera. La soluzione, infine, non può essere quella di estendere il fallimentare regime di reclutamento transitorio ai docenti della primaria e dell'infanzia. Per questo siamo pronti a continuare la protesta fino a quando non si approverà il diritto nella scuola". (ANSA).
ROMA, 3 MAG - Continua lo sciopero della fame delle maestre con diploma magistrale che rischiano di perdere il posto di lavoro dopo la sentenza dell'Adunanza plenaria del Consiglio di Stato con cui è stato negato l'inserimento nelle graduatorie ad esaurimento ai diplomati magistrali ante 2001/02. "Sono tanti i docenti della scuola pubblica che oggi hanno partecipato alla manifestazione davanti al Miur - rende noto il sindacato Anief - per sensibilizzare Governo e Parlamento ad approvare un decreto d'urgenza per salvare migliaia di maestri con diploma magistrale. Pure il mondo della politica si muove a loro favore". Il presidente nazionale di Anief, Marcello Pacifico, ringrazia "chi da giorni in viale Trastevere e a casa ha messo in discussione la propria salute per chiedere il rispetto del diritto a poter insegnare in quanto docenti abilitati. La richiesta di un intervento della politica rimane, per tutti, chiara e semplice: bisogna subito riaprire le Graduatorie. La protesta continuerà fino a quando le maestre e gli insegnanti precari non potranno essere assunti evitando il licenziamento. Qualsiasi altra soluzione è francamente irricevibile. Premesso questo, Anief chiede a tutte le forze politiche di invitare il Governo ad approvare un decreto d'urgenza e di ratificarlo nelle commissioni speciali di Camera e Senato, già da noi informate sull'urgenza del caso". Oggi intanto, con una interrogazione parlamentare i senatori di Forza Italia, con in testa la capogruppo Anna Maria Bernini, hanno chiesto al ministro Valeria Fedeli e al governo "di trovare una soluzione all'annosa e grave questione con un provvedimento d'urgenza che produca effetti, in favore degli insegnanti diplomati, sin dal prossimo anno scolastico 2018/2019 e ciò anche a tutela della continuità didattica". Anche Liberi e Uguali, con la senatrice Loredana De Petris, ha chiesto un decreto "per confermare in servizio chi è stato assunto con contratto a tempo indeterminato e per confermare nelle Gae chi vi è inserito". Nei giorni scorsi la ministra dell'Istruzione Valeria Fedeli ha chiesto ai maestri di sospendere lo sciopero della fame e ha ricordato che la soluzione deve trovarla il Parlamento. La platea complessiva interessata da questa intricata vicenda si aggira intorno alle 50 mila unità inserite negli anni nelle graduatorie ad esaurimento che tuttavia lo sono state a vario titolo: alcune persone sono attualmente in servizio, molte altre invece non hanno fatto neppure un giorno di insegnamento. (ANSA)
ROMA, 29 APR - In 8 anni gli stipendi del personale della scuola e della pubblica amministrazione sarebbero stati "divorati dall'inflazione": ne è convinto l'Anief, secondo il quale "i dati, aggiornati al 20 aprile scorso, ci dicono che dal 2007/08 al 2015/16, negli anni del blocco dei contratti pubblici, gli aumenti nel settore privato sono stati pari a 3,6 punti. Nello stesso periodo, invece, i dipendenti del pubblico impiego e della scuola sono stati remunerati sempre con lo stesso stipendio, perdendo gradualmente oltre 8 punti. Salvo ritrovarsi, a seguito dell'accordo sul rinnovo del contratto definito nelle scorse settimane e ratificato dieci giorni fa, la miseria dello 0,36% di arretrati per il solo 2016". "I lavoratori pubblici e della scuola - afferma Marcello Pacifico di Anief-Cisal - sanno bene come stanno le cose ed è anche per questo motivo che il nostro giovane sindacato ha ottenuto un exploit di consensi in occasione del rinnovo delle Rsu di categoria, svolto a metà aprile: Anief nel suo programma aveva ricordato, anche nel programma sindacale ufficiale, la ridicolaggine degli arretrati corrisposti attraverso l'ultimo contratto, definito non a caso vergognoso. Soltanto di indennità di vacanza contrattuale, il personale avrebbe dovuto ricevere il 4%. Né va meglio esaminando il gap relativo allo stipendio tabellare: tra il 2010 e il 2016, il personale della scuola - ricorda da ultimo l'Anief - ha perso ben 1.147 euro, incluso di accessorio, complessivamente 353 euro rispetto al 2012. Per tale ragione, consideriamo l'ultimo accordo illegittimo e lesivo della Costituzione". (ANSA).
Dalle proiezioni giunte dal territorio nazionale, il risultato dovrebbe oscillare tra il 6,5 e il 7,5%, andando a costituire un testa a testa con la Gilda, viste le 41mila deleghe Anief certificate dal Miur (+27 mila dal 2014) rispetto alle probabili 75 mila complessivamente registrate sul nuovo comparto, e ai possibili 60 mila voti espressi rispetto alla precedente tornata, al lordo degli altri ex comparti di AFAM, Università e Ricerca, dove il giovane sindacato non si è presentato. Complessivamente, tra i voti espressi nelle 5 mila scuole dove è stata presentata la lista Anief, si potrebbero superare le 60 mila preferenze (+ 33 mila rispetto al 2015): 11 mila in Sicilia, 9 mila in Lombardia e Campania, le tre regioni che raccolgono la metà dei voti. Se i dati e le relative proiezioni saranno confermati, a scrutinio finale nonostante l'alta percentuale dei votanti, l'aumento delle deleghe e l'unificazione dei comparti, Anief si ritroverebbe a superare la soglia del 5% della rappresentatività, con una preferenza alle proprie liste del 12%, e con una media sul tasso di rappresentativa più del doppio superiore alla precedente certificazione, con una forbice dal 6,5 al 7.5% tale da garantire le prerogative sindacali fino ad oggi negate in termini di permessi, distacchi, assemblee, partecipazione sindacale.
Marcello Pacifico (presidente Anief e segretario confederale Cisal): Ci accingiamo ad assistere ad un vero terremoto, non solo nel comparto più grande della pubblica amministrazione, ma anche per tutto il pubblico impiego dove la confederazione Cisal - cui Anief aderisce dal 2014 - potrebbe conquistare la rappresentatività anche nei comparti degli enti centrali, locali e nella Presidenza del Consiglio dei Ministri, di fatto collocandosi come terza forza confederale. I complimenti più vivi sono rivolti alle Rsu elette cui daremo una formazione adeguata e ai non eletti che siamo pronti a candidare come RSA. È giusto ricordare le liste più votate, a testimonianza dello sforzo comune e della voglia di cambiamento che i candidati Anief hanno saputo interpretare: l’IPSSCT Verri di Busto Arsizio, dove ci sono stati assegnati 112 voti, l’IS Angelo Berti di Verona, con 88 voti, ma anche l'IIS Antonello Messina di Messina, che con 87 voti ha fatto registrare il record di voti Anief nelle scuole della Sicilia. Aspettiamo con fiducia i risultati definitivi e siamo pronti a far entrare il diritto nei nostri istituti, nella contrattazione nazionale e integrativa #perunascuolagiusta. Buon lavoro a tutti noi.
È totalmente inutile pensare a una fase transitoria: dal 28 aprile è stato indetto uno sciopero della fame e un presidio permanente al Miur. Il 2 e 3 maggio invece sarà la volta di uno sciopero nazionale che culminerà il 3 maggio in una manifestazione nazionale a Roma, davanti alla sede ministeriale. Necessario sospendere subito tutti i ricorsi pendenti presso il Tribunale amministrativo in attesa di un riesame della questione in Parlamento e in Cassazione.
Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief: Su 120 mila docenti abilitati alle superiori, soltanto uno su tre ha presentato domanda di partecipazione alla fase transitoria che, peraltro, per come ideata, non garantisce l’immissione in ruolo di tutti né è utile al conferimento delle supplenze. Per i posti di sostegno, addirittura, si è presentato soltanto uno specializzato su sei degli ultimi cinque anni; uno su due è già di ruolo. Pertanto, ipotizzare, di applicare questo sistema di reclutamento alla primaria sarebbe inutile; meglio ritornare sui propri passi e riaprire le Gae come ha fatto il Parlamento nella XVI legislatura.
Per opporsi alla decisione dell’Avvocatura dello Stato, l’Anief ha predisposto uno specifico ricorso, rivolto al giudice del lavoro, finalizzato proprio ad opporsi al licenziamento dei diplomati magistrale che hanno superato l'anno di prova: per informazioni cliccare qui.
Ancora una volta un contratto nazionale non individua i ruoli di chi ha avuto riconosciuto nominalmente un ruolo apicale nell'amministrazione scolastica, ma a livello retributivo e non giuridico continua ad essere mortificato. Per colpa della temporizzazione, gli ex assistenti amministrativi nel nuovo ruolo di direttori percepiscono uno stipendio inferiore. Il potere d'acquisto degli stipendi, di fatto, premia chi era segretario.
Marcello Pacifico (presidente nazionale Anief): È arrivato davvero il momento di dire basta, soprattutto visto che più di un posto su quattro il prossimo anno sarà vacante. Anief ha messo a disposizione il modello di diffida per sbloccare la temporizzazione”.
ROMA, 15 APR - "Preso atto dell'inerzia che continua a contraddistinguere l'azione di chi amministra l'istruzione pubblica in Italia", l'associazione sindacale Anief ha deciso di "incrociare di nuovo le braccia, aderendo alla proclamazione dello sciopero generale nel comparto scuola indetta per il 2 e 3 maggio e già ratificata dal dipartimento della Funzione Pubblica". La protesta, che coinvolgerà il personale docente e Ata a tempo indeterminato e determinato, atipico e precario, "segue le due già realizzate negli ultimi mesi: quella dell'8 gennaio, a ridosso della sentenza in Adunanza Plenaria del Consiglio di Stato, cui ha fatto seguito lo sciopero del 23 marzo nel giorno d'insediamento delle Camere, a cui si è aggiunto il malcontento per un rinnovo di contratto al ribasso", spiega una nota. Secondo Marcello Pacifico (Anief-Cisal), "tra il personale, la situazione di insofferenza ha raggiunto l'apice. Tra i precari, anche di lungo corso, non si arresterà fino a quando non saranno riaperte le Graduatorie ad esaurimento, trasformato tutto l'organico di fatto in organico di diritto, autorizzato un nuovo vero piano straordinario di 150mila assunzioni per docenti educatori ed Ata". "Tutto il personale, invece, continua a chiedere ulteriori risorse per riportare gli stipendi al costo della vita. Sono tanti i motivi che hanno portato il nostro sindacato a chiedere di scioperare, per ben tre volte in quattro mesi, consapevoli del fatto che non possiamo essere ostaggio della politica. Anche perché chi è docente e Ata non può più fare il missionario. È chiamato, certamente, ad educare al diritto, al dovere e al lavoro. Ma ha anche il diritto di essere assunto dopo 36 mesi di lavoro. E per farlo, i precari devono essere immessi in ruolo dalle GaE, se in possesso di abilitazione, attraverso qualsiasi canale; occorre poi trasformare i quasi 100mila posti degli organici di fatto in cattedre vacanti, quindi da collocare in quelle di diritto. Allo stesso modo, riteniamo che sia giunta finalmente l'ora di allineare gli stipendi almeno all'aumento del costo della vita", ha concluso. (ANSA).
ROMA, 14 APR - "In presenza di disabili il Ministero dell'Istruzione indica di formare classi con massimo 20 alunni, ma molte scuole non ne tengono conto e spesso risparmiano anche sui docenti": lo denuncia l'Anief, ricordando che l'esortazione del Miur è stata ribadita in questi giorni con la Nota n.16041 con la quale sono state fornite indicazioni a tutti gli Uffici Scolastici in merito alla dotazione organica del personale docente per l'anno scolastico 2018-2019. "Non è possibile che applicando la Legge 244/07, sino alla più recente Legge 128/13, l'organico di diritto del sostegno continui ad essere bloccato al 70% di quello annualmente assegnato dal Miur", fa sapere il presidente di Anief e Cisal Marcello Pacifico. "È un problema facilmente risolvibile, non di certo con l'assegnazione di supplenze triennali, come autorizza il D.lgs 66/17, ma piuttosto con la stabilizzazione del personale e incentivi a permanere nei ruoli e non invece - avverte - con penalizzazioni per i passaggi di ruolo".(ANSA).
ROMA, 12 APR - Ancora una brutta notizia per 1 milione e 200 mila lavoratori della scuola: gli incrementi non arriveranno in busta paga nemmeno a fine mese ma se va bene nel prossimo mese di maggio. A renderlo noto è il sindacato Anief, secondo il quale i motivi sono dovuti ai ritardi negli adempimenti di rito, sull'accordo raggiunto all'Aran ad inizio febbraio, complicati dalla situazione d'impasse che sta vivendo la politica italiana. Ciò vuol dire - secondo i calcoli del sindacato - che se la situazione non dovesse sbloccarsi, gli incrementi medi di 85 euro lordi promossi a marzo, di fatto tra i 37 e i 52 euro netti, potrebbero essere corrisposti in estate. Gli arretrati, del biennio 2016-2017, sono per Anief 13 volte sotto il tasso IPCA, l'Indice dei prezzi al consumo, aggiornato per il 2016/17 e 3 volte inferiore per il 2018: verranno quindi corrisposti circa 435 euro in media, a fronte di oltre 6mila spettanti. "È per questo motivo - dice Marcello Pacifico di Anief-Cisal - che come Anief abbiamo definito l'intesa del 9 febbraio l'accordo della vergogna. Perché il tasso IPCA dal 2008 al 2016 è aumentato del 8,52%, poi del 9,32 per il 2017 e dell'11,22 per quanto riguarda quest'anno, a fronte degli aumenti pattuiti rispettivamente dello 0,36%, 1.09% e del 3,48%. Come ricordato la settimana scorsa dalla Corte dei Conti, non senza osservazioni. Del resto, gli economisti sanno bene che l'inflazione rimane l'unico strumento per valutare nel rinnovo della forma contrattuale se gli aumenti sono giusti o esigui". (ANSA).